Martedì i mercati hanno subito una netta inversione al ribasso dopo aver toccato i massimi in 5 mesi a inizio sessione. Il catalizzatore dietro la pressione di vendita è stato il rapporto del FMI.
Mercoledì il petrolio greggio statunitense, il West Texas Intermediate, e lo standard internazionale, il Brent, si muovono in lieve rialzo, dopo la drastica inversione ribassista del giorno precedente. I mercati continuano a trovare supporto nei tagli delle forniture promossi dall’OPEC e nelle sanzioni statunitensi contro Iran e Venezuela. Tuttavia, un rapporto del Fondo Monetario Internazionale (FMI) pubblicato martedì ha suscitato il timore che un rallentamento economico globale possa portare a un calo di domanda.
Alle 9:35 GMT, i future sul greggio WTI con scadenza a maggio si attestano a $ 64,45, in rialzo di $ 0,47 (+0,75%), mentre i future sul greggio Brent con scadenza a giugno si attestano a $ 70,99, in rialzo di $ 0,38 (+0,54%).
Martedì i mercati hanno subito una netta inversione al ribasso dopo aver toccato i massimi in 5 mesi a inizio sessione. Il catalizzatore dietro la pressione di vendita è stato il rapporto del FMI che, per la seconda volta quest’anno, ha ridotto le previsioni di crescita dell’economia globale per il 2019. Il FMI ha citato i rischi derivanti dalle tensioni commerciali e dalla politica monetaria restrittiva da parte della Federal Reserve come ragioni per il downgrade. Il fondo ha detto che prevede che l’economia mondiale crescerà del 3,3% quest’anno, in calo rispetto alla precedente previsione del 3,5% – anch’essa un downgrade. Il FMI ha aggiunto che si aspetta un’espansione dell’economia del 3,6% nel 2020. Il rapporto ha spinto gli operatori del settore petrolifero a realizzare i profitti e a schiarirsi sul lato long, in vista di un possibile calo di domanda nel corso dell’anno.
Martedì in tarda giornata il rapporto settimanale dell’API ha segnalato – in riferimento alla settimana conclusasi il 5 aprile – un incremento alle scorte di petrolio pari a 4,1 milioni di barili, un valore superiore agli 2,294 milioni di barili previsti.
Inclusi i dati di questa settimana, l’incremento netto per il tredicesimo periodo di rilevazione da inizio anno corrisponde a 7,53 milioni di barili (Oilprice.com).
Il rapporto dell’API – facente riferimento alla settimana conclusasi il 5 aprile – segnala un prelievo delle scorte di benzina pari a 7,1 milioni di barili, quando gli analisti prevedevano un prelievo di circa 2,009 milioni di barili. Le riserve di distillati, invece, sono scese di 2,4 milioni di barili, a fronte degli 1,3 milioni di barili previsti.
L’orientamento del mercato è ancora rialzista a causa dei tagli delle forniture promossi dall’OPEC e delle sanzioni statunitensi contro Iran e Venezuela. Un ulteriore supporto potrebbe derivare da un’escalation del conflitto in Venezuela, ma l’avvertimento del FMI è reale e questo potrebbe rallentare il rally o persino dare ai trader rialzisti un motivo per iniziare a realizzare i profitti o tagliare le loro posizioni long. I verbali della Fed di oggi potrebbero avere un impatto ribassista sui prezzi se risulteranno accomodanti.
James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.