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Lo Spread ristretto tra Greggio WTI e Brent Mostra Segni Di Squilibrio Nel Mercato

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Sep 7, 2015, 16:53 UTC

Questa mattina i prezzi del greggio divergono in un basso volume di scambi poiché i trader sperano che, dopo la riunione degli Stati Uniti,  l'Arabia

Lo Spread ristretto tra Greggio WTI e Brent Mostra Segni Di Squilibrio Nel Mercato

Lo Spread ristretto tra Greggio WTI e Brent Mostra Segni Di Squilibrio Nel Mercato
Lo Spread ristretto tra Greggio WTI e Brent Mostra Segni Di Squilibrio Nel Mercato
Questa mattina i prezzi del greggio divergono in un basso volume di scambi poiché i trader sperano che, dopo la riunione degli Stati Uniti,  l’Arabia Saudita, principale produttore Opec, ridurrà la sua produzione. Il greggio WTI perde 15 centesimi per attestarsi su quota 45,90$. a tale proposito, ricordiamo come, oggi,  i mercati statunitensi siano chiusi in occasione di una festa nazionale. Il Brent posta un calo di 9 centesimi ed é scambiato a 49,38$. Lo spread tra i due combustibili diventa sempre più ristretto mostrando squilibri nel mercato.

I dati rilasciati lunedì hanno mostrato come la Cina abbia abbassato le sue previsioni di crescita dello 0,1% rispetto allo scorso anno, raggiungendo così il 7,3%. I numeri mostrano un rallentamento della crescita della seconda economia mondiale.

L’ufficio nazionale di statistica, ha rivisto a ribasso le previsioni di crescita del 7,4% annunciata nel mese di gennaio, a seguito di una “conferma preliminare”. I numeri rimangono ai livelli più bassi dal 1990, quando la crescita ha postato un calo del 3,9%.

Viste le numerose perplessità relative ad un possibile rallentamento della Cina, questa settimana i trader presteranno particolare attenzione ai rapporti riguardanti ll’inflazione, i prezzi di produzione, le vendite al dettaglio e gli investimenti fissi. U.S. jobs data on Friday showed nonfarm payrolls increased 173,000 last month compared with economists’ forecasts of a 220,000 gain.

L’inaspettato incremento delle scorte di greggio WTI che nella settimana terminata il 28 agosto ha visto il combustibile aggiungere 4,7 milioni di barili postando il più grande incremento dal mese di aprile ha alimentato le preoccupazioni sull’eccesso della fornitura.

Stando a quanto riportato da Baker Hughes, tale incremento é avvenuto nonostante il calo degli impianti di perforazione che, la scorsa settimana, sono diminuiti di 13 unità raggiungendo i 662 impianti. Si tratta del primo calo in sette settimane.

Ricordiamo, inoltre, come un dollaro forte abbia aggiunto pressione sui prezzi del greggio, rendendo il prodotto più costoso per i detentori di altre valute. Gli investitori attendono ora il rapporto relativo alla crescita del PIL dell’Eurozona nel secondo trimestre, rapporto che verrà rilasciato martedì e che potrebbe incidere sull’andamento del greggio.

Stando a quanto dichiarato tra trader e analisti, le scorte di greggio sembrano essere destinate ad aumentare nei prossimi mesi poiché l’estate, stagione prediletta dai viaggiatori, é giunta a termine e le raffinerie si preparano ad entrare nella stagione autunnale. L’aumento delle scorte produrrà un costante surplus dell’offerta, scenario che dovrebbe spingere il combustibile ulteriormente in ribasso prima della fine dell’anno. Col senno di poi, l’ultimo trimestre sarebbe potuto essere la migliore chance per i produttori di greggio statunitense a corto di liquidità per poter vedere il greggio raggiungere i 60$ al barile entro i prossimo anno o entro i prossimi due anni, ma solo un terzo dei produttori ha preso in considerazione tale opportunità.

Stando a quanto si evince dall’informativa sulla copertura  effettuata su 30 società principali dagli analisti di Reuters, nel trimestre conclusosi a giugno oltre la metà delle aziende non ha esteso la copertura o é stata totalmente priva di copertura, scenario che le ha proiettate verso quel calo di 20$ registrato dal prezzo del greggio nei mesi successivi.

La scorsa settimana, nonostante l’aumento delle scorte che gravava sulle prospettive del greggio,  i prezzi del combustibile hanno registrato un rialzo sulla scia di un incremento delle azioni riportato da Wall Street. Tuttavia, i deboli numeri mostrati dalla Cina hanno ostacolato tale ascesa proiettando il combustibile verso i minimi degli ultimi 6 anni e mezzo prima che la frenetica corsa verso una copertura a breve termine innescasse un rally del 25% in tre sessioni.

La scorsa settimana, la revisione al ribasso dei dati di produzione degli Stati Uniti e la disponibilità mostrata dall’Opec nel voler dialogare con gli altri produttori di greggio hanno contribuito a prolungare il  più grande rincaro di tre giorni registrato negli ultimi 25 anni.

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