L'Ucraina si appella all'UE contro le forniture russe
I prezzi del gas naturale quotato in dollari al Nymex hanno finora attraversato la settimana con tre sedute consecutive caratterizzate da volatilità-record. Rispetto alla chiusura di venerdì scorso i valori si sono inizialmente spinti al rialzo da 5.176 a 6.318 facendo registrare fra lunedì e martedì un tondo +22%; successivamente sono scattate le prese di beneficio che hanno determinato nelle ultime 24 ore un calo del 12.70% circa, fino a quota 5.518. Mentre scriviamo (ore 17:24 CET) il contratto future con scadenza a novembre quota 5.590 con una perdita del -4.93% rispetto alla chiusura di ieri.
Scoppiano puntualmente bisticci fra i Paesi europei ogni volta che si discute di gas e gasdotti. Il ministro degli esteri ungherese Péter Szijjártó ha siglato questa settimana un accordo di 15 anni per la fornitura di gas da parte del gigante russo del settore Gazprom, accordo che è stato subito apertamente criticato dall’Ucraina. Le intese fra Russia ed Ungheria prevedono l’acquisto di 4.5 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno destinati a coprire la metà del fabbisogno del Paese magiaro. L’opposizione dell’Ucraina è legata, come per il gasdotto Nord Stream2, al tracciato delle infrastrutture che verranno utilizzate dalla Russia. Si tratta infatti di gasdotti che attraversano la rotta serba e austriaca escludendo l’Ucraina.
A causa di ciò l’Ucraina perderà milioni di euro in tasse di transito e Kiev afferma che chiederà alla Commissione europea di valutare se l’accordo rispetta la legislazione energetica dell’UE. Il ministro ungherese ha ribadito che “la realtà è che il fabbisogno energetico dell’Ungheria può essere garantito nel modo più sicuro da un contratto a lungo termine con Gazprom”, ma l’Ucraina afferma che l’accordo è frutto di una “decisione puramente politica ed economicamente irragionevole” che è stata presa “a scapito degli interessi nazionali dell’Ucraina e delle relazioni ucraino-ungheresi”. Kiev ha quindi annullato per protesta una riunione del comitato commerciale congiunto con l’Ungheria che era prevista per giovedì.
Su grafico intraday sono visibili dei supporti intermedi a 5.472/481 e quota 5.425 che costituiscono una barriera al proseguimento fin da subito del ribasso. Ci aspettiamo che prima di violare i supporti i prezzi effettuino un provvisorio riavvicinamento alla zona delle nuove resistenze, aggiornate a 5.717/5.741 e 5.988/6.012. Successivamente ci sarà spazio per la ripresa della pressione vendita, con obiettivi a 5.327 e 5.250. Lo scenario ribassista vigente verrebbe interrotto dalla rottura della seconda resistenza, meglio se confermata da almeno una chiusura su grafico a 30 minuti superiore a 6.012.