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EUR/USD torna alla maniglia degli 1,90 in seguito alla pubblicazione di dati sull’inflazione USA accomodanti

Da:
Colin First
Aggiornato: May 11, 2018, 06:57 UTC

Il recente rally dell'USD si è esteso in maniera eccessiva e la valuta è finita sotto forte pressione

EUR/USD torna alla maniglia degli 1,90 in seguito alla pubblicazione di dati sull’inflazione USA accomodanti

La coppia EUR/USD, che nelle ultime tre settimane ha attraversato una ripida discesa, stamattina ha finalmente trovato un po’ di ossigeno all’inizio della sessione asiatica; in seguito alla pubblicazione di dati accomodanti sull’indice dei prezzi al consumo USA, la coppia è ritornata in direzione della maniglia degli 1,90. Se il rapporto sull’inflazione negli USA degli ultimi due giorni è riuscito a rimanere sopra il 2% nei dati pubblicati in settimana, ha comunque deluso le aspettative ed è questa la principale ragione dietro la correzione del dollaro USA.

Il recente rally dell’USD si è esteso in maniera eccessiva e la valuta è finita sotto forte pressione. Se i dati deludenti sull’inflazione possono essere visti come la principale causa della correzione, ci sono altre cause minori: le prese di beneficio, i dati precedenti non del tutto soddisfacenti (come il rapporto NFP) e qualche sollievo per il fatto che l’accordo con l’Iran non sarà interamente abbandonato hanno fermato il biglietto verde impedendo l’estensione dei guadagni.

EURUSD grafico orario

EUR/USD in ripresa

Nel frattempo, i tassi di rendimento dei titoli del Tesoro USA sono arretrati lievemente dopo il picco di mercoledì, ma si sono comunque mantenuti in prossimità dei massimi mensili, mentre il DXY si è mantenuto sopra il massimo di gennaio nonostante l’arretramento, a sostegno dell’ipotesi secondo cui l’attuale calo rappresenterebbe solo una correzione. Il calendario macroeconomico oggi è molto leggero, in assenza di pubblicazioni importanti dall’Europa eccezion fatta per un discorso del presidente della Banca centrale europea Mario Draghi; nel calendario Usa invece mostra troviamo i dati preliminari sul sentimento e le aspettative dei consumatori dell’Università di Michigan per il mese di maggio, le aspettative sull’inflazione e gli indici dei prezzi delle importazioni e delle esportazioni per il mese di aprile. Inoltre, l’indice RSI a 14 giorni sta salendo dalle condizioni di ipervenduto, lasciando presagire tempi migliori per l’euro.

La BCE continua a mandare messaggi di cauto ottimismo ai mercati, circostanza evidenziata del bollettino economico della BCE, secondo il quale l’economia dell’eurozona continua a dare segnali di “espansione solida e ampia”, pur riconoscendo un rallentamento della crescita nel primo trimestre. Per quanto riguarda l’inflazione, le autorità rimangono fiduciose nel raggiungimento dell’obiettivo fissato al 2%. Comunque, l’inflazione rimane debole e non si vedono segnali di una tendenza a salire. Il rapporto ha riconfermato l’intenzione della BCE di mantenere i tassi di interesse ai livelli attuali per un “periodo di tempo esteso, e ben dopo l’orizzonte della conclusione del piano di acquisto titoli”. I livelli di supporto e resistenza previsti sono a rispettivamente a 1,1880 / 1,1840 e  1,1960 / 1,2000.

Sull'Autore

Colin First è stato coinvolto nel settore FX per 14 anni lavorando in varie vesti come trader, gestore di fondi, rivenditore e analista. Si è specializzato nello sviluppo di strategie di trading ed è appassionato di  FX e servizi finanziari. Colin mantiene un blog in cui discute su diversi argomenti relativi al FX.

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