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Tracking error vs tracking difference negli ETF: cosa sapere

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Jun 21, 2022, 15:45 UTC

Tracking error vs tracking difference nei fondi di investimento e negli ETF. Come funzionano, a cosa servono e perché tenerli in considerazione.

Tracking error vs tracking difference

Gli investimenti tematici trovano in Europa un grande interesse tanto che rappresentano il 55% degli asset globali investiti e 650 prodotti a disposizione degli investitori, secondo i dati di Morningstar.

In questo mercato si inseriscono più ampiamente i fondi di investimento tematici che, per la loro facilità di accesso, permettono anche ai piccoli investitori di esporsi a determinati trend e macrotrend del momento per trarne i benefici economici conseguenti.

Tuttavia, per capire se un fondo di investimento tematico fa al caso nostro è necessario conoscere alcuni parametri che troviamo espressi nel KIID. Tra questi il tracking error e il tracking difference.

La guida che ti appresti a leggere ha come obiettivo quello di farti comprendere attraverso un confronto tracking error vs tracking difference, quali sono le differenze tra i due indicatori e perché sono importanti ai fini della valutazione di un fondo di investimento tematico e di un ETF tematico.

Cos’è il tracking error?

Se prendiamo il KIID, il foglio con le informazioni chiave per gli investitori che una società emittente un fondo deve fornire, troviamo in molti casi anche informazioni sul rendimento del fondo stesso.

Le informazioni sul rendimento sono disponibili in particolare quando un fondo passivo come un ETF ha già qualche anno di età, mentre in quelli di recente costituzione il dato non è disponibile per ovvi motivi.

Tra i dati del rendimento del fondo troviamo quindi il tracking error, il quale viene fornito dal gestore del fondo per far capire all’investitore quanto il fondo sia capace di tracciare il benchmark di riferimento restandone aderente o meno.

Un fondo passivo, infatti, è legato ad un indice di riferimento e ne replica l’andamento. Non tutti i fondi sono capaci di seguire con estrema precisione l’andamento del benchmark e possono discostarsene in modo ampio o minimo.

Questo scostamento è quanto mette in evidenza il tracking error. Subito una precisazione prima di proseguire, non bisogna pensare al tracking error come a una misura della volatilità perché non è di volatilità che stiamo parlando qui.

Con una definizione di traching error, possiamo dire che esso traccia la deviazione tra il comportamento del fondo e il suo benchmark di riferimento. Qualcosa di molto diverso dalla volatilità.

Un esempio

Riportiamo un esempio pratico per capire cos’è il tracking error e come funziona nella pratica.

Prendiamo il fondo passivo iShares Global Clean Energy UCITS ETF USD (Dist) (INRG). Aprendo il KIID scorriamo fino al paragrafo “Past Performance” dove troviamo un grafico e una tabella di comparazione tra il fondo (in arancione in questo caso) e il benchmark (in giallo).

Come si può notare dall’immagine qui sotto, per ogni anno è riportato il rendimento del fondo e del benchmark. Prendiamo l’anno 2019. Il rendimento del benchmark è stato del +44,4%, mentre il rendimento del fondo è stato del 43,6%. Tra i due si è verificato uno scostamento dello 0,8% a favore del benchmark. Infatti, quest’ultimo ha reso di più del fondo ma non è sempre così perché dal 2012 al 2016 il fondo ha ottenuto performance migliori, mentre dal 2017 in poi la situazione si è ribaltata.

Tracking error: cos’altro sapere

Tendenzialmente un tracking error minimo indica che il fondo nel quale abbiamo investito ha saputo seguire molto da vicino il suo benchmark, mentre un fondo con un tracking error molto ampio si è discostato dal suo benchmark in maniera grave.

Ma è sempre grave un ampio discostamento? Ebbene non è detto! Perché il gestore del fondo potrebbe anche aver introdotto nel fondo degli asset non presenti nel benchmark allo scopo di migliorarne le performance in determinate condizioni del ciclo di mercato. Se questi asset aggiuntivi performano bene, potrebbero portare ad un discostamento tra fondo e benchmark positivo e a tutto vantaggio dell’investitore.

Dunque, quando si valutano le informazioni del tracking error è importante fare attenzione se la differenza è prevalentemente a vantaggio del fondo o del benchmark.

Cos’è il tracking difference

Passiamo al tracking difference. Una definizione semplice ci dice che il tracking difference è la differenza in valore assoluto tra i rendimenti del fondo in cui hai investito e quelli del benchmark in un determinato arco temporale.

Cosa significa. Ipotizziamo di detenere quote di un ETF per 5 anni. Alla fine del periodo possiamo calcolare il tracking difference tra il rendimento del benchmark e i rendimenti incassati.

Il valore che ne deriva è da ritenere al netto di commissioni e oneri ricadenti sull’investimento.

Tracking error vs tracking difference: quali le differenze?

Veniamo al confronto tracking error vs tracking difference, e spieghiamo cosa differenzia i due indicatori attraverso un semplice esempio che mette in parallelo i due indicatori e una gara di motociclismo.

La moto numero uno è il benchmark di riferimento, mentre la moto numero due è il fondo nel quale hai investito.

Il tracking difference nella gara di motociclismo equivarrà alla differenza di tempo con cui le due moto taglieranno il traguardo al termine della competizione motociclistica. Chi vincerà al termine dell’investimento? Il benchmark o il fondo? E con quale differenza di tempo tra i due?

Il tracking error, invece, esamina il filmato della gara per analizzare i vari sorpassi tra le due moto e vedere nel corso della gara chi è passato avanti, dove ciò è avvenuto e i distacchi sui rettilinei e le curve (equivalenti ai cicli di mercato).

Chiaro l’esempio e la differenza tra tracking error e tracking difference?

Ancora una volta va sottolineato che risulta importante che il nostro fondo sia riuscito a replicare quanto più fedelmente possibile il benchmark, ma se alla fine della gara il fondo è riuscito a batterlo è tanto di guadagnato.

Ovviamente per gara si intende quella che noi conduciamo, poiché in un fondo passivo si può entrare e uscire quando si vuole.

Il momento giusto per entrare in un fondo di investimento passivo merita una guida a parte. In breve possiamo dire che va valutato il ciclo del settore a cui il fondo è legato, oltre all’età del fondo.

Cosa deve essere più rilevante per l’investitore?

Un investitore dovrebbe guardare più al tracking error o al tracking difference?

Si guarda al tracking difference quando il rendimento totale è ciò che più conta per l’investitore, mentre si guarda al tracking error se si desidera che il fondo nel quale si è investiti abbia la capacità di restare quanto più possibile aderente al suo benchmark di riferimento.

Come fare a capire il tracking error in un ETF nuovo

Spiegando cos’è il tracking error dicevamo che un ETF appena costituito non può fornire dati storici delle performance e quindi non fornisce il tracking error.

Un “trucco”, per così dire, potrebbe aiutarci a capire se tra il fondo passivo e l’indice di riferimento si potrebbe verificare un più o meno ampio discostamento nel corso del tempo.

Per comprenderlo bisogna leggere il KIID nella parte introduttiva, in cui viene descritto come il fondo intende replicare l’indice e su cos’altro investe il fondo oltre agli asset inseriti nel benchmark.

Nella maggior parte dei casi la società che ha costituito il fondo include anche dei derivati, oppure effettua prestiti di titoli a terze parti per generare ricavi aggiuntivi volti a coprire i costi del fondo.

Queste strategie aggiuntive causano il discostamento tra benchmark e fondo, ma possono decretare solo in maniera minore il successo o l’insuccesso del fondo. Altri fattori come il momento in cui entriamo nel fondo e le condizioni di mercato, hanno un impatto sostanziale sui rendimenti.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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