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Investire in Giappone: Occasione ormai sfumata oppure no?

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Jun 2, 2023, 10:47 GMT+00:00

Investire in Giappone è da considerarsi una occasione ormai sfumata dopo il massimo da 33 anni, oppure è ancora possibile esporsi per guadagnare?

Investire in Giappone

In questo articolo:

Nel corso del 2021 alcuni analisti consigliavano di guardare all’indice Nikkei e all’azionario giapponese, poiché rispetto al resto dei mercati si stava svegliando con ritardo dalla pandemia. Alcuni hanno ascoltato, mentre in molti hanno continuato a disinteressarsi del Sol Levante senza prendere in considerazione di investire in Giappone.

Ora l’interesse è cresciuto eccome, ma sull’onda dei risultati eccellenti mostrati dall’azionario giapponese che risulta sui massimi degli ultimi 33 anni!

Dunque, investire in Giappone è ormai un’occasione sfumata oppure ci si può ancora unire al banchetto?

Qui cercheremo di tenere insieme sia le analisi degli ottimisti, che le criticità del mercato giapponese.

Investire in Giappone: L’indice Nikkei 225 e il decennio perduto

Secondo gli analisti contattati da Morningstar, il mercato giapponese presenta ancora margini di crescita perché è stato abbondantemente sottopesato.

La sottovalutazione del Giappone come interessante mercato dove investire è dovuta a ragioni storiche che si possono riassumere nell’espressione “il decennio perduto” del Giappone.

Il decennio perduto è una espressione risalente agli anni ‘90 dello scorso secolo e relativo alla stagnazione economica del Giappone verificatasi dal 1991 in poi, dopo lo scoppio della bolla speculativa occorsa sul finire del 1989 e gli inizi del 1990.

Il crollo dell’indice Nikkei 225 fu tale che mai più è stato toccato il valore massimo di 38.062 punti del 13 dicembre 1989. Nei decenni successivi l’indice principale della Borsa di Tokyo ha conosciuto sempre nuovi minimi che, agli inizi del 2009, portarono al minimo dal 1983 (fonte dati: Macrotrends.net).

Tuttavia, da allora le cose sono cambiate poco alla volta, come si può notare dal grafico storico dell’indice Nikkei 225. Dopo il minimo del 2009 l’indice ha conosciuto una fase tormentata di ripresa che ha poi intrapreso una strada progressivamente rialzista a partire dal 2012.

Le riforme della governance in Giappone

In Giappone sono state attuate delle riforme della governance delle società, con miglioramenti della corporate governance delle aziende che non si fermeranno ma procederanno, secondo gli analisti più ottimisti.

Anche il quadro istituzionale all’interno del quale operano le società quotate giapponesi è migliorato molto, ponendo le basi per condizioni favorevoli anche per il prossimo decennio, scrive Morningstar.

Investire nelle azioni giapponesi conviene?

Ancora secondo l’analisi Morningstar, nonostante la crescita in corso abbia raggiunto i massimi da oltre tre decenni, ci sono margini di ulteriore crescita nell’immediato come nel prossimo decennio.

Viene messo in luce che i driver di crescita che hanno segnato gli ultimi 10 anni (dal 2012 al 2022), saranno rilevanti per l’ulteriore crescita del mercato finanziario giapponese per i prossimi 10 anni.

Anche in assenza di un quadro macroeconomico particolarmente ottimistico, si prevede che aumentino gli utili aziendali per tutto il decennio.

Per migliorare la tua conoscenza del mercato, consulta gli indicatori economici del Giappone. Scoprirai i dati sulla bilancia commerciale, indice dei prezzi al consumo, il debito pubblico, i tassi dei prestiti bancari e molti altri indicatori utilissimi.

Le criticità dell’investire in Giappone

Quali criticità dovrebbe prendere in considerazione l’investitore interessato a esporsi in Giappone?

Una prima informazione fondamentale che possiamo offrire riguarda il Pil del Giappone, il quale non ha seguito l’andamento rialzista della Borsa di Tokyo mantenendosi negativo per tutto il decennio.

Va poi considerato l’andamento demografico del Giappone. La nazione asiatica risulta in una condizione di preoccupante calo demografico che viaggia al ritmo di mezzo milione di persone in meno all’anno da 12 anni (dati aggiornati al 2021). La fine del miracolo economico all’inizio degli anni ‘90 ha sicuramente inciso in modo significativo sulle nuove nascite.

Tra le criticità va aggiunta anche l’assenza di adeguate valutazioni pubblicate dagli analisti e dalle società di investimento. C’è poca attenzione al mercato giapponese che cresce costante dal 2012; mentre si preferisce concentrarsi sulla Cina nonostante quest’ultima abbia dimostrato, con la pandemia e le azioni aggressive contro Taiwan, di non essere quel partner affidabile che si credeva essere.

Gli aspetti positivi

Ci sono, però, alcuni fattori positivi da tenere in considerazione quando si guarda al Giappone come terra di investimento.

In Asia la classe media è in ascesa e le società nipponiche sono presenti nelle nazioni asiatiche dove si verifica questa esplosione delle economie che guideranno i consumi globali nel prossimo futuro.

Senza dimenticare che sono giapponesi alcuni dei grandi colossi del settore tecnologico mondiale, dell’automotive e della manifattura.

Inoltre, il Giappone presenta dei “piccoli leader di mercato” in settori di nicchia che al momento risultano in crescita.

Il costo della valuta yen è basso in questa fase storica, avendo raggiunto i 150 yen per 1 euro. Anche se il massimo storico è a 169 yen per 1 euro, vi è la possibilità di poter sfruttare sul medio e lungo periodo anche un cambio favorevole. Consulta la coppia EUR/JPY.

5 azioni giapponesi su cui investire

Ecco quindi qualche dritta sulle azioni giapponesi su cui investire nell’immediato con una prospettiva di medio-lungo periodo.

Le società sono state indicate da Morningstar secondo uno stile MOAT investing, quindi società con un rating alto grazie al costante aumento del rendimento per gli azionisti dimostrato nel corso del tempo. Crescita costante dovuta a buona governance, bilanci sempre in ordine e scelte strategiche vincenti.

  • Kao (4452): produttore giapponese di prodotti per la cura della casa e della persona è il punto di riferimento in Giappone, ma ha anche una proiezione all’estero che dovrà crescere sulla base di un piano al 2030 che consenta alla società di raggiungere i 2.500 miliardi di yen di vendite internazionali entro la fine del decennio.
  • Daifuku (6383): la società fornisce soluzioni tecnologiche (progettazione, ingegneria, produzione, installazione) alle imprese della logistica, dell’automazione e della movimentazione di bagagli aeroportuali. Lavora con Toyota, Dell, Intell, TSMC.
  • Shimano (7309): la società opera nel settore della produzione di componenti per biciclette utilizzati anche su biciclette utilizzate dagli sportivi professionisti, ma è anche attiva nella manifattura di componentistica per le apparecchiature della pesca. Shimano ha diversificato la sua presenza anche nella logistica. Se si guardano i dati finanziari, il net income di Shimano è cresciuto costantemente a partire dal 2020 di pari passo con le revenue.
  • Nabtesco (6268): la società fa parte del settore macchinari industriali e produce parti per robot e altri macchinari, ma è impegnata anche nella progettazione e realizzazione di veicoli ferroviari di cui si occupa anche della manutenzione e riparazione. Infine, si occupa della progettazione, produzione e riparazione di porte automatiche per il settore industriale. Dal 2017 al 2022 le revenue si sono mantenute alte e con un leggero aumento nel 2021 e 2022, mentre il net income è rimasto basso.
  • Harmonic Drive Systems (6324): inserite nell’industria dei componenti, è nota per la produzione di riduttori di velocità e nella produzione di attuatori di precisione, oltre che dispositivi di controllo per l’industria. I suoi prodotti sono presenti nel mercato interno, ma anche in America e in Europa. Per quanto riguarda le revenue degli ultimi 5 anni, la società ha resistito anche durante gli anni della pandemia (2020 e 2021), mentre il net income è stato negativo nel 2020 per poi riprendersi negli anni successivi, ma senza raggiungere i livelli prepandemici. Avrebbe, quindi, margine di crescita ulteriore.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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