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Cos’è un crypto exchange decentralizzato DEX e come funzionano gli AMM

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: May 8, 2021, 21:04 UTC

Scopriamo cos’è un crypto exchange decentralizzato (DEX) e come funzionano gli automated market maker (AMM).

dex

In questo articolo vogliamo introdurre due dei più apprezzati sistemi della finanza decentralizzata (DeFi), che negli ultimi anni si stanno affermando tra gli investitori nelle criptovalute più smaliziati ed avventurosi. Stiamo parlando degli exchange di criptovalute decentralizzati (DEX) e degli Automated Market Maker (AMM).

Seguendo questa guida apprenderai, quindi, come funziona un DEX e come un AMM, ma anche quale la differenza tra le due tipologie di Decentralized Autonomous Organization (DAO) e quale la differenza rispetto ad un exchange centralizzato.

Crypto exchange centralizzato: come funzionano

Per comprendere il meccanismo di funzionamento di un exchange di criptovalute decentralizzato, è utile comprendere in breve come si struttura un crypto exchange centralizzato (CEX).

Un exchange centralizzato è come Coinbase.com o come Binance, essi prevedono che il crypto trader o investitore si registri alla piattaforma di scambio, che segua la procedura di riconoscimento prevista dalle normative e attenda che il personale della società convalidi il suo conto.

A quel punto il trader è libero di depositare le somme di denaro fiat e di criptovaluta nel conto appena aperto, affidando la sicurezza dei suoi investimenti alla società che gestisce l’exchange.

Il book degli ordini, poi, è gestito in un data center centralizzato ed è lì che i trader si scambiano tra loro le criptovalute.

Come funziona un exchange decentralizzato (DEX)

All’opposto un exchange decentralizzato (DEX) non prevede la registrazione dell’utente nel modo classico descritto in precedenza, anche se vedremo a seguire alcune particolarità.

In linea di principio un DEX svolge la sua attività completamente sulla blockchain dove l’applicazione è stata costruita. Ad esempio il DEX potrebbe essere stato installato sulla Ethereum Network e funzionare quindi secondo i principi di funzionamento di questa blockchain.

Un exchange decentralizzato ha, come in un CEX, il book degli ordini e quindi le transazioni di scambio avvengono tra i trader che utilizzano il servizio.

Dove sta la differenza, in un DEX i fondi restano nel wallet personale del trader (MetaMask o altro) e quindi la persona ha il pieno controllo oltre alla responsabilità sui suoi fondi. In un DEX tutte le operazioni, inoltre, sono soggette alla validazione da parte della rete prima di essere eseguite.

Le criticità di un DEX

Queste ultime due caratteristiche di un DEX, ovvero la gestione autonoma dei propri fondi e la necessità da parte della blockchain di validare ciascuna transazione, sono i punti al momento dolenti di tale soluzione.

Gestire autonomamente i propri crypto asset su di un portafoglio di cui bisogna conservare al sicuro la chiave privata può essere semplice, ma non per tutti. Inoltre per operare su di un DEX bisogna collegare il proprio wallet al DEX stesso e qui in alcuni casi le procedure si complicano, anche se gli sviluppatori dei crypto exchange decentralizzati fanno passi da gigante anche nel semplificare le interfacce di utilizzo di tali sistemi di scambio.

Poi c’è la lentezza delle transazioni, le quali vanno validate dalla rete prima di essere effettive. Mentre su una piattaforma centralizzata tutto avviene in una frazione di secondo grazie alla potenza computazionale del data center, un DEX deve affidarsi alla velocità della blockchain su cui è stato sviluppato.

Non solo, i DEX sono pur sempre dei progetti infantili che devono basarsi su blockchain a loro volta ancora molto sperimentali. Ciò può tradursi in interruzioni del servizio o in problemi gravi (bug) che nessuno è in grado di prevedere.

Non che tali problemi non possano accadere anche su un exchange come Poloniex, anzi, accadono ma in qualche modo è più facile correre ai ripari.

DEX a prova di hacker?

Un DEX rispetto ad un CEX è meno attaccabile da un male intenzionato (hacker), tuttavia ciò non significa che un attacco informatico non possa essere perpetrato ad una piattaforma decentralizzata. Se l’aggressore scopre una falla nel sistema può sfruttarla a suo vantaggio, però i fondi sono al sicuro sul nostro wallet ed è qui il vantaggio principale rispetto alle piattaforme di scambio centralizzate, dove se attaccate il trader rischia la perdita del capitale.

DEX misti

Esistono anche piattaforma miste, a metà tra la centralizzazione e la decentralizzazione. Tali piattaforme hanno il vantaggio di sfruttare la potenza dei data center centralizzati per gestire il book degli ordini e quindi le transazioni di scambio, abbinando al contempo la registrazione immutabile delle transazioni su di una blockchain pubblica per garantire la massima trasparenza.

In questa soluzione i fondi dell’investitore restano nel suo wallet. Un esempio classico è IDEX.io.

Gli AMM come funzionano

Veniamo ora agli Automated Market Maker (AMM). Queste piattaforme, tra cui le più note sono Uniswap (UNI) e il clone Sushiswap, hanno una struttura di funzionamento interna completamente diversa.

Un AMM non è dotato di un book degli ordini, poiché le transazioni vengono effettuate tra il trader e un contratto: peer-to-contract (P2C). Quindi siamo davvero in una realtà completamente nuova e innovativa di gestire le transazioni di trading, perché l’utente opera lo scambio puramente con un sistema informatizzato e decentralizzato.

Senza un order book, è chiaro che cambia anche il calcolo del prezzo di scambio. Da questo punto di vista ogni piattaforma usa la sua formula matematica per garantire al trader il prezzo ideale.

Ma se manca il libro degli ordini e quindi una contro parte con cui effettuare lo scambio diretto (peer-to-peer), come fa un trader a finalizzare l’operazione?

Negli AMM hanno un ruolo fondamentale le piscine di liquidità, i liquidity pool (LP).

Cosa sono i liquidity pool

I pool di liquidità sono i “giacimenti” di fondi che ogni AMM costituisce per consentire al trader di scambiare.

Usualmente in un exchange centralizzato la funzione di market making viene svolta da una società terza rispetto all’exchange, che offre grandi disponibilità di liquidità per consentire alla piattaforma di operare.

Nel caso di un AMM sono altri utenti o gli investitori/trader stessi a vincolare una parte dei loro fondi per fornire la liquidità necessaria.

Cosa significa questo? Un altro passaggio epocale. Tutti possono trasformarsi in market making anche con soli 100 euro in criptovaluta vincolata. In cambio chi deposita criptovaluta nei LP riceve una ricompensa desunta dalle commissioni di trading applicate al trader che ha effettuato lo scambio.

Ecco perché nella DeFi cresce la quantità di risorse vincolate, come si può osservare su Defipulse.com, perché molti hanno compreso la portata di questo sistema.

Pensa. Si può essere market maker fornendo ad altri la propria liquidità (guadagnando sulle commissioni), ma allo stesso tempo essere dei trader che operano scambi per guadagnare ulteriore liquidità.

Le criticità degli AMM

Gli AMM sono essenzialmente delle applicazioni decentralizzate DAO installate su di una blockchain dalla quale dipendono. Se la blockchain dovesse avere dei problemi, di riflesso anche l’AMM avrà problemi.

Gli AMM sono ad uno stadio di sviluppo molto infantile, anche se alcuni progetti implementano costantemente nuove funzionalità e miglioramenti. Vedasi Uniswap giunto alla terza versione della piattaforma in tre anni.

Il futuro

Changpeng Zhao, l’amministratore delegato di Binance, ha affermato in una intervista di sognare un futuro in cui gli exchange saranno completamente decentralizzati.

In effetti questa sembra essere la direzione, tuttavia i tempi non sono ancora maturi. Serve ancora molta ricerca e sperimentazione per trovare tutti quei nodi che magari ancora non si vedono e che potrebbero venire al pettine nei prossimi anni.

In definitiva si tratta di piattaforme affascinanti, consigliate a trader più avanzati ma che richiedono prudenza perché non hanno nessun barlume di protezione normativa.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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