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Cos’è Chainlink (LINK), e futuro degli smart contract ibridi

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Jul 27, 2021, 21:03 UTC

Cos’è Chainlink (LINK), e quale sarà il futuro degli smart contract ibridi nella finanza decentralizzata (DeFi)?

chainlink link

In questo articolo:

Prendete ciò che fino ad ora conosciamo sulle potenzialità degli smart contract per il mondo digitale e reale, e aggiungiamoci la capacità di comporre in modo sicuro le risorse di calcolo on-chain e off-chain per avere i contratti intelligenti ibridi, ed abbiamo Chainlink (LINK), un sistema decentralizzato operante sulla Ethereum network il cui token ERC-20 nativo si chiama LINK.

Il progressivo aumento dell’interesse nei confronti della finanza decentralizzata (DeFi), che Chainlink supporta con i suoi servizi rivolti a grandi progetti come Aave, yEarn e Synthetix, hanno fatto balzare il valore del token LINK in cima alla classifica dei maggiori crypto asset per capitalizzazione di mercato.

Scopriamo in sintesi cos’è Chainlink attraverso questa guida introduttiva, prima di decidere di investire nel token LINK.

Il progetto nasce nel 2017 attraverso una offerta iniziale di moneta (ICO) e si presenta sin dall’inizio come una soluzione blockchain di astrazione che consente la creazione di contratti intelligenti universalmente connessi.

Attraverso una rete decentralizzata di oracoli, Chainlink permette a blockchain terze di interagire in modo sicuro con feed di dati esterni, eventi e metodi di pagamento, fornendo le informazioni critiche off-chain necessarie ai contratti intelligenti complessi per diventare la forma dominante di accordo digitale.

La Chainlink Network è gestita da una ampia comunità open-source di fornitori di dati, operatori di nodi, sviluppatori di contratti intelligenti, ricercatori, revisori di sicurezza e altro.

L’azienda, Chainlink Labs, si occupa di assicurare che sia garantita a tutti gli operatori di nodi e agli utenti una partecipazione decentralizzata all’ecosistema.

Questo tipo di sistema così creato, e fatto di dati che fluiscono dal mondo esterno verso la blockchain, ha dato vita al concetto di hybrid smart contract. Un concetto che è il fondamento del progetto stesso come si può leggere nell’ultimo whitepaper Chainlink 2.0.

Fondato da Sergey Nazarov e Steve Ellis, Chainlink Labs il progetto si è fondato su una prospettiva che loro spiegano così:

“Un sistema crittografico di contratti porterà sia la nostra vita quotidiana che i mercati emergenti di tutto il mondo in una nuova era di equità economica, trasparenza ed efficienza, meno governata da vaghe promesse e maggiormente dal valore reale creato da individui e istituzioni”.

La missione del progetto, invece, è così riassumibile:

“Attraverso la fusione della ricerca accademica con una attenzione dell’industria alle esigenze degli utenti, la missione di Chainlink Labs è di potenziare la prossima generazione di contratti intelligenti. Crediamo che i contratti intelligenti ibridi diventeranno la forma dominante di accordo digitale” nel prossimo futuro.

Quelli che seguono sono in sintesi le 7 aree chiave sulle quali Chainlink Labs pianifica di concentrarsi per l’immediato sviluppo futuro del progetto. I punti sono estratti dall’ultima versione del whitepaper di Chainlink (LINK).

  • Contratti intelligenti ibridi: Offrire un quadro generale e potente per aumentare le capacità dei contratti intelligenti esistenti, componendo in modo sicuro le risorse di calcolo on-chain e off-chain in quelli che noi chiamiamo contratti intelligenti ibridi.
  • Astrarre la complessità: Presentare agli sviluppatori e agli utenti finali funzionalità semplici, elimina la necessità di prendere familiarità con i complessi protocolli e confini del sistema.
  • Scalare: Garantire che i servizi di oracolo raggiungano le latenze e i throughput richiesti dai sistemi decentralizzati ad alte prestazioni.
  • Riservatezza: Abilitare i sistemi di nuova generazione che combinano la trasparenza innata delle blockchain con nuove forti protezioni di riservatezza per i dati sensibili.
  • Ordine-equità per le transazioni: Supportare la sequenzialità delle transazioni in modi che siano equi per gli utenti finali e prevenire il front-running e altri attacchi da parte di bot e minatori (miner) sfruttatori.
  • Trust-minimization: Creare un livello di supporto altamente affidabile per i contratti intelligenti e altri sistemi dipendenti dall’oracolo per mezzo della decentralizzazione, un forte ancoraggio in blockchain ad alta sicurezza, tecniche crittografiche e garanzie criptoeconomiche.
  • Sicurezza (criptoeconomica) basata sugli incentivi: Progettazione rigorosa e implementazione robusta di meccanismi che assicurano che i nodi nei DON (Decentralized Oracle Network) abbiano forti incentivi economici che li spingano a comportarsi in modo affidabile e corretto, anche di fronte ad avversari ben dotati di risorse.

Una delle recenti introduzioni del paper Chainlink 2.0 è l’Explicit Staking, un sistema avanzato di crypto economia, in fase di sviluppo, dove i nodi Chainlink rinchiudono i token LINK come garanzia in caso di comportamenti malevoli e indesiderati.

Il modello di staking esplicito viene considerato unico dai suoi sviluppatori perché è progettato per proteggere contro una classe estremamente ampia di avversari ben capitalizzati, oltre a raggiungere un impatto di staking super-lineare.

In questo meccanismo gli attori malintenzionati sono tenuti ad avere un budget significativamente maggiorato in termini di depositi combinati di tutti i nodi all’interno di un DON, creando garanzie di sicurezza sempre maggiori per le applicazioni smart contract di alto valore ed in un modo che sia economicamente efficiente.

LINK è il token interno con il quale si effettuano le transazioni all’interno della piattaforma decentralizzata Chainlink.

Durante la ICO gli ideatori hanno stabilito che il 35% del miliardo di LINK creati doveva essere destinato agli operatori dei nodi e all’incentivazione dell’ecosistema. Un altro 35% doveva essere distribuito durante le fasi di vendita dei LINK, mentre un ulteriore e rimanente 30% doveva essere riservato alla società per lo sviluppo continuo dell’ecosistema Chainlink e della rete.

In circolazione troviamo il 44% dei token LINK creati: 441.509.554.

Il token LINK ha toccato un prezzo massimo di 52,20 USD al momento della redazione della guida.

Rispetto alla partenza delle contrattazioni avvenuta nel mese di settembre 2017, quando LINK valeva 0,1263 USD, il ROI per gli investitori della prima ora è intorno al +11.918,36 con un prezzo di LINK a 19,04 USD.

Come per ogni progetto del settore delle criptovalute, gli aspetti da considerare da un punto di vista di analisi fondamentale riguardano:

  • la qualità del progetto e dei suoi realizzatori;
  • un piano realizzabile e realmente utile alle persone;
  • la solvibilità dell’azienda che gestisce il progetto;
  • i casi d’uso realmente funzionanti;
  • una community fatta di persone reali che supportano il progetto;
  • il rispetto delle normative nazionali e internazionali;

Questa una lista di cose da verificare quando si analizza Chainlink per capire quale sarà il suo futuro.

Non vi è dubbio, inoltre, che il progetto è legato alla finanza decentralizzata (DeFi) e ai suoi futuri sviluppi.

Non ultimo, essendo un sistema operante sulla Ethereum Network, è basilare essere al corrente di eventuali complicazioni legate allo sviluppo di Ethereum che potrebbero impattare negativamente anche su Chainlink. All’opposto, l’implementazione delle future fasi di ETH 2.0 potrebbero comportare dei benefici anche per il token LINK.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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