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Venerdì il mercato aurifero rimane invariato

Da
Barry Norman
Aggiornato: Oct 9, 2015, 18:27 GMT+00:00

Venerdì il mercato aurifero apre invariato a 1144,30$ dopo aver recuperato le perdite di giovedì. Verso la fine della sessione il metallo era scambiato in

Venerdì il mercato aurifero rimane invariato
Venerdì il mercato aurifero rimane invariato

Venerdì il mercato aurifero apre invariato a 1144,30$ dopo aver recuperato le perdite di giovedì. Verso la fine della sessione il metallo era scambiato in ribasso, tuttavia, a seguito del rilascio dei verbali FOMC il prezioso ha prontamente testato la regione dei 1150$. I verbali della riunione Fed hanno mostrato come i funzionari della banca centrale statunitense siano stati turbati dal rallentamento economico globale, tuttavia la loro previsione non sembra essere “materialmente alterata”.

Stando a quanto riportato dai verbali relativi alla riunione del 16 e del 17 settembre, la Federal Reserve, ha mostrato come che l’economia statunitense avrebbe potuto supportare un innalzamento dei tassi di interesse già dal mese di settembre, tuttavia, i funzionari hanno optato per una maggiore prudenza al fine di accertarsi che tale rallentamento non colpisca anche gli Stati Uniti.

Detto questo, ci sembra opportuno segnalare come, durante la chiusura dei mercati cinesi, avvenuta dal 1 ottobre al 7 ottobre, il prezioso abbia postato un rialzo di 30$ l’oncia mentre l’argento ha guadagnato 1,50$ sulla scia di un ribasso del dollaro statunitense. Tuttavia, nella sessione di giovedì, i metalli si muovono fortemente in ribasso poiché i trader cinesi hanno approfittato dell’ascesa del mercato per vendere i preziosi e prenotare prese di beneficio al ritorno della settimana di vacanza. L’argento posta un calo di 3$. Il metallo giallo si muove in ribasso sulla scia del rilascio dei verbali della riunione Fed, che hanno mostrato come i funzionari della banca centrale statunitense siano stati turbati dal rallentamento economico globale, e come,  la loro previsione non sia “materialmente alterata”.

A seguito del rilascio dei verbali Fed, il metallo giallo posta un forte rally rompendo al di sopra dei 1.150$ avviando, successivamente, una modesta svendita. Tai Wong, direttore del trading dei metalli preziosi e di base presso il BMO Capital Markets, ritiene che la mossa rifletta una profonda ambivalenza nel mercato riguardo alla possibilità di assistere ad un innalzamento dei tassi di interesse Fed entro dicembre.

“In un primo momento, il mercato aurifero ha reagito positivamente al rilascio dei verbali Fed relativi al mese di settembre Fed, verbali che hanno mostrato come il FOMC stia cercato un ulteriore miglioramento nel mercato del lavoro, scenario che conferma come le prospettive non siano risultate così negative di fronte all’innalzamento dei tassi di interesse”.

Un innalzamento dei tassi di interesse potrebbe supportare il metallo giallo a breve termine. Prima del rilascio dei verbali Fed, i future dell’oro con consegna a dicembre si muovono in ribasso postando un calo dello 0,4% per attestarsi su quota 1.144,50$ l’oncia. L’argento prende spunto dall’oro ed é negoziato a 15,75$ mentre il platino guadagna più di 10$ raggiungendo quota 960.30$.

Venerdì mattina il rame si muove in rialzo guadagnando 36 punti ed é negoziato a 2,835$ poiché gli acquirenti cinesi hanno supportato il mercato. Ieri i metalli di base sull’LME hanno registrato un ribasso poiché, nonostante il calo dello 0,2% postato dal dollaro statunitensi, gli investitori hanno avviato delle prese di beneficio. Giovedì i prezzi del rame sull’LME perdono l’1% chiudendo la sessione a 5,145$ per tonnellata. Tale scenario mostra come le preoccupazioni riguardanti il rallentamento della crescita della domanda cinese abbiano inciso sul mercato nettamente di più del calo delle scorte e del ribasso della produzione.

A tale proposito, ci sembra opportuno segnalare come la Cina rappresenti circa la metà del consumo mondiale di metallo rosso, pertanto, il rallentamento della domanda cinese grava fortemente sul mercato. Tale impatto è stato evidenziato dai numeri che mostrano come, nel mese di agosto, le esportazioni tedesche in Cina abbiano registrato il più grande calo da quanto é iniziata la crisi finanziaria.

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