Questo decreto non s’ha da fare. Direbbe così Don Abbondio, se interrogato sulla fattibilità del nuovo decreto inerente il bail-in, la
Questo decreto non s’ha da fare. Direbbe così Don Abbondio, se interrogato sulla fattibilità del nuovo decreto inerente il bail-in, la responsabilizzazione di investitori e correntisti sui crack bancari, voluta dall’UE.
Non si discosta molto dalla posizione di cui sopra, Giuseppe Vegas, presidente della Consob, il quale lamenta criticità non indifferenti presenti nel nuovo decreto legislativo sul bail-in, affermando come alcune disposizioni siano titolari di “profili di non perfetta coerenza con le direttive europee in materia di abusi di mercato e di trasparenza dell’informativa societaria”.
Nella giornata di oggi, in Commissione Finanze al Senato, il n.1 di Via G.B. Martini, ripetendo come lo schema del decreto “si pone in contrasto con la direttiva comunitaria sugli abusi di mercato che tutelano la trasparenza”, ha chiarito come sia arduo differire per legge la notizia del bail-in di una banca al momento in cui il provvedimento giunga in Gazzetta ufficiale.
Non solo: quanto contenuto nel decreto nazionale, oltrepassa le richieste comunitarie sulla responsabilizzazione privata forzosa in vigore dall’1 gennaio 2016.
Così Vegas: “la norma più critica riguarda l’obbligo di differire la diffusione al pubblico della notizia relativa alla procedura di risoluzione sino al momento della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, sul sito web della Banca d’Italia e su quello dell’ente sottoposto a risoluzione, anche ove la sussistenza dei presupposti per l’avvio della procedura sia già nota all’emittente e ai componenti dei suoi organi di amministrazione”.
Prosegue il Presidente della Consob, statuendo come la norma in questione “non è volta a recepire specifiche disposizioni” della direttiva europea, ma “rifletterebbe dunque una scelta autonoma del legislatore nazionale che, tuttavia, si pone in contrasto con la direttiva comunitaria sugli abusi di mercato. Quest’ultima, infatti, impone la diffusione al pubblico, senza indugio, di qualsiasi informazione price sensitive, al fine di garantire un corretto processo di formazione dei prezzi e di assicurare che le decisioni degli investitori e dei depositanti siano sempre correttamente orientate”.
Il superamento, come già detto sopra, della direttiva UE sulla risoluzione delle crisi bancarie è figlio di una ratio tesa a privilegiare la stabilità a discapito della trasparenza, rischiando di causare effetti boomerang peggiori rispetto all’intento iniziale di modulare e quindi alleviare le conseguenze causate dagli shock che colpiscono gli intermedi finanziari.
Sulla questione, si esprime così Vegas: “L’opacità sull’esistenza di situazioni di dissesto finanziario e sulle relative modalità di gestione aumenta la sfiducia degli investitori nel corretto funzionamento dei mercati finanziari, frena lo sviluppo del mercato dei capitali e ostacola la raccolta di risorse tramite l’emissione di azioni e obbligazioni; ciò può determinare un impatto negativo sull’intero sistema bancario rendendolo più vulnerabile ed eccessivamente dipendente dalla raccolta a breve realizzata tramite depositi”.
Comprensibile capire l’ammonimento del Presidente della Consob, quando affronti il rischio che il risparmio si indirizzi verso giurisdizioni che adottino regole più attente alla tutela dei diritti degli investitori: è davvero necessaria la presenza di un regime di riservatezza armonizzato che persegua finalità di sicurezza e salvaguardia.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.