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Un membro del Fomc si dichiara preoccupato e il dollaro si muove in ribasso

Da
Barry Norman
Pubblicato: Dec 2, 2015, 17:56 GMT+00:00

Nella serata di ieri, le dichiarazioni di Charles Evans hanno sorpreso quanti scommettono sul rialzo del dollaro. Secondo Bloomberg, la riunione per la

Un membro del Fomc si dichiara preoccupato e il dollaro si muove in ribasso

Nella serata di ieri, le dichiarazioni di Charles Evans hanno sorpreso quanti scommettono sul rialzo del dollaro. Secondo Bloomberg, la riunione per la politica monetaria della Federal Reserve di questo mese, in cui ci si aspetta ampiamente il primo innalzamento dei tassi di interesse in quasi dieci anni, è divenuta una fonte di preoccupazione per Charles Evans, presidente della Fed di Chicago.

Nella serata di martedì, in un discorso tenuto a East Lansing in Michigan, Evans, nel 2015 membro con diritto di voto del Comitato Federale del Mercato Aperto, cui è deputata l’impostazione della politica monetaria, ha affermato: “Confesso un certo nervosismo per la nostra prossima decisione.”

Evans, tra i membri più moderati della Fed, ha ribadito di voler essere “più sicuro di quanto non sia che l’inflazione stia veramente aumentando” prima di aumentare i tassi di interesse. Evans ha aggiunto: “Senza considerare la data esatta della manovra restrittiva, ritengo ben giusto che il tasso sui Fed fund rimanga al di sotto dell’1% fino alla fine del 2016.”

Ci si aspetta che la presidente della Fed, Janet Yellen, nel discorso sulle prospettive dell’economia che terrà a Washington nella giornata di mercoledì, rafforzi le possibilità di una decisione del Fomc favorevole all’innalzamento del tasso centrale di riferimento sui Fed fund nella riunione del 15 e 16 dicembre. Nella giornata di giovedì, Jellen terrà la sua relazione innanzi alla Commissione Bicamerale per l’Economia. In tale occasione, è previsto che la presidente della Fed tenga un discorso e risponda alle domande dei membri del Congresso.

Nella serata di ieri, il dollaro è sceso al di sotto di quota 100, toccando quota 99,89. Tuttavia, nella mattinata di mercoledì, la valuta statunitense ha sperimentato un lieve recupero, assestandosi a quota 99,96. Negli ultimi giorni, sono stati pubblicati diversi dati deludenti sugli Stati Uniti, seppur niente di eccezionale a parte il calo del settore manifatturiero, che potrebbe rappresentare un’anomalia. L’atteso indice Ism ha portato gli investitori a rivedere al ribasso alcune delle loro posizioni rialziste sul dollaro. L’indice è sceso a 48,6, con il settore che risente del peso di un dollaro forte e dei netti tagli alla spesa decisi dalle compagnie energetiche.

Contro lo yen, il dollaro è stato negoziato a quota 123,03, riavvicinandosi al massimo di quota 123,24 raggiunto nella giornata di lunedì. Sullo yen, la valuta statunitense si è mossa in ribasso dopo aver raggiunto il massimo degli ultimi tre mesi a quota 123,77 solo qualche settimana fa. Sempre in difficoltà, l’euro ha perso lo 0,1% assestandosi sugli 1,0617$, dopo aver toccato il minimo degli ultimi sette mesi e mezzo nella giornata di lunedì, quando la moneta unica europea ha raggiunto gli 1,0557$. Il ribasso è legato alle aspettative di nuove misure di stimolo che la Banca Centrale Europea dovrebbe decidere nel corso della sua prossima riunione sulla politica monetaria, prevista per la giornata di giovedì.

Nelle prime ore della sessione, l’Aussie ha raggiunto il massimo delle ultime sette settimane, toccando quota 0,7345. L’apprezzamento è stata innescata dai dati sul Pil, risultato superiore alle previsioni. Il  kiwi è stato negoziato appena al di sotto dei 67 centesimi di dollaro Usa, che rappresentano il suo massimo dagli inizi di novembre. La mossa è stata sostenuta dall’aumento dei prezzi mondiali del latte. Nell’ultima sessione, il dollaro neozelandese aveva perso circa lo 0,2%, toccando gli 0,6666$.

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