Lunedì il metallo giallo si muove fortemente in ribasso perdendo 26$. Il prezioso è negoziato a 1267,75$ mentre il greggio posta un calo di 447 punti. Il
Lunedì il metallo giallo si muove fortemente in ribasso perdendo 26$. Il prezioso è negoziato a 1267,75$ mentre il greggio posta un calo di 447 punti. Il metallo più colpito è stato il platino che ha registrato un calo di 37$ per attestarsi su quota 1047,95$. Non abbiamo assistito a importanti rilasci sul calendario economico o nei titoli globali capaci di cambiare l’andamento dei mercati globali. I trader del metallo hanno deciso di avviare una presa di beneficio a seguito del rally dell’oro che ha visto il prezioso rompere al di sopra della resistenza situata ai 1300$. Gli orsi hanno allontanato i tori dato che i prezzi sono tornati ribassisti. Il dollaro statunitense guadagna terreno sula scia delle recenti dichiarazioni che hanno riaperto la possibilità di assistere ad un innalzamento dei tassi di interesse a giugno. i prezzi del metallo giallo rompono al di sotto dei 1270$ per la prima volta in cinque sessioni sulla scia del rally registrato dal dollaro sul mercato Forex a seguito dei deboli numeri del mercato del lavoro statunitense rilasciati venerdì. Il rapporto ha mancato le aspettative.
Infatti, il rapporto ufficiale sulle buste paga nei settori non agricoli statunitensi ha mostrato come nel mese di aprile l’incremento dei posti di lavoro negli Stati Uniti sia stato il più basso degli ultimi sette mesi. Inoltre, i deboli numeri commerciali internazionali rilasciati oggi dalla Cina hanno spinto il dollaro statunitense verso i massimi delle ultime due settimane sul suo indice ponderato su base commerciale contro le altre principali valute.
Stando a quanto dichiarato da Bloomberg, quest’anno il metallo giallo potrebbe aver beneficiato delle aspettative di un rallentamento dell’economia globale, scenario che avrebbe frenato il ritmo degli innalzamenti dei tassi statunitensi. Minori oneri finanziari aumentano l’appeal dell’oro contro attività fruttifere come le obbligazioni. Tre degli investitori obbligazionari più influenti del mondo hanno dichiarato di non confidare in un possibile innalzamento Fed a seguito del rapporto sui posti di lavoro rilasciato venerdì, affermazioni che hanno supportato il rally del prezioso.
“Questa mattina l’oro era davvero distrutto” ha detto Phil Sterile, uno stratega di mercato senior presso la RJO Futures di Chicago, in un intervista telefonico “Alla fine la Fed innalzerà i tassi di interesse, e se il prossimo mese assisteremo a brillanti numeri occupazionali l’innalzamento potrebbe avvenire nel mese di luglio”.
Bill Gross, che gestisce il Janus Global Unconstrained Bond Fund, ha affermato che i responsabili politici potrebbero agire nella prossima riunione prevista per giugno. Mohamed El-Erian, il capo consigliere economico di Allianz SE, sostiene che quest’anno la Fed potrebbe innalzare i tassi per ben due volte e Mark Kiesel, il responsabile degli investimenti per il credito globale presso la Pacific Investment Management Co., ha ribadito tale ipotesi.
I trader ritengono che la possibilità di assistere ad un innalzamento dei tassi di interesse Fed entro quest’anno sia inferiore al 50%, un numero nettamente al di sotto del 90% registrato a gennaio. Oggi il metallo giallo potrebbe essere influenzato dai commenti di Charles Evans, presidente della Fed di Chicago e membro FOMC che rilascerà le sue dichiarazioni alle 9:10 GMT.
Venerdì scorso, il presidente della Federal Reserve di New York, William Dudley, ha affermato che, nonostante il debole incremento del mercato del lavoro degli Stati Uniti registrato da settembre del 2015, la possibilità di assistere a due innalzamenti dei tassi di interesse nel 2016 è ancora in auge.
Stando a quanto mostrato da Bloomberg, a partire da venerdì, le partecipazioni nei fondi comuni di investimento garantiti in oro sono aumentate di 6,3 tonnellate per attestarsi su quota 1.799.6 tonnellate, i massimi da dicembre del 2013.