Incredibile ma vero, l’Unione Europea apprezza e avalla il piano del governo italiano per risarcire gli investitori privati delle quattro banche italiane
Incredibile ma vero, l’Unione Europea apprezza e avalla il piano del governo italiano per risarcire gli investitori privati delle quattro banche italiane salvate: Banca Marche, Banca Etruria, Cassa di Risparmio di Chieti e Cassa di Risparmio di Ferrara.
La Commissione riconosce la possibilità che i soggetti di cui sopra siano stati titolari di vendite improprie aventi a oggetto obbligazioni subordinate, infatti, per bocca di un proprio portavoce, così si esprime: “Naturalmente sosteniamo l’intenzione del Governo italiano, che consentirà ai clienti di chiedere un risarcimento nel caso che siano avvenute vendite inappropriate di obbligazioni”.
Un’importante apertura, o, più che altro, un’iniezione di fiducia verso il Bel Paese figlia anche di un’unità d’intenti che, data la materia, appare quantomeno opportuna.
È utile compiere un passo indietro e analizzare la proposta del Governo Italiano.
Il progetto è contenuto in un emendamento alla Legge di Stabilità e prefigura la costituzione di un fondo da 100 milioni di euro che compensi parzialmente i 10.500 titolari di obbligazioni subordinate delle quattro banche azzerate insieme alle azioni delle stesse nell’ambito del piano di salvataggio che ha permesso l’uso del Fondo di risoluzione per 3,6 miliardi.
Per meglio comprendere la portata di una siffatta situazione, giova riportare i pareri di esperti del settore, come ad esempio l’amministratore delegato di BPER, Alessandro Vandelli, la cui opinione appare utile quanto controversa.
Secondo Vandelli: “Le condizioni che oggi vengono praticate per le obbligazioni subordinate sul mercato retail e sul mercato wholesale si stanno progressivamente allineando”…, “Dico solo che a volte ci sono dei clienti che chiedono di poter avere obbligazioni subordinate perché queste danno un extra rendimento al quale a volte in alcune circostanze sono interessati”.
Se appare critico verso la mancanza di consapevolezza degli investitori (tema controverso ma che qui non sarà approfondito perché oltrepasserebbe l’argomento), risulta più fiducioso relativamente all’ottimizzazione delle informazione bancarie, ammettendo che le stesse “possono sempre migliorare”, ma polemizzando ancora una volta che “uno che compra azioni deve essere consapevole di ciò che sta comprando”.
Dopo aver auspicato che “l’informazione si possa sempre migliorare e si possa operare perché sia efficace, corretta e completa” e che “si debba andare in questa direzione”, ha concluso con una critica, l’ennesima, che pone l’accento sulla posizione di una parte del mondo bancario, quella intransigente, che si ostina a rifuggire le proprie responsabilità: “Personalmente ritengo che le banche, le informazioni le diano ma quando c’è qualcuno che viene colpito da un provvedimento così importante che determina una perdita è chiaro che è abbastanza spontaneo dire di non essere stato sempre informato adeguatamente”.
Da una parte l’UE applaude la programmazione del Governo, dall’altra i banchieri si dimenticano di tutelare il loro bene più prezioso, gli investitori.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.