Trader Del Greggio Rialzisti O Solo Speranzosi

Questa mattina, il greggio WTI e il Brent si muovono in ribasso avvicinandosi entrambi alla regione dei 40$. I prezzi sono stati supportati dall’interruzione delle forniture  in Nigeria e in Iraq  e dalle intenzioni mostrate da numerosi produttori di congelare la produzione ai livelli di gennaio. Martedì mattina il greggio WTI é scambiato a 39.16$ mentre il Brent si attesta su quota 40,59$.

I membri Opec e i  membri non appartenenti all’organizzazione, si riuniranno il 17 aprile a Doha per discutere il piano da attuare. Victor Shum, analista senior del graggio e del gas naturale presso la IHS di Singapore, ha dichiarato “Una forte pressione grava sui partecipanti alla riunione al fine di ottenere qualcosa poiché, se così non fosse, il sentimento di supporto che abbiamo recentemente visto nel mercato potrebbe svanire rapidamente”

Finora, 10 paesi hanno confermato la loro partecipazione alla riunione,  solo la Libia, membro Opec, ha dichiarato che non sarà presente.

Gli investitori del greggio hanno incrementato le loro scommesse rialziste sui prezzi del greggio postando nuovi record il 22 marzo, questi i dati mostrati lunedì da ICE. A supportare i prezzi il calo della produzione degli Stati Uniti e la forte domanda di benzina della nazione.

Gli investitori attendono i dati della produzione mensile statunitense per il mese di gennaio che verranno rilasciati questa settimana e che dovrebbero fungere da barometro per la la resilienza dei produttori di scisto.

Stando a quanto riportato dall’Energy Information Administration, a dicembre, la produzione di greggio degli Stati Uniti diminuisce per il terzo mese consecutivo per attestarsi su quota 9,26 milioni di barili giornalieri a causa del forte calo registrato dai più grandi produttori di scisto, sebbene tale calo sia stato compensato da un aumento estero.

In generale, negli ultimi due mesi i prezzi del greggio hanno recuperato circa il 50%, invertendo il drastico calo del mercato che nel mese di gennaio ha testato i minimi degli ultimi 12 anni al di sotto dei 30$. Le speculazioni di una possibile riduzione dell’offerta hanno supportato l’ascesa del combustibile, poiché in molti ritengono che un calo della fornitura possa porre fine al declino degli ultimi 20 mesi.

Secondo gli analisti di Bernstein  la produzione dei membri non Opec al di fuori degli Stati Uniti mostra un calo quattro volte più veloce rispetto alle stime dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, scenario che potrebbe innescare un recupero più rapido del previsto.

Gli analisti di Barcley prevedono una “corsa in uscita” poiché gli investitori si sono allontanati dalle materie prime innescando così un calo dei prezzi del greggio del 25%.

Una nota emessa dalla banca ha affermato che sebbene gli investitori siano stati attratti dalle materie prime come una delle migliori risorse performanti finora del 2016, i rendimenti è improbabile che siano sostenuti nel secondo trimestre dell’anno.

“Ciò potrebbe rendere le materie prime vulnerabili ad una ondata di liquidazione da parte degli investitori che in uno scenario peggiore potrebbe innescare un ribasso del   20-25% rispetto ai livelli di prezzo attuali”.

Secondo gli analisti il prezzo del greggio potrebbe nuovamente rompere al di sotto dei 30$.

La banca ha inoltre mostrato come il recente rialzo dei prezzi non sembri essere supportato da un miglioramento dei fondamentali, e che i mercati chiave come il greggio e il rame stanno già affrontando sbalzi di eccesso della capacità produttiva e delle scorte.

Il posizionamento dei future sui mercati del greggio é passato da ribassista a rialzista in poche settimane, inoltre abbiamo assistito ad un incremento dei flussi di investimento nei mercati cinesi delle materie prime.