Pubblicita'
Pubblicita'

TIM compra Noovle e punta al Cloud, Microsoft forma sviluppatori Azure

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: May 26, 2020, 09:36 UTC

TIM compra Noovle e punta al Cloud computing con maggiore decisione rispetto al passato, intanto Microsoft forma Cloud software developer per Azure.

tim, noovle

È ancor più tempo di cloud computing degli ultimi anni, forse nulla come questi ultimi mesi hanno fatto comprendere alle imprese italiane quanto sia fondamentale digitalizzarsi non solo per sviluppare nuovi business e facilitare quelli esistenti, ma anche per essere resilienti nei confronti delle sfide presenti e future.

TIM compra al 100% Noovle, una società italiana di consulenza ICT e system integration che ha tra le sue specializzazioni la realizzazione e fornitura di progetti e soluzioni cloud. Inoltre Noovle è partner di Google Cloud nel mercato italiano.

TIM compra Noovle e punta al Cloud

In un comunicato stampa reso disponibile da Noovle e TIM, così viene spiegata la motivazione che ha spinto TIM a comprare Noovle.

“L’operazione permette a TIM di ampliare la propria offerta di servizi innovativi di public, private e hybrid cloud e di rafforzare le competenze di servizio per accelerare la digitalizzazione delle imprese, dalle Pmi alla grande industria, fino al mondo della Pubblica amministrazione e della sanità. Grazie a questa acquisizione, TIM accelera significativamente nel percorso avviato al fianco di Google e apre la strada alla futura creazione di una Newco dedicata ai servizi cloud ed edge computing”.

Rinforzare il progetto cloud di TIM

Carlo d’Asaro Biondo, vice presidente esecutivo di TIM nel progetto cloud, ha spiegato che l’acquisizione di Noovle consentirà a TIM di far fare passi avanti al progetto Cloud di TIM.

Risveglio tardivo?

La “fame di digitale” esplosa tra gennaio e aprile 2020 hanno a quanto pare meglio aperto gli occhi ad aziende che avevano investito nel cloud computing, ma senza mai farlo in modo deciso.

L’acquisizione di Noovle da parte di TIM è anche il segno di una maggiore presa di coscienza, ad ampio spettro, di quanto innovare sia vitale per l’Italia.

Microsoft forma sviluppatori Azure

A Bergamo, intanto, Microsoft ha deciso> di avviare un corso di formazione di sviluppatori per il suo servizio di cloud computing Azure.

Il corso di formazione partirà ad ottobre 2020 e sarà riservato a 30 sviluppatori che conseguiranno due certificazioni Microsoft: Azure developer associate e Azure devops engineer expert.

Si tratta quindi di certificazioni di alto livello che richiedono un background di competenze alto.

Non serve la laurea e in realtà neppure il diploma, in spirito pragmatico e molto anglosassone, è importante avere le competenze richieste per partecipare alla selezione che prenderà il via tra giugno e luglio.

Diplomati delle scuole superiori e addetti del settore IT che intendono acquisire nuove competenze e meglio qualificarsi, hanno la loro opportunità di cavalcare il momento favorevole alle tecnologie digitali e per il cloud computing.

Non sarà una passeggiata. Per ottenere tutte e due le certificazioni bisognerà studiare due anni alla scuola di Microsoft a Bergamo presso JAC.

Cercasi quindi Cloud software developer del prossimo futuro, figure professionali che troveranno presto un impiego nel mercato del lavoro anche in Italia, in questa fase di forte trasformazione digitale.

La PA fa un salto nel cloud computing

Il National digital officer di Microsoft Italia Carlo Mauceli, ha spiegato a La Repubblica che la multinazionale per la quale lavora ha aiutato in questo periodo la Pubblica amministrazione a fare un salto in avanti nel cloud computing, sostenendo ad esempio l’ospedale San Giovanni di Roma nella fornitura di un servizio di telemedicina per pazienti affetti da Covid-19, offerto dei bot risponditori automatici per altri ospedali come lo Spallanzani e l’Asl 3 di Napoli.

“In questi mesi la PA ha fatto un corso accelerato di digitalizzazione, l’equivalente di trent’anni”, ha detto a La Repubblica l’alto dirigente Microsoft Italia.

Ecco quanto stava arretrata la pubblica amministrazione italiana e ciò spiega anche la sua lentezza nel rispondere alle istanze di imprese e cittadini nei tempi odierni: parte della PA era ferma agli anni ‘90.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

Hai trovato utile questo articolo?

Pubblicita'