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Sul mercato valutario, i trader corrono ai ripari

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Jan 14, 2016, 17:08 UTC

Nella mattinata di oggi, i trader si sono diretti sulle valute rifugio, con lo yen in rialzo e l'Aussie e il kiwi in forte ribasso. Il continuo crollo del

Sul mercato valutario, i trader corrono ai ripari

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Nella mattinata di oggi, i trader si sono diretti sulle valute rifugio, con lo yen in rialzo e l’Aussie e il kiwi in forte ribasso. Il continuo crollo del prezzo del petrolio e l’andamento negativo dei titoli cinesi hanno diffuso avversione al rischio tra i trader. Lo yen ha guadagnato 17 punti contro un dollaro in apprezzamento e 12 punti contro l’euro. La coppia USD/JPY viene negoziata a quota 117,52 e il cambio EUR/JPY si assesta a quota 127,88. In Giappone, secondo quanto dichiarato dal governo nella giornata di giovedì, a novembre, gli ordinativi di macchinari core sono diminuiti per la prima volta in tre mesi. La contrazione è attribuibile al rallentamento della crescita globale, che pesa sulla fiducia delle imprese nipponiche.

Gli ordinativi core, uno tra i principali indicatori degli investimenti delle imprese, sono scesi del 14,4% su base mensile dopo la destagionalizzazione. Gli economisti interpellati dal The Wall Street Journal e dal Nikkei avevano previsto un declino del 7,8%. Su base annua, gli ordinativi sono aumentati dell’1,2%.

Nell’ultimo anno, la tendenza degli investimenti delle imprese giapponesi è stata incerta, con gli sforzi del primo ministro Shinzo Abe per far ripartire l’economia che si sono imbattuti in gravi difficoltà provenienti dall’estero, specialmente dalla Cina e dai mercati emergenti, dove la crescita sta rallentando. Nel corso dell’ultima sessione, lo yen si è mosso in rialzo dello 0,2% sul dollaro, toccando i 117,44¥, non lontano dai massimi degli ultimi cinque mesi. Nel corso di quest’anno, la valuta nipponica ha guadagnato il 2,5%, con gli investitori che si riversano su attività sicure a causa dell’incertezza sulla Cina. L’apprezzamento dello yen danneggia gli esportatori nipponici, poiché le loro merci divengono meno competitive all’estero.

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Il differenziale tra lo yuan offshore e quello onshore ha raggiunto i 108 punti base, a fronte di un premio di circa 20 punti base nella giornata di mercoledì. Giovedì scorso, il divario ha per una volta toccato il massimo storico di 1400 punti base. La Banca Popolare Cinese ha innalzato il cambio dello yuan contro il dollaro di 14 punti base, portandolo a quota 6,5616. Negli ultimi due giorni, la banca centrale di Pechino aveva attuato un deprezzamento dello yuan.

Al contempo, la Banca Popolare Cinese ha ridotto il cambio tra euro e yuan onshore di 257 punti base, portandolo a quota 7,1468. Il tasso di riferimento dello yuan contro i 100 yen ha perso 84 punti base, giungendo a quota 5,5857. Il cambio con la sterlina si è mosso in rialzo di 337 punti base, salendo a quota 9,4609.

Lo yuan offshore è stato negoziato a quota 6,5951, in ribasso dello 0,46% rispetto alla quotazione di mercoledì, dopo che la Banca Popolare Cinese ha arrestato il suo intervento sul mercato offshore  sempre di mercoledì. Contemporaneamente, nella stessa giornata, lo yuan onshore si assestava a quota 6,5843, in calo dello 0,16%. Nella giornata di giovedì, la valuta cinese si è mossa in forte ribasso sul mercato offshore, cedendo parte dei guadagni registrati all’inizio della settimana a seguito dell’intervento della banca centrale di Pechino a sostegno del suo valore. Nella giornata di giovedì, lo yuan ha perso fino allo 0,64% per toccare quota 6,6071 sul mercato offshore, nonostante la Banca Popolare Cinese abbia aumentato il tasso di cambio contro il dollaro sul mercato interno.

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A seguito della stabilizzazione del cambio dello yuan e della pubblicazione dei dati sul commercio, che hanno mostrato un sorprendente miglioramento, l’AUD ha tentato di muoversi in rialzo. Il dollaro australiano è rimasto ben all’interno delle recenti gamme di oscillazione e ha chiuso in prossimità dei suoi minimi dopo il mancato rialzo delle borse statunitensi. L’AUD viene negoziato a quota 0,6947, mostrando di non essere sostenuto dai dati sull’occupazione diffusi nella giornata di oggi. La disoccupazione è rimasta stabile al 5,8%, con una perdita stimata di 1000 posti di lavoro nel mese di dicembre. Il kiwi è sceso a quota 0,6485, in ribasso di 30 punti, a causa della tensione per il crollo dei prezzi del petrolio, che pesa sulle valute legate alle materie prime. Durante la sessione asiatica, il dollaro si è apprezzato di 4 punti per venire negoziato a quota 98,96. L’euro ha guadagnato 6 punti, raggiungendo quota 1,0882.

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