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Standard & Poor’s su sofferenze e bad bank made in Italy

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Jan 16, 2016, 00:52 GMT+00:00

Il dibattito attuale sulla possibilità di istituire una bad bank nel Bel Paese si arricchisce di un’altra voce, sicuramente eminente. Nella giornata di

Standard & Poor’s su sofferenze e bad bank made in Italy
Standard & Poor’s su sofferenze e bad bank made in Italy

Il dibattito attuale sulla possibilità di istituire una bad bank nel Bel Paese si arricchisce di un’altra voce, sicuramente eminente.

Nella giornata di ieri, nel corso della presentazione dell’outlook 2016, Mirko Sanna, associate director financial institutions di Standard & Poor’s, ha parlato diffusamente della questione relativa alle sofferenze in Italia, offrendo spunti che non possono essere ignorati.

Prendendo le mosse dalla consapevolezza di una situazione difficile nel merito, Sanna elargisce un incipit chiaro: “Qualunque misura che possa migliorare il mercato dei non performing loans è positiva. Ci son vincoli normativi significativi, è un anno che se ne parla. Noi la chiamiamo bad bank ma probabilmente sarà qualcosa di più soft”.

In poche parole, evidenzia due tematiche rilevanti. La prima, collegata all’intollerabilità delle sofferenze, affonda la propria essenza nel consistente orizzonte temporale che ospita il dibattito; la seconda, si palesa nella tendenza a non pronunciare quella fatidica formula, bad bank, per non rischiare di perdersi in un sentiero impervio e scosceso, costituito dalla polemica sugli aiuti di Stato.

Da quanto emerge dall’intervento di Sanna, l’insieme dei crediti deteriorati in Italia si attesta intorno al 20% dei prestiti complessivi, costituendo un valore che “continuerà ad aumentare gradualmente per poi stabilizzarsi nel corso del 2016”.
Per arginare tale fenomeno, secondo il direttore finanziario di S&P: ”Dovranno verificarsi un’accelerazione dell’economia e un mercato più efficiente per la cessione dei crediti deteriorati”.

A questo riguardo, Sanna applaude l’operato del Governo, ma predica pazienza: “Le due riforme adottate sin qui dal Governo sono state positive, ma occorrerà del tempo perché sortiscano pieno effetto”.

Alla stregua di quanto affermato sopra, Sanna continua la propria analisi ricordando che “il sistema bancario italiano deve ancora affrontare rischi maggiori rispetto agli altri concorrenti europei sia per ragioni strutturali, sia a causa della recessione degli ultimi anni, ma ora vediamo dei trend positivi, sia per la ripresa vista nel 2015, sia grazie all’accesso a capitale a costi più bassi. Al momento, l’outlook delle banche italiane rimane stabile. Ci aspettiamo per la maggior parte un outlook stabile”.

Lineare, preciso, accurato. Qualunque aggiunta parrebbe superflua, tranne la sua conclusione: ”Non vi è ancora un terreno favorevole per evoluzioni positive sul profilo di credito degli istituti, anche perché i rating delle banche sono legati al rating sovrano”.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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