I prezzi del greggio si muovono in rialzo sulla scie delle notizie di un raro incontro privato degli alti funzionari appartenenti ai maggiori produttori
Gli alti funzionari di Arabia Saudita e Russia, insieme a diversi membri Opec, si incontreranno martedì per discutere il problema degli elevati livelli di produzione, scenario che mostra la possibilità di assistere ad un accordo.
La riunione che si terrà a Doha, capitale del Qatar, é stata tenuta segreta fino a questi ultimi giorni. Stando alle fonti, il ministro del petrolio saudita Ali al-Naimi e il suo omologo russo Alexander Novak, si riuniranno per raggiungere un accordo e stabilire così un’azione globale coordinata nella speranza di risolvere il problema.
Saranno affiancati dal ministro del petrolio venezuelano Eulogio Del Pino che nelle ultime settimane ha ricevuto la visita dei maggiori produttori di greggio al fine di ottenere il supporto necessario per il “congelamento” degli attuali livelli di produzione e di fermare così la spirale ribassista dei prezzi del greggio.
Inoltre, stando alle fonte, parteciperà anche il ministro del petrolio del Qatar, che attualmente detiene la presidenza dell’Opec, un ruolo importante nel coordinamento delle consultazioni tra i membri del cartello e posizione di rilievo nelle proposte relative alle riunioni straordinarie del gruppo. L’ordine del giorno non é chiaro, tuttavia, le fonti si rifiutano di fornire maggiori dettagli. Lunedì, Del Pino è atterrato in Qatar, ma ha deciso di non rilasciare dichiarazioni.
Gli analisti restano cauti, tuttavia, ritengono che l’incontro si tradurrà in un accordo.
Daniel Ang, analista presso la Phillip Futures di Singapore ha dichiarato: ” Per quanto continuiamo a credere che si tratti di un ulteriore incontro privo di esiti positivi, i mercati rimangono cauti di fronte ad un possibile ed improvviso accordo tra i principali produttori di greggio”.
A tale proposito, ci sembra opportuno segnalare come lo scorso anno il mercato del greggio abbia postato un forte ribasso sulla scia del boom della fornitura statunitense e della decisione dell’Opec, guidata dall’Arabia Saudita, principale produttore del cartello, di far decollare le esportazioni e di allontanare così i produttori ad alto costo dal mercato.
L’Arabia Saudita ha dichiarato di poter prendere in considerazione la possibilità di ridurre la produzione solo ed esclusivamente nel caso in cui il taglio venga apportato anche dai membri non Opec.
La Russia, principale produttore mondiale, si è rifiutata a lungo di collaborare affermando che la sua industria si è mostrata competitiva a qualunque livello di prezzo e che per Mosca era tecnicamente impegnativo ridurre la produzione.
I prezzi del greggio statunitense potrebbero continuare a subire la pressione delle scorte che rimangono a livelli record, inoltre, le raffinerie degli Stati Uniti stanno riducendo la mole di lavoro sulla scia di un calo dei profitti, scenario che potrebbe incrementare ulteriormente le scorte di greggio in stoccaggio.