Nella giornata di oggi la Bce ha annunciato l’adozione di un ampio pacchetto di ulteriori misure di stimolo, tra cui il taglio del tasso a pronti e di
Le mosse annunciate dalla Bce hanno spinto le borse europee in rilazo del 3%, ma ben presto si è assistito ad un’inversione di tendenza. Attualmente, la maggior parte degli indici sulle piazze europee si trovano intorno all’1%. Negli Stati Uniti, le borse hanno aperto in leggero rialzo, mentre il livello piuttosto basso dei prezzi del petrolio ha parzialmente oscurato le misure adottate dalla Bce.
Come accennato, la Banca Centrale Europea ha effettuato dei tagli su tutti i tassi, ha incrementato il suo programma di alleggerimento quantitativo (QE) e ha inoltre annunciato una nuova serie di aste TLTRO. Nello specifico, la Bce ha tagliato il suo tasso di interesse principale e quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale di 5 punti base, portandoli rispettivamente allo 0% e allo 0,25%. È stato operato anche un taglio del tasso sui depositi di 10 punti base, portandolo quindi a -0,40%. Il programma QE è stato portato da 60 a 80 miliardi di euro al mese ed ora ammette anche obbligazioni “investment-grade”, le obbligazioni non bancarie e le obbligazioni corporate. Da ultimo, Francoforte ha aumentato il proprio limite di emissione dal 33% al 50%. Una nuova serie di quattro operazioni di rifinanziamento mirato a lungo termine, ognuna delle quali con una maturità a 4 anni, prenderà avvio nel giugno 2016. Le TLTRO verranno erogate al tasso a pronti (0%), ma questo potrà essere portato al livello del tasso di interesse sui depositi se le banche dovessero concedere prestiti per una quota più alta rispetto a quella definita dalla Bce.
Tra l’annuncio di queste misure di alleggerimento e la conferenza stampa, l’euro ha avuto un andamento piuttosto volatile, ma in ogni caso si è registrata una propensione al rialzo.
Le decisioni prese dalla Bce hanno rappresentato il fattore dominante durante la sessione. Subito dopo l’annuncio, l’euro e i titoli di Stato europei si sono mossi fortemente in ribasso. In ogni caso, il deprezzamento si è arrestato non appena il presidente Draghi ha affermato di non vedere la necessità di operare ulteriori tagli sui tassi. La coppia EUR/USD ha conosciuto una ripresa e attualmente è negoziata a quota 1,1040, un valore decisamente alto se comparato con i livelli immediatamente precedenti alla dichiarazione. La coppia USD/JPY è stata sostenuta dalla propensione al rischio registrata subito dopo l’annuncio delle decisioni della, Bce ma ha perso buona parte dei guadagni iniziali. Attualmente, la coppia è negoziata a quota 113,70.
In assenza di dati economici dalla Gran Bretagna, la sterlina è rimasta più o meno stabile man mano che ci si avvicinava all’incontro della Bce. La coppia EUR/GBP è rimasta ferma a quota 0,77. Il cambio si è mantenuto in una gamma di oscillazione piuttosto ristretta intorno a quota 1,42.
L’andamento della coppia EUR/USD è stato altalenante, condizionato tanto dalle decisioni della Bce quanto dalle mosse del cambio EUR/GBP. Entrambe le coppie si sono inizialmente mosse in ribasso, con il cambio tra sterlina e dollaro che si è attestato a quota 1,4120.
La coppia EUR/GBP ha perso temporaneamente qualche punto, portandosi al di sotto di quota 0,7690 per poi attestarsi a quota 0,7652. Va detto che questi ribassi hanno conosciuto un’inversione di tendenza dopo le dichiarazioni di Draghi sulla “non necessità” di tagliare ulteriormente i tassi. La coppia EUR/GBP è negoziata su base giornaliera a quota 0,7755. Il cambio sterlina-dollaro si attesta intorno a quota 1,4215.
Oltre alla riunione della Bce, si segnalano i dati sulla bilancia commerciale della Germania, risultati inferiori alle aspettative in conseguenza della diminuzione delle esportazioni. Al contempo, la Francia ha pubblicato dati molto soddisfacenti sulla produzione industriale, risultata superiore alle previsioni con un incremento dell’1,3%. La Cina ha visto crescere il proprio tasso di inflazione per il mese di febbraio – in rialzo del 2,3% rispetto all’1,8% registrato a gennaio – sui prezzi dei beni alimentari, probabilmente rincarati per via del capodanno. I titoli cinesi si sono mossi in ribasso, a causa della riduzione della domanda da parte degli enti statali. Tuttavia, a nostro parere, un’inflazione più alta non limiterà la tendenza favorevole a una politica monetaria espansiva. Lo yuan rimane, infatti, essenzialmente stabile – decisamente in linea con gli obiettivi delle autorità di politica monetaria.
Lo yen si è mosso in lieve ribasso, cedendo un modesto 0,2%, dal momento che i dati sulla Cina hanno riacceso la propensione al rischio. Tale fattore seguita ad essere determinante per i movimenti dello yen. A nostro parere, le continue divergenze della valuta nipponica dipendono da tipici strumenti fondamentali, come i differenziali di rendimento.