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Si muove qualcosa nella finanza tricolore

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Jun 19, 2015, 22:13 GMT+00:00

L'annoso e più volte sbandierato problema creato dalla crisi, vale a dire la difficoltà concessoria creditizia, continua a manifestarsi, seppur in maniera

Si muove qualcosa nella finanza tricolore
Si muove qualcosa nella finanza tricolore

L’annoso e più volte sbandierato problema creato dalla crisi, vale a dire la difficoltà concessoria creditizia, continua a manifestarsi, seppur in maniera attenuata, stando alle voci provenienti dal mondo bancario e istituzionale: per l’appunto, è importante concentrarsi sulla risposta data dalle istituzioni alla vicenda, riportando e analizzando l’illustre intervento di Enrico Morando, Vice-Ministro del Tesoro, il quale non ha mancato di illustrare nel dettaglio la situazione economico-finanziaria italiana al ventitreesimo Congresso dell’ACRI (Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio)

Prendendo le mosse dalla criticità maggiore ad oggi sofferta dal Bel Paese, vale a dire il buco nero alimentato dalle sofferenze bancarie, egli ha ricordato come queste abbiano danneggiato l’attività imprenditoriale nostrana, proprio a causa della loro evoluzione dall’originale status di crediti concessi: in questo modo il mercato interno ne ha risentito e ha perso fluidità patrimoniale.

Condivisibile il pensiero del n.2 di Via XX Settembre, che fotografa una contingenza già nota da diverso tempo, ma rileva piuttosto il programma che lo stesso Vice-Ministro ha assicurato approntare come contromossa per ovviare al vortice sofferenziale del nostro tempo, un elenco di misure che potrebbero e dovrebbero permettere all’Italia di risalire la china.

Nell’affrontare i vari punti delle misure da adottare, Morando parte da quella relativa al sistema del diritto nel suo complesso e dell’accorciamento dei tempi per il recupero dei crediti. Ottimo come incipit, considerando anche l’entità del problema in questione.
La notizia migliore sarebbe nel fatto che il provvedimento del Governo sulla materia in oggetto sarebbe pronto, sarà possibile accelerare i tempi di recupero dei crediti, con immediate e dirette conseguenze sul carico delle sofferenze.

Il secondo intervento si concretizzerà nella creazione di un mercato comunitario delle sofferenze bancarie: un’idea davvero interessante, la cui realizzazione, chiaramente, è tutt’altro che semplice, ma che per la sua portata è la preferita del Vice-Ministro, per il quale costituisce la misura principale dell’intero programma.

Dopo aver chiarito che essendoci l’unione bancaria non si può non avere un mercato comune delle sofferenze (“Non si tratta di aiuti di Stato”), ha spiegato che lo Stato riceverà una remunerazione a condizione di mercato rispetto alla garanzia apposta sul prodotto: qui riprende il dibattuto discorso sulla Bad Bank, investendo il futuro organo di una responsabilità fondamentale, quella della garanzia statale e a condizioni di mercato.

È da segnalare la risposta, in merito all’argomento di cui sopra, di Giuseppe Guzzetti, Presidente dell’Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio: “ Non intervengo direttamente su questa questione, ma posso immaginare che le parole del vice-ministro Morando saranno musica per le orecchie di Antonio Patuelli (Presidente dell’Associazione Bancari Italiani) e di tutti gli amici dell’ABI”.
Al di là delle polemiche di rito, si evince lo sforzo almeno concettuale operato per porre rimedio ad un circolo vizioso di credit crunch diventato insostenibile, per il quale occorre l’impegno di tutti gli stakeholder istituzionali interessati alla sua risoluzione.

Alla chiosa polemica di Guzzetti si ricollega Morando, affrontando proprio il tema delle Fondazioni: per il Vice-Ministro, per ridurre il progressivo fardello fiscale alle Fondazioni bancarie, è opportuno utilizzare la stessa metodologia di cui beneficino i fondi pensione integrativi, con la legge finanziaria vigente. In soldoni, un’aliquota ridotta sul capital gain degli investimenti di medio lungo periodo.
Non si è fatta attendere la replica del Presidente dell’ACRI, per il quale occorre ricordarsi quanto la questione fiscale per le Fondazioni sia molto complessa, delineando un quadro per cui le Fondazioni hanno visto il proprio carico fiscale quadruplicarsi in 3 anni, arrivando a 423,7 milioni di euro nel 2014, contro i 100 del 2011.

Le misure enumerate da Morando sembrano avere le carte in regola, se non per risolvere, almeno costituire la base di partenza per una riforma finanziaria davvero imprescindibile per l’Italia, il cui progresso e la cui floridità non possono che dipendere da una capacità sia di restituire il credito risanando il proprio debito, sia fornendo forme di garanzia meno opprimenti che affossino l’economia reale e blocchino il mercato interno, che rimane il motore della Nazione.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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