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Si infrange la fusione tra FCA e Renault: un attacco diretto al Governo francese

Da:
Alberto Ferrante
Pubblicato: Jun 6, 2019, 10:55 UTC

Il Governo Francese è accusato per la sua netta ingerenza nella trattativa per la fusione tra FCA e Renault. Il Gruppo italiano ha ufficializzato il ritiro della proposta di fusione, affermando che attualmente, in Francia, mancherebbero i presupposti politici per le nozze tra i due Gruppi. FCA crolla in borsa, ma riesce a recuperare nella tarda mattinata; Renault, invece, soffre una perdita del 7%, trainando anche i titoli di Nissan e Mitsubishi.

Si infrange la fusione tra FCA e Renault: un attacco diretto al Governo francese

Si è infranta in appena dieci giorni la proposta di fusione tra FCA e il Gruppo Renault, dopo le condizioni imposte dal Governo francese e il conseguente tentennamento del board.

Il Consiglio di Amministrazione di FCA si è infatti riunito sotto la presidenza di John Elkann nel tardo pomeriggio di ieri sera, decidendo di ritirare, con effetto immediato, la proposta esplicitata al Gruppo Renault il 27 Maggio.

I due Consigli avevano iniziato a discutere sull’intesa, ma il board del Gruppo francese avrebbe puntato molto sulla revisione di alcuni aspetti critici della fusione, pur approvando la proposta nel complesso. Nello specifico, Renault avrebbe voluto riconosciuto un valore maggiore, pari a 17 miliardi di euro, contro i 15 miliardi inizialmente ipotizzati.

Alla già tesa trattativa degli scorsi giorni si sono frapposti anche alcuni vincoli politici, partiti direttamente da Parigi. Lo stato francese, azionista di  Renault al 15%, ha pressato affinché si posticipasse il voto per l’autorizzazione della fusione a un successivo consiglio.

Secondo il Ministro dell’Economia Le Maire, infatti, le due parti avrebbero dovuto valutare attentamente l’operazione, senza fretta, considerando i rischi e i vantaggi per l’industria francese. I sindacati d’oltralpe, di concerto, avevano infatti suggerito la possibilità di uno squilibrio in favore di FCA e a danno dei lavoratori di Renault.

Dopo giorni di forte tensioni, riversata anche sui mercati, FCA ha preso la sua decisione, motivandola in un comunicato stampa ufficiale:

“FCA continua ad essere fermamente convinta della stringente logica evolutiva di una proposta che ha avuto ampio apprezzamento sin dal momento in cui è stata formulata e la cui struttura e condizioni erano attentamente bilanciati al fine di assicurare sostanziali benefici a tutte le parti. E’ tuttavia divenuto chiaro che non vi sono attualmente in Francia le condizioni politiche perché una simile fusione proceda con successo.”

Il messaggio del comunicato è chiaro: “non vi sono attualmente in Francia le condizioni politiche perché una simile fusione proceda con successo”. Evidentemente, è dello stesso parere anche Carlo Calenda, l’ex ministro dello Sviluppo Economico, che ha definito la Francia un Paese europeista solo quando fa comodo. Alla sua voce, si sono affiancate le critiche di Ettore Rosato, Luigi Di Maio, Osvaldo Napoli, Giorgia Meloni e Antonio Misiani.

Nonostante i toni particolarmente accesi, FCA ha espresso gratitudine al Gruppo Renault e ai suoi Alliance Partners, ovvero Nissan Motor Company e Mitsubishi Motors Corporation, che erano attivamente coinvolti nella proposta di fusione.

Nella giornata di oggi, dopo un crollo a Piazza Affari, il Gruppo FCA è riuscito a tornare al rialzo: secondo gli analisti, l’azienda potrebbe ancora riservare qualche sorpresa, avanzando nuove proposte per una fusione con altri attori del settore automobilistico. Renault, invece, ha perso circa il 7% a Parigi, trainando anche il crollo dei titoli di Nissan e Mitsubishi nel mercato di Tokyo, che perdono rispettivamente l’1,7% e il 5,86%.

Sull'Autore

Dopo la laurea in Economia Aziendale a Catania inizia a scrivere per diverse testate, prevalentemente di cultura, tecnologia ed economia. Con stretto riferimento alla collaborazione con FX Empire, iniziata nell’Aprile del 2018, ha curato una rubrica su analisi di premarket in Europa, prima di concentrarsi su analisi tecnica di materie prime, cambi valutari e criptovalute.

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