I sostenitori della guerra e quanti puntano al ribasso devono essere rimasti delusi da come i mercati hanno trascurato le minacce nucleari della Corea del
I sostenitori della guerra e quanti puntano al ribasso devono essere rimasti delusi da come i mercati hanno trascurato le minacce nucleari della Corea del Nord e le dichiarazioni di Trump secondo cui non vi sarà alcun intervento sul campo in Siria.
Al momento, i mercati ancora non si muovono in ripresa, ansiosi di conoscere l’esito della visita di Tillerson a Mosca e delle conseguenze che avrà lo schieramento di truppe ai confini della Corea del Nord da parte della Cina e degli Stati Uniti. A ogni modo, l’uso della forza pare rappresentare l’extrema ratio.
In Europa e negli Stati Uniti, il calendario economico è privo di eventi rilevanti, tranne i dati del Regno Unito sulle retribuzioni medie nel mese di febbraio e sulle richieste di sussidio di disoccupazione nel mese di marzo. Continuano a fiorire le ipotesi sulle prossime mosse della Banca d’Inghilterra. Nella giornata di giovedì scorso, a seguito della pubblicazione dei dati sull’inflazione di marzo, la sterlina ha guadagnato lo 0,61%.
A sperare in una riduzione del tasso di inflazione annuo, come accaduto nell’Eurozona, i mercati resterebbero delusi. Il deprezzamento della sterlina continua, infatti, a spingere l’inflazione oltre l’obiettivo del 2% fissato dalla Banca d’Inghilterra.
I dati sull’occupazione che verranno pubblicati nella gioranta di oggi sono di particolare importanza, se si considera che la Banca d’Inghilterra ha corretto in negativo le proprie proiezioni sulla disoccupazione.
L’ultimo discorso di Draghi ha trascinato l’euro in ribasso. Carney, che interverrà nella mattinata di oggi alla diffusione dei dati sull’occupazione, non ha ancora detto niente di concreto. Pertanto, è forse il momento che la Banca d’Inghilterra fornisca qualche indicazione ai mercati. Dall’aumento dell’inflazione, Forbes è stato l’unico membro del Comitato per la Politica Monetaria a esprimere un’opinione contraria.
Gli indicatori sono vari, ma polarizzati al ribasso. L’inflazione potrebbe derivare dalla debolezza dei dati, ma la Banca d’Inghilterra potrebbe sostenere che le pressioni inflazionistiche si stanno riducendo. A marzo, l’inflazione dei prezzi dei fattori della produzione è, infatti, scesa dai massimi raggiunti all’inizio dell’anno. A ogni modo, un innalzamento dei tassi è ancora possibile. Tale ipotesi potrebbe venire esclusa soltanto da un convincente discorso di Carney. Nel frattempo, la sterlina ha recuperato dagli 1,24$ toccati nella giornata di venerdì scorso e si avvicina a superare gli 1,25$.
La giornata di oggi è priva di dati in grado di influire sull’andamento dell’euro, che rimbalza dai minimi toccati durante la sessione di venerdì scorso. Durante la prima parte della settimana, le dichiarazioni del Fomc hanno limitato l’impatto sul dollaro. La preoccupazione per la Siria e la Corea del Nord ha oscurato le previsioni relativamente espansive sul sentiero dei tassi di interesse.
Mentre la tensione per l’intervento degli Stati Uniti in Siria può essersi ridotta, le elezioni presidenziali in Francia continuano a preoccupare i mercati a causa dei rapidi mutamenti segnalati dai sondaggi. L’ascesa di Melenchon complica, infatti, la situazione e aumenta le probabilità di un referendum sulla permanenza della Francia nell’UE. Per i mercati, la possibilità di un secondo turno con Melenchon e Le Pen non lascia altra scelta che svendere l’euro e i titoli francesi.
Per ora, il panico non si è ancora scatenato. Già una volta, Melenchon aveva recuperato consensi, senza poi vincere. Tuttavia, questa volta, il quadro generale è diverso. La Francia ha subito diversi attacchi terroristici e vi sono disordini nei suburbi di Parigi. Oltre a ciò, la crisi dei rifugiati rafforza i partiti populisti.
Mancano meno di due settimane al primo turno: affinché l’euro non crolli, almeno un candidato centrista deve accedere al secondo turno. Al momento, Melenchon è ancora dietro a Macron e Le Pen. Tuttavia, a sperare in sondaggi affidabili, i mercati rischiano di rimanere delusi.
Il deprezzamento subito dal dollaro nelle prime ore della giornata potrebbe dipendere dal sentimento del mercato nei confronti della politica della Fed e dalla riduzione della propensione al rischio per la Corea del Nord e la Siria. Le borse europee hanno aperto in forte ribasso, così come l’oro e lo yen.
Le borse degli Stati Uniti si muovono in rialzo, spinte dalla flessione della propensione al rischio osservata all’inizio della settimana, che dovrebbe continuare per il resto della giornata.
L’indice del dollaro spot si attesta a 100,60, in ribasso dello 0,11%. Prima della pubblicazione dei dati previsti per la giornata di oggi e del discorso di Carney, la coppia GBP/USD rimane relativamente invariata a 1,24911$, ma difficilmente chiuderà a quotazioni simili. Al contempo, l’euro sperimenta un rimbalzo, guadagnando lo 0,11% per portarsi a 1,06165$.
I principali fattori in grado di influire sull’andamento della sterlina sono costituiti dai dati sull’occupazione e dall’intervento di Carney. I mercati continuano a seguire gli sviluppi della campagna elettorale in Francia, mentre la propensione al rischio torna a diffondersi.
Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.