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Riflettori su inflazione e EUR, ma un occhio sul dollaro

Da:
Bob Mason
Pubblicato: Mar 30, 2017, 10:04 UTC

Mercoledì i mercati si sono ritrovati privi di una guida, con i rendimenti dei titoli del Tesoro USA in ritirata in seguito alle dichiarazioni del

Riflettori su inflazione e EUR, ma un occhio sul dollaro

Mercoledì i mercati si sono ritrovati privi di una guida, con i rendimenti dei titoli del Tesoro USA in ritirata in seguito alle dichiarazioni del vicepresidente della Fed Stanley Fischer rilasciate nel discorso di mercoledì sera. La previsione di Fisher che ha parlato di uno-due incrementi dei tassi nel corso dell’anno è stata recepita dai mercati come eccessivamente accomodante, nonostante le sue dichiarazioni fossero identiche a quelle di inizio settimana, quando i mercati si stavano riprendendo dal fallimento della proposta di riforma del sistema sanitario.

Le proiezioni sugli incrementi dei tassi questa settimana sono state contrastante, con i membri votanti apparentemente orientati verso posizioni più accomodanti, una cosa tutto sommato prevedibile considerando il fatto che le proiezioni economiche del FOMC di marzo sono state pubblicate solo poche settimane fa. I mercati vanno alla ricerca di dichiarazioni all’insegna dell’ottimismo e dell’annuncio del quarto incremento dei tassi nel corso dell’anno, ma fintanto che non sarà presentato il piano di riforme fiscali e il pacchetto di stimolo economico, il mercato sconterà più propriamente due ulteriori incrementi dei tassi, quantomeno per ora.

È stata una settimana tranquilla da un punto di vista del calendario economico, circostanza che ha esposto il dollaro al prevalere di umori negativi; mentre i membri votanti del FOMC potrebbero essersi astenuti dal rilasciare dichiarazioni che lasciassero intendere una aumento del numero di incrementi dei tassi, le notizie diffuse dalla stampa suggeriscono che i repubblicani potrebbero aver superato l’ inconveniente la scorsa settimana e assicurano che dopo la presentazione della proposta di riforma del sistema fiscale una situazione del genere non si ripeterà nei prossimi mesi. I mercati dovrebbero rimanere guardinghi e sensibili a ogni eventuale segnale della Capitol Hil; i dati sulle stime del Pil e sulle richieste settimanali di disoccupazione attesi nel pomeriggio potrebbero spingere il dollaro in rialzo, nel caso in cui dovessero essere in linea o superiori alle aspettative. Nel corso della sessione USA sono attesi anche i discorsi dei membri votanti del FOMC Kaplan ed Dudley, i quali potrebbero offrire al dollaro indicazioni che ne determinino la direzione qualora faranno riferimento alla politica monetaria e all’economia USA, anche se per spingere il dollaro in rialzo occorre ipotizzare un 4° incremento dei tassi.

Anche la sterlina fatica a trovare una direzione, e sembra essere in un limbo; i mercati, in assenza di dati statistici sull’economia britannica fino alla terza stima sul Pil di domani e i dati sulle giacenze di magazzino delle imprese per il quarto trimestre di domani, rivolgono lo sguardo al summit sulla Brexit. Eventuali movimenti della sterlina in vista della fine del summit di aprile saranno probabilmente influenzati dal sentimento di mercato in vista della riunione di politica monetaria della BoE. L’euro probabilmente tornerà al centro della scena nel corso della sessione europea, quando usciranno i dati preliminari sui prezzi al consumo per il mese di marzo in Spagna e Germania. Nelle ultime settimane le speculazioni attorno alla politica monetaria della BCE hanno garantito un forte supporto all’euro, ora che il tasso annuale di inflazione dell’eurozona ha raggiunto l’obiettivo stabilito dalla BCE stessa. Draghi ha continuato a minimizzare il balzo dell’inflazione, attribuito all’aumento del prezzo del petrolio, ammettendo però nel corso dell’ultima conferenza stampa della BCE che la Banca terrà sotto osservazione l’andamento dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo.
Secondo i dati pubblicati questa mattina, nel mese di marzo il tasso annuale di inflazione in Spagna subito una decelerazione dal 3,0% di febbraio al 2,3% – dati che hanno pesato sull’euro in vista di quelli dalla Germania in uscita nel pomeriggio. Dei valori deludenti andranno sicuramente a conferma dell’ipotesi di Draghi sull’inflazione, e – ancora più importante – freneranno le aspettative del mercato rispetto un incremento dei tassi da parte della BCE in tempi brevi, dopo che i mercati hanno accettato la volontà della BCE di intervenire sui tassi di interesse in vista della conclusione del programma di acquisto titoli prima della fine dell’anno.

Con l’euro sulle difensive in seguito alla diffusione dei dati sull’inflazione della Spagna, possiamo aspettarci un’ulteriore flessione dai dati sull’inflazione in Germania qualora i dati sull’occupazione in Germania dovessero deludere in vista dei dati sull’eurozona di domani.

All’ora del rapporto, l’indice del dollaro spot si attesta a 100,04, in rialzo di appena lo 0,04%, probabilmente all’interno di una gamma di oscillazione ristretta in vista dei dati di oggi e delle dichiarazioni dei membri del FOMC, con l’euro in ribasso dello 0,26% a $ 1,07379.

Sull'Autore

Bob Masonauthor

Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.

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