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Quest’oggi i trader seguiranno con cura le notizie sulla Grecia

Da
Barry Norman
Pubblicato: Apr 13, 2015, 16:21 GMT+00:00

Stamattina i dollari di Australia e Nuova Zelanda hanno sofferto un duro colpo alla pubblicazione delle statistiche commerciali della Cina. L’Aussie ha

Quest’oggi i trader seguiranno con cura le notizie sulla Grecia

Stamattina i dollari di Australia e Nuova Zelanda hanno sofferto un duro colpo alla pubblicazione delle statistiche commerciali della Cina. L’Aussie ha ceduto 92 punti fino a 0,7590 mentre il Kiwi ne perdeva 79 portandosi a 0,7461. I mercati asiatici viaggiano frattanto in rialzo grazie alle buone notizie provenienti da Wall Street, con gli investitori pronti ad andare a caccia di profitti. Ma fra i mercati permane una certa cautela per via del rapporto sui guadagni societari atteso questa settimana.

Nel corso di marzo la bilancia commerciale cinese ha realizzato un surplus di soli 3,1 miliardi di yuan dopo i 60,6 di febbraio. I trader avevano scommesso su una lettura molto più favorevole per supportare la crescita economica del gigante asiatico, soprattutto quando altri settore-chiave sembrano faticare. Gli ultimi dati si sono invece rivelati un brutto colpo. Se rinominate in dollari Usa, le esportazioni cinesi hanno perso circa il -15% nel corso di marzo, interrompendo bruscamente lo slancio che aveva caratterizzato favorevolmente i primi due mesi dell’anno e alimentando il pericolo che la crescita del Pil nel primo trimestre possa rivelarsi inferiore alle attese.

La scorsa settimana, l’indice del dollaro si è rafforzato del +2,9% a fronte di un rialzo delle aspettative per un intervento sui tassi a giugno dopo la pubblicazione di un ottimo dato sulle richieste di sussidi per la disoccupazione. Il dollaro ha inoltre beneficiato del fatto che la Grecia ha ripagato al Fmi i 450 milioni di prestiti ricevuto. Guadagni ulteriori sono stati comunque impediti dall’emergere di una certa indecisione fra i vertici Fed circa il momento in cui rialzare i tassi, specialmente dopo la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione Fomc. L’indice del dollaro ha realizzato un massimo settimanale a 99,97 e ha chiuso le transazioni del venerdì a 99,60; stamattina ha già guadagnato 14 punti ed è negoziato a 99,98.

Lo yen giapponese ha invece perso terreno, scambiato a 120,40 a fronte di un cross USD/JPY in rialzo di 20 puti dopo la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione di politica monetaria targata BoJ. Oggi il governatore dell’istituto Kuroda si è detto fiducioso circa le capacità di ripresa del paese, confermando che la banca centrale manterrà in piedi il suo vasto programma di stimoli monetari finché l’inflazione non avrà raggiunto il suo target di crescita al +2%.

La Banca Mondiale ha tagliato le sue previsioni di crescita nel 2015 per le economia dell’Asia Orientale e per la Cina, mettendo in guardia contro alcuni rischi “significativi” derivanti dalle incertezze globali, fra cui annovera il rafforzamento del dollaro e il rialzo dei tassi d’interesse Usa. Secondo Reuters, l’istituto di credito con sede a Washington prevede che le economie della regione Eap (East-Asia and Pacific), che includono la Cina, cresceranno del +6,7% sia nel corso del 2015 sia del 2016, dopo aver realizzato un +6,9% nel 2014.

Dal momento che non sarà pubblicato alcun indicatore di rilievo, il focus di giornata dovrebbe essere tutto sulla Grecia, con gli investitori a monitorare con cura ogni eventuale agenzia o commento. Nel corso del fine settimana, la Grecia ha infatti continuato ad alienarsi il favore dei suoi partner europei. L’euro è scambiato stamattina a 1,0595 mentre l’opzione “Grexit” diviene sempre più probabile ogni giorno che passa. Anche se dovesse superare indenne i prossimi 3 mesi ed evitare così il pericolo bancarotta, Atene potrebbe infatti aver perso la sua migliore chance per ottenere un prestito a lungo termine dall’Europa a causa della sua politica verso i paesi dell’Eurozona nel momento in cui ne avrebbe avuto il maggiore bisogno. Il governo di estrema sinistra del premier Alexis Tsipras ha talmente deluso la fiducia dei suoi creditori che le soluzioni che sembravano possibili sino a qualche settimana fa oggi appaiono del tutto irrealizzabili.

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