Martedì mattina i prodotti energetici si muovono nuovamente in ribasso, il greggio WTI perde 64 centesimi ed è negoziato a 48,82$, mentre il Brent posta
Lunedì, nella sessione asiatica i prezzi del combustibile si muovono in rialzo, il greggio WTI guadagna l’1,9% mentre il Brent posta un rincaro dell’1,1%. Il dollaro si muove in ribasso compensando la pressione esercitata sui prezzi dal surplus delle scorte. Detto questo, ci sembra opportuno segnalare come, sebbene lunedì il combustibile sia stato scambiato in rialzo, attualmente ha invertito la sua rotta continuando a mostrare una certa propensione in ribasso. Il Brent sull’ICE posta un calo di oltre l’1% mentre il greggio WTI sul Nymex perde quasi il 2% dopo che l’Arabia Saudita ha dichiarato di poter prendere in considerazione la possibilità di ridurre la sua fornitura solo nel caso in cui anche gli altri produttori al di fuori dell’Opec decidessero di ridurre la produzione.
I prezzi del greggio hanno subito la pressione esercitata dalla posizione dell’Arabia Saudita che ha esplicitamente dichiarato di poter prendere in considerazione la possibilità di ridurre la sua fornitura solo nel caso in cui anche gli altri produttori non appartenenti all’Opec decidessero di ridurre la produzione. Il ministro del petrolio saudita Ali alNaimi ha dichiarato che attualmente il paese pompa circa 10 milioni di barili giornalieri, dati che potrebbero mostrare un aumento di 350.000 barili giornalieri rispetto alla produzione di febbraio.
Questa mattina gli indici manifatturieri asiatici si muovono in ribasso. Il PMI manifatturiero cinese non solo manca le aspettative ma cade in contrazione. La lettura flash dell’indice di attività dei responsabili agli acquisti del settore manifatturiero cinese rilasciata da HSBC ha mostrato come nel mese di marzo vi sia stato un lieve peggioramento del settore manifatturiero della Cina. In Giappone, i numeri erano leggermente migliori di quelli riportati dalla Cina, tuttavia, anche qui, non hanno raggiunto le aspettative. Martedì, l’ultima indagine effettuata dal Market Economics ha mostrato un punteggio del PMI di 50.4, un numero non solo nettamente al di sotto dei 52,0 previsti, ma anche al di sotto dei 51,6 di febbraio. E’ stata la lettura più bassa da Ottobre, inoltre, ci sembra opportuno segnalare come tale lettura si attesti leggermente al di sopra del limite dei 50 punti, limite che segna una distinzione tra l’espansione e la contrazione. I dati di marzo evidenziano un miglioramento più debole nelle condizioni operative nel settore manifatturiero giapponese.
Lunedì il mercato del gas naturale perde il 2,1% ampliando le sue perdite nella sessione di martedì nonostante le previsioni di temperature più fresche del previsto per le prossime due settimane. La produzione rimane in prossimità dei massimi. Detto questo, ci sembra opportuno segnalare come le previsioni di temperature più basse per il mese di marzo non abbiano avuto l’effetto desiderato sulla domanda di cherosene. Le temperature in fatti non sono sufficientemente basse da poter stimolare la domanda di cherosene. L’avvento di temperature primaverili grava sul cherosene, che sembra essere proiettato verso una domanda sempre più carente fino al prossimo anno, pertanto, riteniamo che i prezzi energetici siano alla ricerca di un fondo.