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Prezzi Del Greggio In Rialzo Sulla Scia Delle Tensioni Tra Arabia Saudita E Iran

Da
Barry Norman
Aggiornato: Jan 4, 2016, 18:24 GMT+00:00

I prezzi del greggio continuano a dominare i titoli dei giornali poiché i trader approfittano delle turbolenze  geopolitiche tra l'Arabia Saudita e

Prezzi Del Greggio In Rialzo Sulla Scia Delle Tensioni Tra Arabia Saudita E Iran

Prezzi Del Greggio In Rialzo Sulla Scia Delle Tensioni Tra Arabia Saudita E Iran
I prezzi del greggio continuano a dominare i titoli dei giornali poiché i trader approfittano delle turbolenze  geopolitiche tra l’Arabia Saudita e l’Iran, intensificatesi durante il fine settimana di Capodanno. Il greggio WTI guadagna 81 centesimi ed é negoziato a 37,86$ mentre il Brent posta un rincaro di 51 centesimi raggiungendo quota 38.18$. Nelle prime ore di negoziazione del 2016 i prezzi del greggio postano un rincaro di oltre il 2% poiché tra i due rivali del Medio Oriente, Arabia Saudita e Iran, si sono deteriorati dopo l’esecuzione del famoso predicatore sciita da parte di Riyadh.

Domenica l’Arabia Saudita ha tagliato i rapporti diplomatici con l’Iran rispondendo all’assalto contro l’ambasciata saudita a Teheran in una escalation di tensioni tra i due principali produttori di greggio a seguito della condanna a morte del famoso predicatore sciita Nimr al Nimr. Domenica mattina i manifestanti iraniani hanno circondato l’ambasciata saudita a Teheran e il leader sciita iraniano, Ayatollah Ali Khamenei, ha predetto “una vendetta divina” per l’esecuzione dello sceicco Nimr al-Nimr, un oppositore della famiglia regnante Al Arabia.

L’Arabia Saudita é il principale esportatore mondiale di petrolio mentre l’Iran, che  detiene alcune delle più grandi riserve di greggio, spera di incrementare le sue esportazioni a seguito della revoca delle sanzioni occidentali prevista con il raggiungimento dell’accordo sul presunto programma di sviluppo nucleare. L’Arabia Saudita è il più grande produttore dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, che il mese scorso ha deciso di mantenere invariati i suoi livelli di produzione nonostante il forte ribasso dei prezzi del greggio. Detto questo, ci sembra opportuno segnalare come anche l’Iran rappresenti un ruolo chiave all’interno dell’Opec.

Il vice consigliere per la sicurezza nazionale, Ben Rhodes dalle Hawaii, dove il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è in vacanza, ha dichiarato “Siamo sulla buona strada per vedere l’implementazione della transazione dell’Iran andare avanti”. a tale proposito, ci sembra opportuno segnalare come le esportazioni di greggio iraniano abbiano registrato un calo di circa 1 milione di barili giornalieri, riportando il più grande calo nel 2011 con una riduzione di 3 milioni di barili giornalieri, prima che sanzioni presero piede.

L’Iran prevede di incrementare la produzione da un minimi do mezzo milione a un massimo di un milione di barili giornalieri, tuttavia, nel fine settimana i  i funzionari iraniani hanno dichiarato di non voler inondare i mercato di greggio qualora la domanda continuasse ad essere carente.

Questa mattina i deludenti numeri di produzione cinesi hanno avuto poco effetto sui prezzi del greggio poiché le tensioni in Medio Oriente non mostrano cenni di miglioramento e i trader temono una possibile interruzione della fornitura, tuttavia, le scorte di greggio in deposito potrebbero compensare qualsiasi eventuale  interruzione.

Dopo aver visto il greggio scendere da 66$ a 38$ al barile nel 2015, la maggior parte degli analisti prevedono un miglioramento nel 2016, tuttavia, bisogna tener conto di un fattore imprevedibile: Le esportazioni di Iran e Stati Uniti.

Ovviamente, la riunione Opec tenutasi nel mese di dicembre ha limitato notevolmente le speranze di un possibile rincaro dei prezzi del greggio. Il tetto della produzione fissato a 30 milioni di barili nel 2011 é stato superato tanto che nel mese di giugno la produzione ha raggiunto i 31,7 milioni di barili giornalieri. Ora anche tale limite é andato.

Giovedì, per la prima volta in 40 anni, una nave cisterna carica di greggio  statunitense ha salpato per lidi stranieri. La «Theo T» battente bandiera delle Bahamas salpa dal porto di Corpus Christi verso l’Europa carica di greggio WTI estratto dal giacimento Eagle Ford Shale, nel sud del Texas.

A tale proposito ci sembra opportuno ricordare come negli anni ’70, gli Stati Uniti abbiano vietato le esportazioni di greggio a seguito dell’embargo del petrolio e la crisi del gas. Il divieto è stato revocato come parte di un accordo sul bilancio raggiunto a dicembre tra il presidente e il Congresso. In precedenza é stato riattivato il gasdotto di 60 miglia che va da Pettus a Corpus Christi, inoltre, altri due oleodotti che trasportavano greggio importato dal porto di Corpus Christi sono stati invertiti per consentire le esportazioni di greggio dal Texas.

 

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