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Nella mattinata di giovedì, gli operatori in valuta paiono confusi

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Aug 6, 2015, 19:05 UTC

Nella mattinata di oggi, le valute asiatiche vengono negoziate in modo differenziato, con gli operatori sul Forex che attendono il “Super Thursday” della

Nella mattinata di giovedì, gli operatori in valuta paiono confusi
Nella mattinata di giovedì, gli operatori in valuta paiono confusi
Nella mattinata di giovedì, gli operatori in valuta paiono confusi

Nella mattinata di oggi, le valute asiatiche vengono negoziate in modo differenziato, con gli operatori sul Forex che attendono il “Super Thursday” della Banca d’Inghilterra e il rapporto sulle buste paga dei settori non agricoli, che verranno pubblicati nella giornata di domani. L’attenzione rimane concentrata su entrambe le possibili date dell’aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, che potrebbe avvenire a settembre o a dicembre. Pare che tutti si pongano la stessa domanda: “Quale effetto avrà la decisione della Fed?”. Gli operatori stanno sempre più scommettendo che la Federal Reserve innalzerà il tasso di interesse prima della fine dell’anno, con l’economia che pare decisamente in ripresa. I contratti future sul tasso di interesse hanno mostrato che, nella giornata di giovedì, le probabilità di un aumento dei tassi di interesse da parte della Fed nel prossimo mese hanno raggiunto il 48%, quando, all’inizio della settimana, erano al 38%.

Nella mattinata di oggi, l’Aussie si è mosso in ribasso a seguito dei dati misti sull’occupazione. Il mercato pare non sapere interpretare con sicurezza il rapporto sul mercato del lavoro in Australia per il mese di luglio, dato che un sorprendente aumento del tasso di disoccupazione si confronta con un ampliamento incoraggiante dei posti di lavoro e con la crescita della forza lavoro a fronte di un incremento demografico inferiore alle aspettative. Il tasso di disoccupazione è balzato da un rivisto 6,1% al 6,3%, ben lungi dal 6,1% atteso dal mercato e, in questo mese, l’economia ha registrato un impressionante aumento dei posti di lavoro, pari a 38,5mila unità. L’Aussie è sceso a quota 0,7332, perdendo 24 punti.

Oltremare, la piccola isola di Nuova Zelanda ha visto la sua valuta muoversi nella direzione opposta, con il kiwi che è salito a quota 0,6542, guadagnando 29 punti. Il kiwi è stato, inoltre, sotto pressione, a causa del calo globale dei prezzi del latte che, nel mese di giugno, ha indotto la Reserve Bank a intraprendere una politica monetaria più espansiva. Un ulteriore fattore di pressione è stato rappresentato dall’ultimo declino di questa settimana, che ha portato gli economisti locali ad abbassare le loro aspettative in merito previsioni del Fonterra Cooperative Group sui pagamenti degli agricoltori fino a 4$ per chilogrammo di estratto secco di latte.

AUDUSD(15 minutes)20150806065107
NZDUSD(15 minutes)20150806065141
Sempre nel teatro asiatico, lo yen si è mosso in rialzo sul dollaro e sull’euro, con gli operatori che iniziano ad anticipare la decisione della Banca del Giappone, prevista per la giornata di domani. Nella mattinata di oggi, non si registrano dati dal Giappone. La coppia USD/JPY è scesa di 14 punti dal suo massimo recente per venire negoziata a quota 124,73, con il dollaro che rimane vicino ai suoi massimi recenti a quota 97,90. L’euro è stato negoziato a quota 136,08 sullo yen. Gli investitori continuano a considerare come la situazione della Grecia stia pesando sull’euro, con le borse greche che continuano a crollare e i titoli bancari ellenici che raggiungono i minimi storici.

Lo yen vine negoziato ai minimi pluriennali contro il dollaro e la sterlina. Il deprezzamento della valuta nipponica è stato più pronunciato nel corso dell’ultimo anno, spronato dall’ulteriore piano di stimolo varato dalla Banca del Giappone (BoJ) nell’ottobre 2014, quando la banca centrale sorprese il mercato annunciando un aumento dei suoi acquisti di attività al tasso annuale di 80 trilioni di yen. Il mercato accolse la misura con ragionevole scetticismo. L’economia del Giappone ha faticato molto per ottenere miglioramenti significativi da quando, alla fine dello scorso anno, si è ripresa dalla recessione, portando la BoJ a procrastinare la tempistica del conseguimento del tasso di inflazione obiettivo dall’anno fiscale 2015 al 2016.

Dato che ulteriori misure di stimolo della  BoJ paiono improbabili nel prossimo futuro, crediamo che la tendenza al ribasso dello yen, che è stata strettamente allineata alle politiche di allentamento quantitativo e qualitativo della banca centrale, giunga al termine nel breve periodo. Nella mattinata di oggi, il Financial Times ha pubblicato un interessante grafico che abbiamo deciso di condividere con voi.

japan yen

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