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Molteplici Fattori Fondamentali Si Uniscono Al Rally Del Greggio

Da
Barry Norman
Aggiornato: Apr 20, 2015, 18:22 GMT+00:00

Questa mattina i prezzi del greggio si muovono fortemente in rialzo sulla scia di un ulteriore programma di stimolo monetario da parte della Cina. Il

Molteplici Fattori Fondamentali Si Uniscono Al Rally Del Greggio
Molteplici Fattori Fondamentali Si Uniscono Al Rally Del Greggio

Questa mattina i prezzi del greggio si muovono fortemente in rialzo sulla scia di un ulteriore programma di stimolo monetario da parte della Cina. Il greggio WTI guadagna 84 centesimi ed è scambiato a 58,17$ mentre il Brent posta un rincaro di 54 centesimi per attestarsi su quota 64,25$, i massimi del 2015. Ricordiamo come nella sessione di venerdì i prezzi del greggio si siano mossi in ribasso mostrando una forte volatilità che li ha allontanati dai massimi dei 2015, tuttavia, il Brent ha registrato un guadagno settimanale del 9,6%, la sua più grande ascesa degli ultimi 5 anni sulla scia delle turbolenze in Medio Oriente e del rallentamento della produzione statunitense.

Il ministro del petrolio Iracheno, Adel Abdel Mehdi, non esclude la possibilità di vedere i prezzi del greggio raggiungere la maniglia dei 70$ al barile entro la fine del 2015 minimizzando l’impatto che il recente conflitto insorto nello Yemen potrebbe avere sui prezzi del combustibile. A tale proposito, ci sembra opportuno segnalare come un ribasso globale dei prezzi del combustibile abbia ridotto le entrate del governo iracheno spingendo l’Opec a rinegoziare i contratti con i maggiori produttori di greggio sulla scia di una costosa campagna militare avviata contro i militanti dello Stato Islamico. Tuttavia, i membri dell’Opec continuano a chiedersi se ad un rialzo dei prezzi possa corrispondere un incremento della produzione statunitense. Nel frattempo,  il numero degli impianti di perforazione attivi negli Stati Uniti si è notevolmente ridotto mentre cresce quello dell’Arabia Saudita che, nonostante il forte ribasso dei prezzi, continua ad ampliare il numero degli impianti di perforazione di gas naturale e greggio.

Lo scorso mese la riduzione delle sanzioni iraniane ha dominato il mercato del greggio. Teheran, infatti, è pronta a recuperare le sue quote di mercato, perse a causa delle sanzioni statunitensi che hanno limitato le sue esportazioni di greggio a 1 milione di barili giornalieri contro i 2,5 milioni del 2012. L’Iran e le sei potenze mondiali potrebbero raggiungere un accordo capace di porre fine alle sanzioni occidentali consentendo così al membro Opec di esportare una maggior quantità di greggio in un mercato già sommerso. A tale proposito, ci sembra opportuno ricordare come i suddetti stati abbiano già raggiunto un accordo preliminare che potrebbe ridurre le sanzioni e aumentare le esportazioni iraniane.

Lo scorso mese, l’incertezza della situazione nello Yemen non è riuscita a contrastare il calo dei prezzi del Brent, tuttavia, le preoccupazioni insorte riguardo alla fornitura di greggio proveniente dal Medio Oriente hanno rallentato il ribasso del mercato. Infatti, se il conflitto raggiungesse l’Arabia Saudita e il rivale Iraniano, si potrebbe anche ipotizzare lo scoppio di una guerra nella  penisola arabica, patria dei giacimenti petroliferi più grandi del mondo. Gli attacchi aeri effettuati dall’Arabia Saudita e dai sui alleati del Golfo sullo Yemen hanno incrementato i timori di una possibile escalation della guerra in Medio Oriente, scenario che potrebbe ridurre notevolmente la fornitura di greggio globale.

I prezzi del greggio si muovono in rialzo sulla scia dei disordini insorti in Medio Oriente e del rallentamento della produzione statunitense, rallentamento che aumenta le speranze di poter assistere ad un calo del surplus mondiale di greggio. Stando a quanto riportato da Sanjeev Gupta, responsabile dell’esercizio di greggio e di gas naturale in Asia e nel Pacifico ” L’escalation dei conflitti nello Yemen, la riduzione degli impianti di perforazione degli Stati Uniti e i deboli numeri di inventario hanno supportato il rincaro dei prezzi”. I medici e i militari hanno mostrato come domenica gli scontri tra i ribelli e le forze filo-governative e gli attacchi aerei lanciati dall’Arabia Saudita, abbiano causato la morte di almeno 85 persone.

Gli speculatori stanno valutando il calo degli impianti di perforazione degli Stati Uniti come un segno del rallentamento della produzione nazionale, scenario che potrebbe ridurre l’offerta globale spingendo i prezzi del greggio in rialzo. Stando a quanto riportato da Bloomberg News, l’ultimo conteggio effettuato da Baker Hughes ha mostrato come la scorsa settimana le piattaforme siano diminuite di altre 26 unità raggiungendo quota 734, scenario che ha spinto i prezzi del greggio in rialzo.

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