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Mercati valutari in ripresa

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Jan 15, 2016, 22:54 UTC

Con l'inversione di tendenza dei mercati nel pomeriggio di giovedì, il dollaro si è mosso in rialzo. Un rimbalzo dei prezzi del petrolio è stato accolto

Mercati valutari in ripresa

Con l’inversione di tendenza dei mercati nel pomeriggio di giovedì, il dollaro si è mosso in rialzo. Un rimbalzo dei prezzi del petrolio è stato accolto molto positivamente, facendo salire notevolmente gli indici di Wall Street. Il dollaro si è mosso ben al di sopra di quota 99, assestandosi a quota 99,18. al contrario, l’euro è sceso a quota 1,0857. Un flusso continuo di dati economici ha tenuto occupati i trader. Nella mattinata di venerdì, il dollaro ha perso 10 punti, toccando quota 99,02.

Per quanto concerne l’Eurozona, si segnala la pubblicazione dell’ultima riunione di dicembre della Banca Centrale Europea. Dal documento si ricava che alcuni membri della Bce desideravano un maggiore taglio del tasso di interesse sui depositi, a seguito della delusione provocata da Francoforte per un aggiustamento considerato modesto.

Nei verbali della riunione della Bce del 2-3 dicembre 2015 si legge: “Alcuni membri hanno espresso la preferenza per un taglio di 20 punti base del tasso sui depositi, soprattutto considerando l’impatto espansivo di questa misura e ritenendo che, a oggi, non è emerso alcun effetto collaterale negativo per i margini bancari e la stabilità finanziaria.”

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La Banca d’Inghilterra ha tenuto la prima riunione dell’anno. La sterlina ha chiuso invariata dopo essersi mossa in ribasso per gran parte della sessione. La GBP ha toccato il margine inferiore della sua gamma di oscillazione, venendo negoziata a quota 1,441. La Banca d’Inghilterra ha nuovamente lasciato i tassi di interesse invariati allo 0,5%. Otto dei nove membri del Comitato per la Politica Monetaria che decidono il tasso di interesse hanno votato a favore del mantenimento del livello attuale, mentre soltanto uno ha votato per un innalzamento. Il tasso praticato da Londra è ai minimi storici dello 0,5% dal marzo 2009. I verbali della riunione mostrano come, secondo il Comitato, il crollo dei prezzi del petrolio significherà che qualsiasi aumento dell’inflazione – che misura il costo della vita – sarà nel breve periodo “lievemente più graduale” di quanto previsto a novembre.

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Il Dow Jones ha guadagnato 224 punti, ossia l’1,4%, toccando quota 16,372. Al contempo, il Nasdaq ha registrato un balzo di 55 punti, ossia dell’1,2%, a quota 4,581. Wall Street ha reagito positivamente al rimbalzo dei prezzi del greggio, aumentato di 62 centesimi per venire negoziato a quota 31,10.

Negli Stati Uniti, il calendario economico prevedeva pochi eventi. Secondo i dati del governo federale, all’inizio del 2016, il numero medio di persone che hanno fatto domanda per il sussidio di disoccupazione nell’ultimo mese è aumentato ai massimi dal luglio scorso. Parimenti, si registra un incremento delle richieste di sussidio di disoccupazione calcolate su base settimanale.

A quanto pare, le dichiarazioni del presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, secondo cui ci vorrà più tempo per raggiungere il tasso di inflazione obiettivo, hanno ridato vigore ad alcuni trader rialzisti che scommettevano su un ritmo più lento dei prossimi aumenti del tasso di interesse nel corso dell’anno.

Il dollaro si è apprezzato su quasi tutte le sue controparti e l’indice del dollaro ha toccato i massimi degli ultimi 11 anni, grazie all’aumento del prezzo del Wti, superiore al 2%. Il dollaro ha riguadagnato le precedenti perdite contro l’euro e lo yen. Al contrario, il dollaro neozelandese si è mosso in ribasso contro la valuta statunitense. Gli indici azionari degli Stati Uniti sono saliti di circa l’1% grazie all’aumento della domanda di attività rischiose. Nella mattinata di venerdì, il kiwi è sceso a quota 0,6477, perdendo 39 punti. L’interesse per la valuta neozelandese è scemato, date le aspettative di altre due riduzioni del tasso di interesse da parte della Reserve Bank nel corso dell’anno.

Dall’inizio del 2016, i mercati finanziari hanno sperimentato una tendenza fortemente altalenante, con le autorità cinesi che cercano di stabilizzare le borse e il prezzo delle materie prime che continua a crollare, incentivando la domanda di valute rifugio. Dal 31 dicembre, lo yen ha guadagnato l’1,8% contro il dollaro. Nella mattinata di venerdì, con il ritorno dell’avversione al rischio sui mercati, la valuta nipponica viene negoziata a quota 117,73.

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