I rumours sulla Manovra, diventati di dominio pubblico attraverso organi d’informazione e interventi di personaggi istituzionali, vantano oggi un
I rumours sulla Manovra, diventati di dominio pubblico attraverso organi d’informazione e interventi di personaggi istituzionali, vantano oggi un interlocutore privilegiato, forse, l’interlocutore privilegiato: il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
Proprio ieri si è offerta una breve panoramica sulla Legge di Stabilità, oggi è bene rivedere i vari punti attraverso l’analisi del Premier, che ha commentato trasversalmente l’insieme d’interventi che dovrebbero restituire un più ampio respiro al Paese.
Ospite del programma “Attenti a noi 2”, su Radio 24, non è andato per il sottile, come suo solito, offrendo un incipit scevro da dubbi: “Ai cittadini interessa il taglio delle tasse. Le tasse non sono più una cosa bellissima e anche da sinistra si è capito che sono una cosa da ridurre”. Slogan politici a parte (“non è che non abbasso le tasse perché lo ha detto Berlusconi, come è noto lui ne ha dette tante, alcune anche contraddittorie, alcune giuste e alcune sbagliate”), è interessante notare come per la prima volta in diversi anni vi sia unione d’intenti tra cosa pubblica e cittadini, la finanza pubblica ringrazia. O meglio, ringrazierà.
Il Premier non le manda a dire neanche sulla questione delle coperture, chiarendo che l’intento, hic et nunc, della manovra, rimane sempre lo stesso, senza nascondersi o giustificarsi: “La domanda sulle coperture è un evergreen. La realtà è che da due anni l’Italia sta cominciando a tagliare le tasse. La discussione sulle coperture mi stupisce… Sono i benaltristi: per vent’anni non si abbassavano le tasse e ora c’è chi dice che andava fatto in un altro modo”.
Sicuramente una polemica positiva, se di polemica si può parlare; pochi fronzoli e idee chiare, segnale di non ritorno su future responsabilità riguardo l’economia del Paese: adesso non sarà più possibile cambiare la parola data, ma, soprattutto, la via tracciata. Niente male per una Nazione che ha da sempre vissuto il prelievo fiscale come un dissanguamento, tra l’altro mai proporzionato al servizio reso dallo Stato. L’economia reale ringrazia. Anzi, anche qui, ringrazierà.
Non può mancare l’annosa e atavica querelle con l’UE, rea di non sostenere l’Italia, ma solo di ricevere, in un rapporto che dovrebbe essere di reciprocità, ma non lo è: “Bruxelles non è il maestro che fa l’esame, non ha i titoli per intervenire” riguardo le critiche comunitarie arrivate recentemente; il Premier rincara poi la dose affermando che ”in questi anni c’è stata subalternità psicologica dell’Italia verso gli eurocrati: certo, ci deve consigliare, ma non ci deve dire la tassa da tagliare”.
Anche qui, si nota una presa di posizione chiara verso la tutela degli interessi italiani in quanto primi e primari rispetto a prese di posizione comunitarie: se l’orientamento è così fermo, è possibile che qualche risultato possa arrivare, il punto interrogativo rimane sempre la gestione del Patto di Stabilità, è lì che la determinazione renziana potrebbe non bastare, trattandosi di un tavolo da gioco dove non è possibile bluffare.
Proseguendo la propria analisi, sembra che Renzi non abbia intenzione di bluffare, ma anzi voglia giocare a carte scoperte, invitando gli altri a fare lo stesso: “L’Italia dà molti soldi all’Europa e anche sul rispetto dei parametri inviterei a guardare i dati del deficit di altri Paesi”, riferendosi in particolare alla Spagna, che oltrepassa la soglia del 3%, ma anche al Regno Unito, che “quest’anno ha fatto il 5% del deficit”, approvando “una riduzione di tasse da 20 miliardi finanziata in gran parte con il deficit”.
Inattaccabile, per ora, il Premier conferma (e se davvero sarà così, preparerà un altro mandato) che l’abolizione della fastidiosa Tasi sulla prima casa non sarà seguita da “aumenti di altre imposte”, causate da tasse locali: l’economia reale è sempre più ansiosa di poter davvero ringraziare.
Emerge un dato importante: il Presidente del Consiglio ha messo la propria faccia a testimonianza e garanzia della Manovra, essendo consapevole di giocarsi il futuro, suo e dell’intera Nazione. Se avrà ragione lui, allora probabilmente sorriderà al prossimo mandato insieme ai consumi, ma, se questi non sorrideranno, sarà difficile rivederlo, anche solo in radio.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.