Mario Draghi ha sorpreso ancora una volta gli investitori cambiando drasticamente la propria posizione. Il Draghi falco di giovedì scorso ha mutato la sua
Le proiezioni di dicembre della BCE, che già avevano mostrato come l’obiettivo dell’inflazione per l’anno successivo sarebbe stato mancato, erano basate su un prezzo del greggio di circa 52,2 dollari. Draghi ha liquidato tutte le obiezioni semplicemente esortando a considerare lo shock del prezzo del petrolio, affermando che i prezzi bassi dell’energia sono suscettibili di durare nel tempo con il rischio che anche il prezzo di altri beni e servizi possa essere trascinato in questa spirale ribassista, che difficilmente potrà essere interrotta. Draghi ha anche sostenuto che le autorità cinesi sembrerebbero aver trovato una chiave per risolvere i problemi economici della Repubblica Popolare e che il settore bancario europeo, fonte di problemi in passato, sembrerebbe essere resistente.
Nella giornata di ieri, l’indice del dollaro ha guadagnato lo 0,1%, nel momento in cui il presidente della BCE Draghi ha suggerito che un allentamento ulteriore potrebbe essere attuato agli inizi di marzo del prossimo anno. Inoltre, anche l’Indice manifatturiero della Fed di Philadelphia si è mosso in rialzo, portandosi a -3,5, un miglioramento rispetto al risultato del -10,2 del mese precedente. Comunque, gli utili netti sono stati limitati, con il Dipartimento del Lavoro che ha affermato come i sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti siano aumentati di 10000 unità a un risultato destagionalizzato di 293000 nella settimana conclusasi in data 16 gennaio, dato più alto da luglio.
L’indice del dollaro ha sperimentato un netto rialzo infragiornaliero, portandosi a quota 99,32 per poi chiudere la giornata di giovedì a quota 99,3. Venerdì mattina, l’indice si è mosso ulteriormente in rialzo, guadagnando 26 punti e portandosi a quota 99,41.
Le valute legate alle materie prime si muovono in rialzo, nella speranza che Cina ed Eurozona varino nuove misure di stimolo. Il dollaro australiano ha guadagnato 3 punti, raggiungendo quota 0,70, mentre il kiwi ha toccato quota 0,6531.
La sterlina ha parzialmente recuperato, venendo negoziata a quota 1,4190, mentre il mercato continua a scontare i rischi politici legati all’economia britannica. Durante la sessione di ieri, la sterlina si è apprezzata di 0,19 punti percentuali, approfittando della debolezza del dollaro. In ogni caso, un forte rialzo della sterlina è limitato dalla varietà dei dati economici. Il tasso di disoccupazione inglese è inaspettatamente sceso a dicembre, mentre i redditi medi sono scesi più di quanto non fosse previsto. Il governatore della Banca d’Inghilterra, Mark Carney, ha affermato che le autorità politiche intendono attendere una crescita più rapida e un più forte tasso di inflazione prima di alzare i tassi di interesse. Carney ha aggiunto: “Mi è chiaro che, dalla scorsa estate, i progressi effettuati sono stati insufficienti per garantire una manovra restrittiva. Questo non è il momento per alzare i tassi di interesse”. Nel corso della giornata, la sterlina ha toccato un massimo di 1,4080 e ha chiuso a 1,4214. Ci si attende che la sterlina si muova in ribasso contro un dollaro in apprezzamento, la Banca d’Inghilterra adotti una posizione favorevole all’espansione e che i dati economici sul Regno Unito siano negativi. Simili risultati deludenti possono stanno intaccando la fiducia nelle previsioni per il Regno Unito.
Lo yen, valuta rifugio, si è deprezzato, portandosi a quota 117,31 dopo aver raggiunto quota 115,98 mentre i mercati azionari asiatici erano in ripresa. Ci si aspetta che lo yen si muova nuovamente in rialzo, visto che la domanda di valuta rifugio potrebbe accrescersi dal momento che gli investitori hanno concentrato la loro scarsa propensione al rischio sul rallentamento dell’economia globale. Il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le sue previsioni sulla crescita globale. Il Governatore della Banca del Giappone ha affermato che la banca centrale al momento non sta prendendo in considerazione alcun piano di allentamento della politica economica. In ogni caso, guadagni notevoli potranno essere limitati dall’apprezzamento del dollaro, da dati economici insoddisfacenti e dalla divergenza delle politiche monetarie.