Pubblicita'
Pubblicita'

Lunedì Mattina I Trader Dell’Oro Prenotano I Profitti

Da
Barry Norman
Aggiornato: Jun 22, 2015, 16:10 GMT+00:00

Dopo aver chiudo la settimana al di sopra dei 1200$ questa mattina i prezzi dell'oro si muovono leggermente in ribasso. Il prezioso perde 3,5$ ed è

Lunedì Mattina I Trader Dell’Oro Prenotano I Profitti
Lunedì Mattina I Trader Dell’Oro Prenotano I Profitti

Dopo aver chiudo la settimana al di sopra dei 1200$ questa mattina i prezzi dell’oro si muovono leggermente in ribasso. Il prezioso perde 3,5$ ed è scambiato a 1198,40$ poiché i trader rispondono ai commenti positivi rilasciati dai leader dell’eurozona a seguito della nuova proposta presentata dal governo greco nel fine settimana.

La scorsa settimana il FOMC si è mostrato sempre più vicino all’innalzamento del tassi di interesse, tuttavia, ha dichiarato che tale innalzamento sarebbe avvenuto ad un ritmo più lento del previsto poiché i numeri dell’economia statunitense si attestano al di sotto di quelli mostrati qualche mese fa. I trader dell’oro hanno spinto il prezioso in rialzo innescando un ribasso del dollaro statunitense, tuttavia, tale scenario è stato oscurato dalla riunione dell’eurogruppo. I leader europei hanno intensificati i loro sforzi per raggiungere un accordo sulla crisi del debito greco, in previsione della riunione straordinaria che si terrà oggi a Bruxelles per sbloccare la situazione del paese. La Grecia continua a lottare per raggiungere un accordo con i suoi creditori,  necessario per sbloccare la seconda parte del programma di salvataggio necessario a rimborsare 1,6 miliardi di euro al fondo monetario internazionale entro fine giugno.

L’argento segue le orme dell’oro postando un calo di 37 punti per attestarsi su quota 16,072$. Anche il platino si muove in ribasso perdendo 2,90$ ed è scambiato a 1081,80$. Finora abbiamo assistito a reazioni immediate e ritardate, come evidenziato dai punti dello schema “dot plot” qui sopra, che mostra un lieve calo rispetto ai livelli precedenti. Tali reazioni hanno mostrato un forte pullback del dollaro statunitense ed un significativo rialzo del mercato aurifero. A placare la sorpresa un rally considerevole del mercato azionario. Evidentemente, l’idea è che il più volte annunciato innalzamento dei tassi d’interesse potrebbe essere rinviato ulteriormente. Il dollaro statunitense si muove in ribasso nella sessione asiatica perdendo 13 punti ed è scambiato a 94.18. Ricordiamo come prima della conferenza stampa di Janet Yellen, tenutasi mercoledì, il biglietto verde fosse scambiato al di sopra dei 95. Contemporaneamente il mercato aurifero posta il più grande rally mensile sulla scia delle dichiarazioni rilasciate dal presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, e dai suoi responsabili politici, dichiarazioni che vedono apportare un taglio alle loro proiezioni a lungo termine relative ai tassi d’interesse statunitensi. Il giorno antecedente al rilascio delle suddette dichiarazioni, i money manager avevano preannunciato che i funzionari avrebbero irrigidito la rapida politica monetaria e ridotto la loro posizione netta lunga in oro ai minimi delle ultime cinque settimane.

La debolezza del dollaro statunitense avrebbe dovuto offrire ottime opportunità di trading ai commercianti dei metalli di base, tuttavia, questa settimana, il rame è stato testimone di uno scenario del tutto inverso, infatti, il metallo rosso si attesta in prossimità dei 2.569$, postando i minimi del 2015. I mercati della Cina continentale rimangono chiusi in occasione di una festività dopo aver postato il più grande calo settimanale dal 2008 la scorsa settimana. I tori si aspettavano da tempo una simile correzione poiché, ad un certo punto, i mercati azionari cinesi sono aumentati più del 40% dall’inizio dell’anno. Tuttavia, ulteriori cali potrebbero sollevare forti preoccupazioni riguardanti un rallentamento dell’economia cinese. La scorsa settimana, i future del rame postano i minimi degli ultimi tre mesi sulla scia delle forti preoccupazioni che vedono un possibile rallentamento della domanda di metalli da parte della Cina, il più grande consumatore mondiale, e un’incertezza dei negoziati per il debito greco.

 

Sull'Autore

Pubblicita'