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Luglio 2015: le stime ABI

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Jul 25, 2015, 22:52 GMT+00:00

Il mese di luglio 2015 si è caratterizzato per aver ospitato un'inversione di tendenza nella situazione globale tricolore, facendo registrare risultati

Luglio 2015: le stime ABI
Luglio 2015: le stime ABI

Il mese di luglio 2015 si è caratterizzato per aver ospitato un’inversione di tendenza nella situazione globale tricolore, facendo registrare risultati positivi e osservando lo svilupparsi di una dimensione di concretezza che ha seguito i vari programmi, le diverse misure e le svariate promesse il cui obiettivo comune era e rimane l’uscita dalla crisi e/o il perfezionamento di manovre tese a questo scopo.

È bene chiarire che la concretezza di cui sopra di tangibile ha l’essenza stessa, meno l’effetto percepito, ma anche per quello occorrerà tempo.

È utile al riguardo prendere in prestito il rapporto AFO, l’outlook finanziario dell’ABI, che chiarisce nel dettaglio la situazione italiana, permettendo di essere ottimisti sul futuro, non senza qualche inevitabile appunto.

Prendendo le mosse dall’ormai conosciuta e riconosciuta crescita del PIL del 2015 (+0,7%), in aumento nel biennio successivo (+1,6%), l’ABI si esprime in questi termini: “ La ripresa della domanda riuscirà ad allontanare definitivamente i rischi di deflazione, con una crescita dei prezzi al consumo in Italia che sarà inferiore a quella europea (1,3% contro 1,7% nella media del biennio 2016-17) ma ben distante dai valori negativi conosciuti a inizio d’anno: Italia fuori da recessione, restano difficoltà, ma prevalgono tinte rosa”.

A ben vedere, il quadro che si delinea è sicuramente migliore del precedente, nonostante sia palese un ritardo nella crescita considerevolmente in contrasto con le esigenze del Paese; proprio a questo riguardo, giova osservare lo scenario di base sui prezzi al consumo, per il quale si registra un progresso di 0,4 punti percentuale nel 2015, si prevede un +1,1% nel 2016 e un +1,6% nel 2017.

Le difficoltà ravvisate dall’ABI ineriscono specialmente la redditività bancaria, la cui modulazione tende immancabilmente verso il basso, con gli utili netti delle banche che, secondo le stime, dovrebbero ammontare a poco più di 10 miliardi di euro al termine del 2017, con un misero ROE (return of investment) di soli 2,6 punti percentuale, valore di ben tre volte inferiore ai livelli prima della crisi.

Si tratta di scegliere cosa guardare in un bicchiere: la sua metà vuota o la sua metà piena.

È chiaro come fosse prevedibile una tale contingenza bancaria, nonostante un’inversione di tendenza dalla flessione alla crescita, dove il progresso del PIL, in un dato così risibile per altro, non indica la salute della Nazione, bensì il suo affrancarsi da 7 anni di incubo economico.

Guardando il bicchiere mezzo pieno, l’Italia pone le basi per una rinascita che potrà continuare a chiamarsi tale unicamente passando per misure che portino l’economia reale a girare di nuovo, solo così sarà possibile parlare di altri ordini di grandezza del ROE bancario, magari sempre decimali ma moltiplicati per decine, o tendenti a risultati in tal senso.

È banale dirlo, ma finché i tempi non saranno abbastanza maturi per raccogliere l’eredità dei propri precursori, sarà difficile che le buone idee come la riforma impositiva, quella bancaria, quella giuridica si compattino insieme alle misure della BCE come LTRO, TLTRO e Quantitative Easing e risollevino le sorti di un Paese, che attende solo di potersi rialzare per poi lanciare la sfida a se stesso sull’autodeterminazione.

L’Italia è in crescita, adesso bisognerà solo aspettare se tale progresso ascenderà alla ripresa economica o rimarrà in fase di stallo non trasformando mai il dato potenziale in certezza.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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