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L’oro vola al massimo delle ultime quattro settimane favorito dal clima di tensione geopolitica

Da
James Hyerczyk
Aggiornato: Jan 7, 2016, 01:25 GMT+00:00

Mercoledì su Comex i future sull'oro con scadenza a febbraio si muovono in rialzo, andando a stampare il massimo delle ultime quattro settimane e violando

L’oro vola al massimo delle ultime quattro settimane favorito dal clima di tensione geopolitica

Mercoledì su Comex i future sull’oro con scadenza a febbraio si muovono in rialzo, andando a stampare il massimo delle ultime quattro settimane e violando il massimo del 4 dicembre a quota $ 1088,30. Nonostante il rafforzamento del dollaro USA, il metallo prezioso guadagna oltre l’1%. A favorire il rally ha contribuito il calo dei mercati azionari globali provocato dalle tensioni in Medioriente fra Iran e Arabia Saudita e dal presunto test di una bomba H da parte della Corea del Nord.

L’avversione al rischio ha favorito un ritrovato interesse nei confronti dell’oro in qualità di bene rifugio, permettendo al mercato di stabilizzarsi e di effettuare un rally.

L’oro ha goduto di una situazione favorevole per tutta la settimana, principalmente a causa dei timori rispetto all’economia cinese e per la svalutazione dello Yuan. Alcuni trader temono che, se dovesse ancora deprezzare la propria valuta prima della fine della settimana, i mercati potrebbero tornare ad agitarsi.

La pressione di vendita in Corea del sud e Giappone ha provocato forti perdite sui mercati azionari, spingendo gli investitori verso l’oro come bene rifugio. I trader hanno reagito alla notizia secondo la quale la Corea del Nord avrebbe portato a termine con successo un test di un ordigno nucleare a idroigeno miniaturizzato.

Per quanto riguarda le altre notizie del giorno, i rapporti fra Arabia Saudita e Iran rimangono attesi. Lo scontro fra le due nazioni è cominciato nel fine settimana in seguito all’esecuzione di un esponente religioso sciita in Arabia Saudita. Da qui l’ondata di proteste a Teheran dove l’ambasciata Saudita è stata presa d’assalto.

Mercoledì i future WTI con scadenza a febbraio crollano ai minimi degli ultimi 11 anni. Sebbene la tensione fra Iran ed Arabia Saudita non abbia avuto un effetto diretto sulla fornitura di petroli – eventualità che avrebbe avuto un effetto rialzista – ha comunque diminuito le probabilità di una eventuale collaborazione per un taglio alla produzione. Alcuni trader sostengono che il conflitto fra Iran e Arabia Saudita abbia inciso per l’8% sul prezzo del barile.

A spingere il prezzo del petrolio in ribasso anche il timore che un rallentamento economico in Cina possa significare meno domanda di petrolio, portando ad un ulteriore incremento di scorte. Ulteriore pressione proviene da segnalazioni di un rallentamento economico in India.

Il raporto sulle scorte di oggi della US Energy Information Administration per la settimana terminata il 1 gennaio è ribassista. Anche se le scorte di greggio sono diminuite di 5,1 milioni di barili, il rapporto ha mostrato negli Stati Uniti un incremento di 10,1 milioni di barili di benzina. I trader hanno reagito alla notizia con la vendita di petrolio greggio.
Anche se mercoledì gli indici azionari hanno continuato a indebolirsi, la coppia EUR / USD ha esteso l’ondata di vendite: i trader rivolgono le attenzioni sulla divergenza tra le politiche monetarie della Banca centrale europea e della Federal Reserve degli Stati Uniti.

La coppia GBP / USD soffre a causa della caduta dei prezzi del petrolio greggio, il rafforzamento del dollaro USA e le preoccupazioni per la tempistica del referendum che deciderà se il Regno Unito lascerà o meno l’Unione europea.
Sul fronte dei dati, in GB il PMI del terziario si è attestato a 55,5, leggermente al di sotto della stima 55,6. La notizia ha avuto un effetto minimo sulla azione dei prezzi.

Il rapporto statunitense ADP Non-Farm Employment Change ha mostrato che il settore privato dell’economia ha aggiunto 257000 posti di lavoro nel mese di dicembre, ben al di sopra della stima pari a 193000.

Nel mese di dicembre la bilancia commerciale degli Stati Uniti è scesa a -42.4, leggermente al di sotto della lettura -44.6B del mese di novembre. La stima era per -44.0B.

Negli Stati Uniti il ISM Non-Manufacturing PMI si ferma a 55,3, sopra la soglia dei 50, ma inferiore alla stima di 56,0 e ala lettura del mese scorso. Gli ordini industriali sono in linea con le previsioni al -0,2%.

Oggi in tarda giornata, i trader avranno la possibilità di reagire agli ultimi verbali della riunione del FOMC. Questo dovrebbe provocare una maggiore volatilità alla fine della giornata.

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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