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L’Oro Scende Sotto Quota 1200$ Apprestandosi a Chiudere la Settimana in Ribasso

Da
Barry Norman
Aggiornato: Apr 17, 2015, 19:38 GMT+00:00

Negli USA il dato sulle richieste di sussidi di disoccupazione sale a 294.000 unità, registrando un incremento pari a 12.000 unità rispetto alla settimana

L’Oro Scende Sotto Quota 1200$ Apprestandosi a Chiudere la Settimana in Ribasso

L’Oro Scende Sotto Quota 1200$ Apprestandosi a Chiudere la Settimana in Ribasso
Negli USA il dato sulle richieste di sussidi di disoccupazione sale a 294.000 unità, registrando un incremento pari a 12.000 unità rispetto alla settimana precedente (con un dato rivisto a 282.000). La nuova lettura ha colto di sorpresa gli economisti, i quali prevedevano una flessione a 280.000 unità rispetto alle 281 mila riportate inizialmente per la settimana precedente. L’oro giovedì scende leggermente rimanendo però in prossimità dei 1200$ l’oncia. La prolungata flessione del dollaro USA ha permesso all’oro di recuperare in parte le recenti perdite mentre la debole domanda fisica ha contribuito a premere in ribasso e l’incertezza riguardo la tempistica dell’aumento dei tassi di interesse da parte della Fed ha sostenuto i prezzi. Il metallo prezioso rimane appena sotto la soglia fatidica dei 1200$, a quota 1197,70.
I trader rialzisti riprendono ancora una volta il controllo dei mercati di commodity, favoriti dalle speculazioni secondo la quale le autorità cinesi introdurranno nuove misure di stimolo per rivitalizzare l’economia in difficoltà. Per quanto riguarda i metalli preziosi, l’oro a pronti supera la soglia di resistenza psicologica dei 1200 l’oncia troy, nel presupposto che la Federal Reserve USA in seguito alla pubblicazione di una serie di dati deludenti sull’economia statunitense, per quest’anno manterrà i tassi di interessi inalterati. In precedenza i rapporti dagli USA hanno segnalato per il mese di marzo una contrazione della produzione industriale dello 0,6%, la più forte dall’agosto 2012 e al di sotto delle aspettative degli economisti che prevedevano una contrazione dello 0,3%.

In vista della pubblicazione del rapporto USA sui prezzi al consumo che potrebbero fornire indizi utili a valutare il momento in cui, per la prima volta dal 2006, la Federal Reserve aumenterà i tassi di interesse, l’oro si appresta a chiudere le settimane in basso. I trader stanno spulciando i dati alla ricerca di indizi che possano chiarire se la ripresa economica ha una spinta sufficiente per sostenere un aumento del costo del denaro. Tassi di interesse più alti incidono negativamente sull’interesse nei confronti dell’oro, che generalmente offre rendimenti solo in corrispondenza di un incremento di prezzo, spingendo gli investitori verso beni, come le azioni, che offrono rendimenti migliori. Negli Stati Uniti sono attesi in giornata i dati sui prezzi al consumo dopo che giovedì il rapporto sull’avvio di nuove case si è rivelato al di sotto delle aspettative e quello sulle condizioni economiche di Philadelphia ha registrato un miglioramento.

Questa mattina l’argento ha seguito la scia dell’oro cedendo 61 conti per attestarsi a 16,223 mentre platino ha perso qualcosa e si è fermato a 1160,30. Per quanto riguarda gli altri metalli, segnaliamo il rame, invariato a quota 2,776. Giovedì il rame ha registrato un incremento del 2% spinti dal calo dell’indice del dollaro in seguito la pubblicazione dei dati deludenti sulla produzione industriale. Oltre a ciò, a frenare i prezzi si è aggiunta la possibile adozione di misure di stimolo di ampio raggio in Cina. Giovedì i mercati dei metalli si sono mossi complessivamente su terreno positivo, con il rame in testa seguito da alluminio, zinco, piombo e nichel.

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