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L’oro rimbalza in scia ai dati sulle vendite di auto in Cina

Da
Barry Norman
Aggiornato: Dec 16, 2015, 18:35 GMT+00:00

In vista della decisione della Federal Reserve attesa per oggi, i trader del comparto energetico potrebbero essersi fatti distrarre dal rapporto

L’oro rimbalza in scia ai dati sulle vendite di auto in Cina

L’oro rimbalza in scia ai dati sulle vendite di auto in Cina
In vista della decisione della Federal Reserve attesa per oggi, i trader del comparto energetico potrebbero essersi fatti distrarre dal rapporto settimanale sulle scorte della EIA. Martedì il petrolio greggio ha inizialmente trovato una certa stabilità, tornando però in rosso nel corso della sessione asiatica per scivolare a 37,07, in ribasso di 28 centesimi. Il Brent rimane pressoché invariato a quota 38,59, con uno spread ridotto a meno di un dollaro e mezzo. Ieri il barile ha effettuato un rimbalzo in seguito alle forti perdite riscontrate nel corso della sessione precedente; gli investitori infatti prevedono la cancellazione del divieto sulle esportazioni di petrolio dagli Stati Uniti. I guadagni di martedì si sono verificati nel corso di una sessione di scambi piuttosto volatile che ha visto il benchmark globale del Brent muoversi in prossimità dei minimi intraday dal 2008. Il Brent guadagna l’1,74% salendo a 38,63$ il barile, mentre al New York Mercantile Exchange il West Texas Intermedie, per quanto concerne le consegne di gennaio, si muove in rialzo dell’1,49% e tocca quota 36,37.

Secondo Commerzbank il WTI è stato favorito dal sempre più probabile annullamento entro la fine dell’anno del divieto di esportazione di petrolio, in vigore da quarant’anni negli Stati Uniti; per il petrolio statunitense potrebbe aprirsi un nuovo grande mercato.

Stando agli ultimi dati pubblicati, la Cina continua ad approfittare dei bassi prezzi del petrolio per riempire le proprie riserve strategiche, a sottolineare il ruolo ricoperto dalla seconda economia più grande del mondo nel favorire l’eccesso di offerta di petrolio verificatosi nel corso del 2015. Gli analisti di Petromatrix, società con sede in Svizzera, stimano che la Cina quest’anno aumenterà le proprie riserve di petrolio di circa 103 milioni di barili.

Ieri il barile ha guadagnato il 3% grazie alle azioni di copertura short e al supporto tecnico che ha fermato l’ondata di vendite verso i minimi degli ultimi 11 anni, ma secondo i trader il mercato rimane fondamentalmente debole a causa dell’eccesso di offerta. Il Brent e il West Texas Intermediate, in rialzo per il secondo giorno consecutivo, hanno guadagnato oltre un dollaro al barile; che i trader ribassisti non sono riusciti a spingere i prezzi sotto il minimo degli ultimi sette anni.

La società di consulenza per il petrolio Ritterbusch and Associates, con sede a Chicago, sostiene in una nota che nel corso delle prossime due sessioni di scambi gli investitori concentreranno le proprie attenzioni sull’annuncio della Federal Reserve. “Non vediamo nulla di insolito nel rimbalzo di questa settimana; tutti gli indicatori tecnici a nostra disposizione indicavano condizioni di iper venduto per l’intero comparto”.

Malgrado l’eccesso di offerta globale, gli analisti intervistati in un sondaggio Reutersprevedono per la scorsa settimana una contrazione delle riserve di petrolio greggioUSA pari a 1,4 milioni di barili.

L’open interest sulle opzioni call del Brent nelle ultime settimane registrato una forte incremento, ad indicare un crescente clima di fiducia in una forte ripresa rispetto ai livelli attuali. A favorire delle previsioni maggiormente ottimistiche i dati positivi sulle vendite di auto e l’aumento del pericolo la sicurezza in alcuni produttori di petrolio. In realtà, alcune banche prevedono ora uno scenario rialzista. Secondo Morgan Stanley “la prolungata crescita della domanda e il calo delle scorte potrebbero portare entro la fine del 2016all’azzeramento dell’eccesso di offerta sul mercato di petrolio”. Grazie all’aumento nelle vendite di auto, la domanda globale di benzina è rimasta piuttosto robusta.

Nel mese di novembre le vendite di auto in Cina registrano un balzo del 20% rispetto all’anno precedente, permettendo al mercato di automobili più grande del mondo di andare a chiudere l’anno con una crescita compresa fra il 5 e il 7 percento. Nel 2015 in Cina quasi 25 milioni di nuove auto hanno invaso le strade del paese, secondo la maggior parte degli analisti entro il 2020 le vendite annue raggiungeranno i 50 milioni di unità.

Anche le vendite di auto europee sono in crescita; i mercati dell’Europa Occidentale raggiungono il 5-10%. Nel 2015 negli Stati Uniti le vendite di auto sono sulla buona strada per un incremento del 3% e secondo la National Automobile Dealers Association si apprestano a segnare un record l’anno prossimo prima di scendere leggermente nel 2017. La domanda di benzina risultante potrebbe spingere le raffinerie a produrre più combustibile e questo nel 2016 dovrebbe sostenere domanda di greggio, fintanto che i margini di raffinazione rimarranno redditizi.

Dal lato dell’offerta, il prossimo anno l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio dovrebbero mantenere gli attuali livelli di produzione, soprattutto se vendite dall’Iran riprenderanno completamente. Fuori OPEC, la produzione russa sembra dare segni di rallentamento.

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