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L’Oro Resta Al Di Sopra Dei 1200$

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Feb 23, 2016, 08:06 UTC

Il mercato aurifero rimbalza dai recenti minimi postati a quota 1205$ ed é negoziato a 1210,00$ poiché le preoccupazioni dei trader sono diminuite sulla

L’Oro Resta Al Di Sopra Dei 1200$

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Il mercato aurifero rimbalza dai recenti minimi postati a quota 1205$ ed é negoziato a 1210,00$ poiché le preoccupazioni dei trader sono diminuite sulla scia del rialzo del greggio registrato lunedì. L’oro ha riportato una perdita giornaliera di 20$. L’Argento posta un calo di 178 punti ed é negoziato a 15,195$. Il platino ha registrato il giorno peggiore di tutti i metalli preziosi con una perdita dell’1,86% e un calo di 17$, il prezioso é scambiato a 928,05$. Il platino perde quasi 2$. Martedì mattina i trader asiatici sorprendono il mercato acquistando il metallo giallo e spingendo il prezioso verso la regione degli 1.218,10$.

A tale proposito ci sembra opportuno ricordare come il recente rally sia stato dettato dal “passaggio” a tassi negativi promosso da alcune banche centrali che hanno deciso di rispondere alle forti preoccupazioni riguardanti le prospettive economiche mondiali. Tale scenario, unito al ribasso del dollaro statunitense, ha innescato una corsa verso i porti sicuri come l’oro, tradizionalmente considerato una copertura per il biglietto verde.

Tuttavia, ad indebolire alcuni di questi aspetti positivi il miglioramento dei titoli azionari innescato da un sentimento più stabile verso l’economia e da un rincaro del dollaro statunitense sulla scia di un calo della sterlina britannica causato dalle preoccupazioni di un possibile Bretix.

Abbiamo assistito a continui afflussi di fondi che replicano la performance dell’oro, inoltre, continuiamo a credere che la fragile posizione economica mondiale favorisca il metallo. In particolar modo, le aspettative  che vedono i tassi di interesse rimanere a livelli piuttosto bassi dovrebbero continuare a mantenere il prezioso al di sopra dei 1200$.

Le azioni mondiali si muovono in rialzo, lo Standard & Poor’s 500 Index estende la sua migliore settimana del 2016 e condivide con Dubai un  mercato rialzista. Il greggio posta un rimbalzo sulla scia delle speculazioni che vedono alcun membri Opec collaborare per ridurre l surplus dell’offerta mondiale. Il Bloomberg Dollar Spot Index sembra proiettato verso il più grande rincaro settimanale.

Prima del calo di lunedì il metallo giallo aveva registrato un rally del 16% dall’inizio del 2016 sulla scia delle prospettive di una debolezza economica mondiale e di un calo delle materie prime. Gli investitori hanno accumulato il metallo giallo sulla scia delle speculazioni che vedevano la Federal Reserve posticipare l’innalzamento dei tassi di interesse, scenario che ha incrementato la domanda del lingotto. Ora, i trader hanno ripreso le scommesse relative ad un innalzamento dei tassi di interesse poiché i segnali di una rispresa economica potrebbero consentire alle aziende statunitensi di pagare cifre più elevate.

A tale proposito, ci sembra opportuno segnalare come lunedì le probabilità di assistere ad un ulteriore innalzamento dei tassi di interesse erano del 47%, numeri che mostrano un incremento del 30% rispetto ai dati rilasciati due settimane prima. I numeri sono stati rilasciati dal fondo monetario della Fed. Il punto di vista del mercato sulla politica dei tassi di interesse della Federal Reserve resta contrastante con il 22% in attesa di un ulteriore innalzamento nel mese di giugno.

La corsa verso l’oro del 2016 ha preso piede poiché, già dal mese di marzo, gli investitori hanno mostrato un forte interesse verso porti sicuri.

Secondo i dati rilasciati da Bloomberg, le attività dei prodotti negoziati in borsa hanno registrato un rincaro di 25,39 tonnellate, l’1,6%,  per attestarsi su quota 1,640,81 tonnellate nella sessione di venerdì. In termini percentuali si tratta del più grande rincaro giornaliero dal mese di maggio del 2010.

Nel 2016 gli investitori hanno versato fondi negli ETP garantiti in oro ponendo fine ai tre anni consecutivi di ribassi sulla scia delle preoccupazioni riguardanti una vacillante crescita economica globale che ha minato la possibilità di assistere ad un  ulteriore innalzamento dei tassi di interesse Fed e indebolito i mercati azionari. Il differenziale di tassi negativi delle banche centrali di Giappone ed Europa ha incrementato la domanda.

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