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L’Oro Non Può Mantenere I Guadagni Dopo Che L’HSBC Si Unisce A Goldman e JP Morgan

Da
Barry Norman
Aggiornato: Jul 28, 2015, 16:35 GMT+00:00

Il mercato aurifero rimane sotto pressione nella sessione asiatica poiché i trader hanno avviato un sell off per prenotare i profitti a seguito del rally

L’Oro Non Può Mantenere I Guadagni Dopo Che L’HSBC Si Unisce A Goldman e JP Morgan

L'Oro Non Può Mantenere I Guadagni Dopo Che L'HSBC Si Unisce A Goldman e JP Morgan
Il mercato aurifero rimane sotto pressione nella sessione asiatica poiché i trader hanno avviato un sell off per prenotare i profitti a seguito del rally di lunedì. Il metallo giallo si muove in rialzo nella sessione di lunedì raggiungendo quota 1104$ sulla scia di un’avversione al rischio suscitata dal crollo dei mercati azionari cinesi che ha spaventato gli investitori. Questa mattina il metallo giallo perde 4.30$ ed è scambiato a 1092,60$ mentre i trader si riprendono e si concentrano sulla riunione della Federal Reserve che inizierà oggi. Ieri il dollaro statunitense si muove in ribasso rimanendo invariato nella sessione asiatica a 96.62. L’Argento scende a 14.545$ e il platino perde 4$ per attestarsi su quota 978.20$.

La scorsa settimana Goldman Sachs e  JP Morgan hanno abbassato le loro previsioni per il metallo prezioso relative al bilancio 2015-2016. Lunedì, l’HSBC ha espresso la propria opinione sull’oro. Gli strateghi dell’HSBC hanno ridotto le loro previsioni per il prezzo medio del metallo giallo tanto per quest’anno quanto per il prossimo anno, affermando che, in uno scenario a breve termine, i prezzi del prezioso potrebbero rimanere sotto pressione e muoversi all’interno di un range vicino ai 1000$ l’oncia prima di muoversi nuovamente in rialzo. L’HSBC ha abbassato il suo prezzo medio per l’anno 2015, passando dai precedenti 1234$ agli attuali 1.160$, e per l’anno 2016, prevedendo un prezzo medio di 1.205$ contro i 1.275$ precedentemente stimati. Stando a quanto riportato dagli strateghi HSBC, tra le ragioni del recente sell off dell’oro segnaliamo il possibile innalzamento dei tassi d’interesse Fed, la forza del dollaro statunitense, la bassa pressione inflazionistica globale, la carente domanda di oro da parte dell’India e della Cina, il posizionamento e il momentum del mercato.

Sulla scia del ribasso dei prezzi del metallo giallo, venerdì le partecipazioni sull’SPDR Gold Trust, il più grande fondo comune di investimento garantito in oro del mondo, si muovono in ribasso per il settimo giorno consecutivo raggiungendo quota 21.870 mila once, i minimi da settembre 2008.

A gravare sul sentimento del mercato, anche il ribasso delle importazioni nette di oro della Cina provenienti da Hong Kong, il suo principale canale, che a giugno hanno postato i minimi degli ultimi 10 mesi, riflettendo la debolezza della domanda dei principali consumatori mondiali.  La scorsa settimana, i money manager che avevano perso temporaneamente interesse nel prezioso hanno incrementato le loro posizioni short per la prima volta in una decade. A renderlo noto la Bank of America che ha anche suggerito che l’oro proseguirà la sua discesa.

Per quanto riguarda gli altri metalli, il rame guadagna 18 punti sulla scia di un ribasso del dollaro statunitense che ha suscitato l’interesse dei trader verso metalli situati in prossimità di un fondo a lungo termine. Il rame è scambiato a 2,64$. A tale proposito, ci sembra opportuno segnalare come, lunedì, i prezzi del rame abbiano testato i minimi degli ultimi sei anni sulla scia del crollo dei mercati azionari cinesi, crollo che ha innescato forti preoccupazioni riguardi la futura domanda di rame da parte del più grande consumatore mondiale.

Il contratto cha ha registrato uno scambio più attivo, quello con consegna a settembre, perde 2,90 centesimi o l’1,2% per attestarsi su quota 2.3535$ a libbra sulla divisione Comex del Mercantile Exchange di New York. La mossa proietta i prezzi verso i minimi del 14 luglio 2009, quando si attestavano su quota 2.2990$ a libbra.

I prezzi del rame si sono stabilizzati in prossimità dei minimi degli ultimi sei anni sui timori che vedono il rallentamento dell’economia cinese ridurre la domanda di materie prime da parte del paese. A tale proposito, ci sembra opportuno segnalare come il rame sia ampiamente utilizzato nel settore manifatturiero e nelle costruzioni, scenario che rende il suo prezzo sensibile ai cambiamenti delle prospettive economiche. La Cina è il più grande acquirente mondiale di metallo rosso, detiene circa il 40% della domanda globale. Molti investitori temono che il calo degli acquisti da parte della Cina non possa essere compensato dalla domanda degli altri paesi, pertanto, scenario che potrebbe aprire le porte ad un surplus dell’offerta.

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