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Lo yen si muove in ribasso a seguito dell’impegno all’intervento da parte delle autorità nipponiche

Da
Barry Norman
Pubblicato: May 10, 2016, 09:52 GMT+00:00

Pubblicati nella giornata di oggi, i dati sull'inflazione in Cina sono risultati contraddittori, ma non così tanto da irritare i mercati. Ad aprile, l'Ipc

Lo yen si muove in ribasso a seguito dell’impegno all’intervento da parte delle autorità nipponiche

Pubblicati nella giornata di oggi, i dati sull’inflazione in Cina sono risultati contraddittori, ma non così tanto da irritare i mercati. Ad aprile, l’Ipc è sceso al 2,3% a fronte del 2,4% previsto, pur rimanendo al livello precedente. L’Ipp è al -3,4%, dato inferiore alle aspettative del -3,8%. Per la Banca Popolare Cinese, una maggiore inflazione, spinta soprattutto dal prezzo dei generi alimentari, potrebbe rappresentare un motivo per non tagliare ulteriormente il tasso di interesse principale, già ai minimi storici. Dopo quattro anni, la deflazione si sta riducendo grazie alla ripresa del mercato immobiliare che sostiene la domanda.

In una nota recentemente pubblicata, Larry Hu, direttore per l’economia cinese presso la Macquarie Securities Ltd. di Hong Kong, scrive: “Stiamo assistendo all’inversione del processo deflattivo. La deflazione è certamente molto dolorosa per l’economia, ma la sua inversione può provocare una più elevata crescita nominale e alla ricostituzione delle scorte. Ciò considerato, gli utili societari potrebbero aumentare notevolmente” anche in un contesto di bassa crescita come quello di quest’anno.

I dati dell’Ufficio Nazionale di Statistica hanno mostrato che, dallo scorso anno, il prezzo dei generi alimentari è aumentato del 7,4%, raggiungendo il livello più alto degli ultimi quattro anni. Il mese scorso, l’inflazione non legata ai generi alimentari era all’1,1%.

Rispetto al mese precedente, l’inflazione alla produzione è salita dello 0,7%, segnando il primo incremento back to back dalla fine del 2013.

Nella mattinata di lunedì, dopo un’apertura in forte rialzo, lo yuan si è deprezzato a causa della rivalutazione del tasso di cambio attuata dalla Banca Popolare Cinese. Contro il dollaro, lo yuan onshore, negoziato a Shanghai, ha perso lo 0,13% per toccare quota 6,5055. La valuta cinese ha raggiunto un massimo intragiornaliero a quota 6,4951 prima di muoversi in ribasso verso la fine della sessione, continuando a perdere per il quarto giorno consecutivo.

Nel corso della mattinata, il dollaro neozelandese ha perso 19 punti per toccare quota 0,6749. Il kiwi ha ceduto lo 0,3%, muovendosi in ribasso per il terzo giorno, a seguito delle dichiarazioni del ministro delle finanze neozelandese, Bill English Il ministro ha affermato di aspettarsi che la banca centrale, nel documento sulla stabilità finanziaria in pubblicazione nella giornata di mercoledì, presenti un piano per la gestione del mercato immobiliare.

Contro il dollaro, lo yen viene negoziato a quota 108,29 dopo che la coppia ha raggiunto quota 106 a seguito della decisione presa il mese scorso dalla Banca del Giappone di mantenere non modificare la politica monetaria. In Giappone, tutte le autorità, dal governatore della Banca del Giappone al ministro delle finanze al primo ministro, sono del parere che un intervento sia necessario, qualora il tasso di cambio dovesse muoversi con eccessiva rapidità. Ciò considerato, gli speculatori hanno sempre meno motivi per mantenere le loro posizioni short sul cambio dollaro/yen. Nella mattinata di oggi, lo yen si è mosso in ribasso contro il dollaro, toccando quota 108,81. Nei confronti dell’euro, la valuta nipponica viene negoziata a quota 123,83.

Per alcuni investitori, la mossa rappresenta un avvertimento a Tokyo contrario a un intervento basato sulla vendita di yen. Sulle piazze asiatiche, nella mattinata di lunedì, il dollaro si è mosso in lieve rialzo per assestarsi intorno ai 107 yen. Durante il G20 svoltosi a Washington alla fine dello scorso mese, le autorità nipponiche hanno cercato di ottenere un consenso non ufficiale per agire contro un apprezzamento dello yen decisamente indesiderato.

Tuttavia, gli Stati Uniti hanno risposto con freddezza. Il segretario del Tesoro, Jack Lew, ha definito le mosse dello yen “ordinarie” dopo che il ministro delle finanze giapponese, Aso, gli aveva comunicato la notevole preoccupazione del suo governo per quello che viene considerato un apprezzamento “unilaterale” dello yen.

Aso ha affermato che le autorità statunitensi e nipponiche hanno tenuto frequenti colloqui telefonici sul tasso di cambio, in particolare quando, lo scorso mese, lo yen ha visto quintuplicare il proprio valore in due giorni. Dal 2011, le autorità giapponesi non erano più intervenute sui mercati.

Il dollaro continua a muoversi in rialzo sulla scia delle dichiarazioni di diversi membri del Fomc. Vi è la possibilità che un nuovo innalzamento dei tassi possa aver luogo a giugno. Il dollaro è salito a quota 94,20.

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