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Lo yen scende al di sotto di quota 118 a seguito della pubblicazione dei verbali del Fomc, che hanno provocato il ribasso del dollaro

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Jan 7, 2016, 19:51 UTC

Nella giornata di mercoledì, grazie al trading sulle valute rifugio e al deprezzamento del dollaro seguito alla pubblicazione dei verbali del Fomc, lo yen

Lo yen scende al di sotto di quota 118 a seguito della pubblicazione dei verbali del Fomc, che hanno provocato il ribasso del dollaro

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Nella giornata di mercoledì, grazie al trading sulle valute rifugio e al deprezzamento del dollaro seguito alla pubblicazione dei verbali del Fomc, lo yen si è mosso in rialzo. Nella mattinata di oggi, la divisa nipponica viene negoziata a quota 117,66, guadagnando 60 punti. Il cambio contro l’euro si assesta a quota 127,64. Nella giornata di ieri, il dollaro si è mosso in ribasso dai massimi dell’ultimo mese contro un paniere di valute, dopo la pubblicazione dei verbali della riunione di dicembre del Fomc. Il documento ha, infatti, lasciato intendere che i prossimi innalzamenti dei tassi di interesse negli Stati Uniti verranno attuati gradualmente a causa della preoccupazione della Fed per la bassa inflazione persistente. Nella giornata di giovedì, il dollaro è sceso di 23 punti a quota 99,05.

Il dollaro si è deprezzato a seguito della pubblicazione dei verbali della riunione di dicembre del Fomc, in cui si sostiene che l’apprezzamento del dollaro costituisce un rischio per il raggiungimento dell’obiettivo di inflazione al 2%. Tre settimane fa, i dieci membri con diritto di voto del Fomc hanno deciso all’unanimità di aumentare il tasso di riferimento sui federal fund di un quarto di punto percentuale dallo 0,25% allo 0,5%. La mossa ha posto fine a un’era di tassi prossimi allo zero, iniziata nel dicembre del 2008. Prima della pubblicazione dei verbali del Fomc, il vicepresidente della Federal Reserve, Stanley Fischer, aveva definito le previsioni della banca centrale degli Stati Uniti favorevoli a quattro aumenti del tasso di interesse nel 2016 “molto vicine alla realtà”, nonostante il rallentamento della Cina e altre fonti di incertezza rendano difficile predire l’esatto andamento della politica monetaria.

I timori per l’economia cinese hanno spinto lo yuan a minimi non raggiunti dal 2010, quando venne aperto il mercato offshore della divisa di Pechino. La preoccupazione per la contrazione della crescita in Cina ha, inoltre, aggravato le perdite delle borse globali. L’ansia ha portato i trader a riversarsi sul basso rischio dello yen, che si è assestato intorno ai massimi degli ultimi tre mesi contro il dollaro e ha segnato il picco degli ultimi nove mesi contro l’euro. Lo yen è stato spinto ancor più in rialzo sul dollaro e sull’euro dalla dichiarazione della Corea del Nord, che annunciava di aver testato con successo una bomba nucleare. La tensione ha colpito le materie prime, portando le valute ad esse legate a nuovi minimi. L’Aussie ha perso 36 punti, toccando quota 0,7036, e il kiwi è sceso a quota 0,6636, mentre il dollaro canadese viene negoziato contro la sua controparte statunitense a quota 1,4101. Nella giornata di giovedì, il petrolio ha continuato a crollare, toccando livelli non visti da più di 10 anni. L’unico dato della mattinata è giunto dall’Australia e riguarda la riduzione del disavanzo commerciale. Le ultime letture dell’Ufficio di Statistica mostrano, a novembre, un aumento dell’1% delle esportazioni e una diminuzione dell’1% delle importazioni, a fronte di un deficit commerciale che, a ottobre, era pari a 3,25 miliardi di dollari.

A ogni modo, la bilancia commerciale dell’Australia non è in disavanzo da 20 mesi consecutivi.

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I mercati hanno interpretato la mossa della Banca Popolare Cinese come una manifestazione della crescente tolleranza del governo cinese nell’impiegare il deprezzamento della valuta come strumento per sostenere la crescita. La svalutazione ha provocato una tendenza al ribasso delle valute asiatiche, con NZD e AUD in netto deprezzamento. Nella mattinata di giovedì, lo yuan ha continuato la sua corsa al ribasso, cedendo 361 punti nel cambio col dollaro, per toccare quota 6,59828

Nella mattinata di giovedì, grazie alle vendite di dollari da parte dei trader asiatici, l’euro si è mosso in lieve rialzo, guadagnando 38 punti per raggiungere quota 1,0817. Nella giornata di mercoledì. nonostante la turbolenza che imperversa sui mercati dall’inizio del 2016 e i dati che segnalano un rallentamento dell’attività delle imprese negli Stati Uniti, un importante funzionario della Federal Reserve ha dichiarato che la banca centrale statunitense intende ancora procedere a quattro aumenti dei tassi di interesse nel corso dell’anno. I verbali del Fomc hanno mostrato la decisione del mese scorso in favore dell’innalzamento dei tassi è stata presa quando quasi tutti i membri del Comitato si sono detti sicuri di un incremento dell’inflazione. Tuttavia, alcuni hanno sostenuto che l’inflazione potrebbe arrestarsi a livelli pericolosamente bassi.

Nei verbali della riunione tenuta dal Fomc in data 15-16 dicembre, pubblicati nella giornata di mercoledì, si legge: “Quasi tutti i partecipanti sono ora ragionevolmente fiduciosi che l’inflazione potrebbe tornare al 2% nel medio periodo.”

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