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Lo yen e lo yuan fanno i conti con dati economici piuttosto deludenti

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Mar 8, 2016, 10:34 GMT+00:00

Sulle piazze asiatiche, lo yen mantiene si è mosso in lieve rialzo, mentre il dollaro continua a seguire la sua tendenza al ribasso al ribasso. La valuta

Lo yen e lo yuan fanno i conti con dati economici piuttosto deludenti

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Sulle piazze asiatiche, lo yen mantiene si è mosso in lieve rialzo, mentre il dollaro continua a seguire la sua tendenza al ribasso al ribasso. La valuta nipponica, a seguito della pubblicazione di alcuni dati economici, è negoziata a quota 113,24. I mercati stanno valutando il dati sul Pil e sul conto corrente del Giappone. Il prodotto interno lordo è risultato superiore alle aspettative, con una crescita trimestrale del -0,3%. Fonti vicine alla Banca del Giappone (BoJ) ritengono che le autorità di politica monetaria nipponiche potrebbero rivedere le proprie previsioni di crescita durante l’incontro previsto per il 27-28 aprile, riflettendo l’andamento negativo globale, nonostante il dollaro oggi sia più debole rispetto allo yen.

“Alcuni membri della BoJ potrebbero credere che l’economia stia andando a consolidare, invece di muoversi in ripresa” ha detto una fonte alla Reuters.

Nella giornata di oggi, Haruhiko Kuroda, governatore della Banca del Giappone, ha innalzato il tasso di cambio dello yen nei confronti del dollaro, rilasciando inoltre delle dichiarazioni che non lasciano spazio a ipotesi di ulteriori manovre espansive della politica monetaria almeno nel prossimo futuro.

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La Cina ha pubblicato i dati sulla propria bilancia commerciale, che si sono rivelati un vero disastro. Le esportazioni sono scese del 25,4% rispetto a una contrazione prevista del 12,5%, mentre le importazioni sono cadute del 13,8% a fronte di una calo previsto del 10,0%. Di certo, tutto ciò ha spinto nuovamente a parlare di nuove misure di stimolo che la Pboc potrebbe adottare e questo ha limitato le reazioni negative internazionali rispetto a queste notizie non proprio positive. Il dollaro australiano ha perso 36 punti portandosi a quota 0,7432, mentre il dollaro neozelandese ha perso 31 punti, scendendo a quota 0,6771. Lo yuan è negoziato a quota 6,5070, in ribasso di 98 punti.

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Per la prima volta dopo quattro giorni, l’euro si è mosso in ribasso per via delle ipotesi sulle misure di stimolo che la Bce potrebbe introdurre durante il suo prossimo incontro, previsto per questa settimana. Il risultato di tali speculazioni è stato un’inversione di tendenza al termine della sessione. L’euro si è, infatti, attestato a quota 1,1012, mentre il dollaro si è mosso in ribasso.

L’euro ha perso quota questa settimana rispetto al dollaro e un sondaggio effettuato da Bloomberg vede circa i 3/4 degli economisti intervistati ritenere possibile un incremento dell’acquisto dei titoli di Stato da parte della Bce. Per contro tutti, eccetto uno,  ritengono che il tasso sui depositi verrà portato in negativo.

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Come detto, il dollaro si è mosso in ribasso e negli scorsi giorni il vice presidente della Fed, Stanley Fischer, ha tenuto un discorso di rilievo durante una conferenza economica. Fischer ha affermato che l’inflazione negli Stati Uniti potrebbe aumentare rispetto ai troppo bassi livelli attuali e questa è una condizione essenziale per rendere possibile un incremento dei tassi di interesse.

In un discorso a Washington, Fischer ha affermato: “Noi vorremmo veramente assistere a un primo aumento del tasso di inflazione – che ci auguriamo avvenga presto.”

Contestualmente, un altro membro della Fed, Lael Brainard, ha mostrato incertezza sul fatto che i dati sull’occupazione, seppur positivi, possano funzionare da stimolo per l’incremento del tasso di inflazione, considerato anche che i prezzi del petrolio continuano a essere bassi e il dollaro forte. L’inflazione “ha mostrato per lungo tempo risultati al di sotto delle aspettative”  ha dichiarato Brainard lunedì, riferendosi all’obiettivo fissato dalla Fed di portare il tasso di inflazione al 2%.

I punti di vista dei due membri della Fed mostrano come la banca centrale degli Stati Uniti si stia impegnando duramente nella calendarizzazione dell’incremento dei tassi. A dicembre, la Fed ha aumentato il tasso di riferimento dai minimi storici.

“Non dobbiamo dare per scontati i dati fortemente positivi sul mercato del lavoro e sui consumi negli Stati Uniti” ha continuato Brainard, per poi aggiungere che “A livello mondiale, le fonti per una domanda elevata sono molto poche, a fronte di cause di debolezza relativamente maggiori.”

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Queste affermazioni sono state rilasciate appena una settimana prima della riunione sulla politica monetaria della Fed, durante la quale si deciderà se aumentare per una seconda volta i tassi di interesse dai loro minimi storici. Il dollaro ha perso 14 punti ed è negoziato a quota 97,12.

La sterlina ha, invece, guadagnato 35 punti e viene negoziata a quota 1,4263. La valuta britannica nella scorsa settimana ha guadagnato il 2,5% rispetto al dollaro, poiché gli investitori hanno cessato di speculare negativamente dopo l’annuncio ufficiale del referendum sulla Brexit della scorsa settimana. Il voto deciderà della permanenza o dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea.

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