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L’Iran procede a vele spiegate verso la ripresa della produzione di greggio

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Nov 30, 2015, 18:48 UTC

Questa settimana i prezzi del greggio saranno strettamente monitorati poiché gli occhi dei trader sono interamente puntati sulla riunione annuale Opec. A

L’Iran procede a vele spiegate verso la ripresa della produzione di greggio

L'Iran procede a vele spiegate verso la ripresa della produzione di greggio
L'Iran procede a vele spiegate verso la ripresa della produzione di greggio
Questa settimana i prezzi del greggio saranno strettamente monitorati poiché gli occhi dei trader sono interamente puntati sulla riunione annuale Opec. A tale proposito, ci sembra opportuno ricordare come, esattamente un anno fa, l’Opec abbia deciso di salvaguardare la quota di mercato, incrementando la produzione, scenario che ha spinto i prezzi del greggio fortemente in ribasso allontanando i produttori di scisto dal mercato. Dopo l’impennata della scorsa settimana che ha visto  il greggio WTI registrare una mossa fortemente rialzista sulla scia delle turbolenze geopolitiche e delle dichiarazioni rilasciate dall’Arabia Saudita, il più grande produttore mondiale di petrolio, che hanno lasciato intravedere la possibilità di assistere ad un taglio della produzione, il combustibile statunitense é tornato al centro del suo range di trading ed è negoziato a 41,79$. A tale proposito, ci sembra opportuno segnalare come poco dopo le dichiarazioni originali, l’Arabia Saudita abbia mostrato come tale evenienza sia subordinata ad un taglio della produzione dei membri Opec e dei paesi non appartenenti all’organizzazione.

Lunedì il Brent si muove in ribasso poiché i trader attendono di conoscere gli esiti della riunione Opec prevista per questa settimana, inoltre, la possibilità di assistere ad un innalzamento dei tassi di interesse Fed ha rafforzato il valore del dollaro statunitense. Questo mese, i prezzi del greggio sembrano essere proiettati verso un calo del 10% poiché l’eccesso delle scorte non mostra segni di rallentamento, inoltre, l’ascesa del biglietto verde grava sui contratti negoziati in dollari rendendo la merce più costosa per i detentori di altre valute. Il Brent é scambiato a 44,76$,

Secondo la maggior parte degli analisti l’Opec non taglierà la produzione durante la riunione del 4 dicembre, inoltre, l’Arabia Saudita sembra essere intenzionata a rivalutare le misure di supporto dei prezzi con gli altri produttori di greggio.  Stando a quanto dichiarato da Jonathan Barratt, responsabile degli investimenti presso la Sydney Ayers Alliance “l’Opec e la Russia potrebbero tentare una riduzione coordinata della produzione”.

“L’eccesso dell’offerta persiste, tuttavia, lo scenario potrebbe cambiare rapidamente, poiché l’innalzamento dei tassi di interesse degli Stati Uniti dovrebbe incrementare la domanda”. Tuttavia, i funzionari dell’Opec hanno messo in discussione la previsione ottimistica effettuata da parte dei ricercatori del gruppo, mostrandosi un po’ scettici nei confronti di un rapido  ribasso dell’offerta nel 2016.

L’Iraq ha annunciato l’intenzione di voler incrementare la produzione mentre la Russia continua a pompare a livelli record. Il ritorno dell’Iran nel mercato dovrebbe mantenere l’offerta del greggio a livello elevato per tutto il 2016. L’Iran dovrebbe tornare nei mercati globali a gennaio 2016 con il voto sull’accordo nucleare in programma per i primi di dicembre presso l’ONU, tuttavia, il primo passo é già rato compiuto.  Sabato l’Iran  ha presentato un nuovo modello di contratti petroliferi volto ad attrarre investimenti stranieri una volta eliminate le sanzioni occidentali come previsto all’inizio dell’anno dall’accordo nucleare . Le aziende statunitensi sarebbero state invitate a partecipare.

Il nuovo contratto promosso dall’Iran Petroleum sostituisce il precedente modello d’acquisto in cui gli appaltatori pagavano per sviluppare e gestire un campo petrolifero prima ancora che venisse acceso alle autorità iraniane. L’Iran ha alleggerito i suddetti termini nella speranza di raggiungere i 30 miliardi di dollari in nuovi investimenti. I nuovi contratti durano 15-20 anni e permettono il pieno recupero dei costi.  I principali contratti erano a breve termine e gli investitori si erano lamentati dei forti rischi e delle possibili perdite.

Gli investitori che hanno prodotto più del previsto non hanno ricevuto alcun compenso. Il nuovo modello, invece, prevede un guadagno direttamente proporzionale alla produzione: più produci, più guadagni. Gli investitori stranieri avranno anche la possibilità di prorogare il contratto di ulteriori 5 anni, raggiungendo così i 25 anni.

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