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L’ennesima querelle bancaria Made in Europe

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Dec 11, 2015, 23:59 GMT+00:00

Va in scena un altro capitolo della mai interrotta questione, o per meglio dire polemica, tra l’UE e alcuni dei suoi Stati Membri, tra cui l’Italia. La

L’ennesima querelle bancaria Made in Europe
L’ennesima querelle bancaria Made in Europe

Va in scena un altro capitolo della mai interrotta questione, o per meglio dire polemica, tra l’UE e alcuni dei suoi Stati Membri, tra cui l’Italia.

La polemica stavolta ha carattere formale e sostanziale, tanto da indossare l’abito di richiesta formale comunitaria, un vestito che mal si addice alle dieci sorelle.
Sono dieci i Paesi che, insieme all’Italia, hanno ricevuto il monito di applicare integralmente la direttiva sui sistemi di garanzia dei depositi: Lussemburgo, Svezia, Romania, Polonia, Cipro, Grecia, Slovenia Belgio ed Estonia.

Secondo l’Unione Europea, tale direttiva apporterebbe un’ottimizzazione della protezione, con i depositanti che beneficerebbero di rimborsi più rapidi e di una rete di sicurezza più solida, in ragione della maggiore uniformità dei requisiti di finanziamento, elemento che permetterebbe il prefinanziamento dei sistemi di garanzia dei depositi con il conseguente innalzamento del livello di efficienza riguardo gli obblighi bancari nei confronti dei depositanti.

L’attuazione della direttiva è una condizione preliminare per il futuro uso del sistema europeo di assicurazione dei depositi proposto dalla Commissione; sistema che, secondo l’Unione Europea, sarebbe volano di una copertura assicurativa maggiore e omogenea per i titolari di depositi all’interno dell’Unione Bancaria, attraverso una ratio fiduciaria che prescinda dalla collocazione della propria banca.

Stigmatizzando la situazione, si potrebbe parlare della classica ambivalenza di notizia buona-cattiva, in quanto gli elementi positivi di cui sopra appaiono rientrare nell’alveo della prima, ma, dal momento che il termine per il recepimento della direttiva in questione è scaduto il 3 luglio 2015, l’Italia, come gli altri Paesi che non hanno attuato le norme all’interno della detta direttiva, potrebbero ottenere un deferimento da parte della Commissione presso la Corte di Giustizia Europea.
Ci sono due mesi per evitare che la dicotomia di cui sopra si arricchisca del secondo termine di paragone.

L’ottemperamento di esigenze differenti, per non dire opposte, continua a essere il nodo cruciale in seno all’Unione, anche se, in termini di Unione Monetaria, sarebbe opportuno operare principi di ragionevolezza modulando la stringenza, poiché la sfida di costituire un’Unione sempre più credibile passa proprio per l’armonizzazione bancaria, tema delicato su cui Bruxelles e Francoforte non possono continuare a fare orecchie da mercante.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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