Il prezzo del petrolio sembra aver preso il posto della Fed sulle prime pagine dei giornali e nelle attenzioni del mercato. Azioni, metalli e valute
“L’Iran si appresta a inondare il mercato con 500.000 barili di petrolio al giorno nell’arco di poche settimane dal ritiro delle sanzioni” sostiene Ole Hansen, capo stratega per le commodity per la Saxo Bank.
Questa mattina il petrolio è crollato lasciando sul terreno quanto guadagnato ieri; il WTI si attesta a 37,20, in ribasso di 68 centesimi, mentre il Brent lascia sul terreno 28 centesimi scivolando a 37,33. Il movimento di prezzo che maggiormente ha sorpreso all’interno del comparto energetico è l’impennata del prezzo del gas naturale, appena la scorsa settimana vicino al minimo degli ultimi vent’anni, sotto la soglia dei due dollari. Questa mattina il gas si attesta al 2,334, in rialzo 18 punti ora che il freddo avvolge gli Stati Uniti.
Martedì i trader hanno accolto a braccia aperte una pausa nel calo dei prezzi del petrolio greggio. Al New York Mercantile Exchange il greggio USA ha guadagnato 1,06$ (+2,9%) per chiudere a 37,87$ il barile, recuperando terreno dopo il crollo di lunedì. A Londra il Brent, utilizzato come prezzo di riferimento per il petrolio internazionale, ha guadagnato 1,17$ (+3,2%) chiedendo a 37,79 il barile.
Per quanto riguarda invece gli altri prodotti energetici, a New York la benzina all’ingrosso ha guadagnato 4,3 centesimi (+3,5%) salendo a $ 1276 al gallone, mentre l’olio combustibile ha guadagnato 3,9 centesimi (+3,6%) salendo a $ 1,23 il gallone. L’olio combustibile statunitense, anche noto come diesel sulfureo ultra leggero (ULSD), ha in parte alimentato gli incrementi sul mercato del petrolio di martedì, guadagnando quasi il 4% per salire sopra 1,13$ gallone. Questa settimana olio combustibile e gas naturale, altro combustibile utilizzato per il riscaldamento, si sono mossi in netto rialzo in scia alle previsioni che indicano un abbassamento delle temperature.
Il barile ha effettuato un balzo del 3% recuperando le perdite della sessione precedente; le basse temperature hanno incoraggiato i compratori, ma i trader sostengono che il mercato sia rimasto sotto pressione a causa del rallentamento della domanda e dell’abbondante offerta dei paesi Opec. Il gruppo industriale Istituto Americano per il Petrolio (API) ha segnalato un incremento settimanale alle scorte di quasi 3 milioni di barili, quando in molti prevedevano una contrazione.
I future sul Brent e sul WTI hanno guadagnato oltre 1$ al barile in scia alle previsioni di un inverno piuttosto freddo dopo un autunno insolitamente caldo. In sèguito alla pubblicazione del rapporto il barile ha lasciato sul terreno. I dati diffusi da Thomson Reuters indicano che le temperature medie nel continente europeo potrebbero scendere di 5 gradi, e scivolare entro il 3 gennaio sotto la media stagionale di 2,4 gradi per poi salire ai 6-8 gradi antro il 7 gennaio.
Su gran parte degli Stati Uniti, l’ondata di freddo non dovrebbe durare più di una settimana.