I mercati asiatici sono scambiati su una nota positiva dopo che la proposta della Grecia è stata considerata come un passo in avanti dai suoi creditori,
Lunedì, Reuters ha riferito che nel mese di aprile le esportazioni di greggio dell’Arabia Saudita sono diminuite di 161.000 barili giornalieri poiché le raffinerie nazionali hanno elaborato una maggior quantità di greggio. Le esportazioni di greggio nel mese di aprile si attestano su quota 7,737 milioni di barili giornalieri contro i 7.898.000 di marzo, mese in cui hanno postato i massimi di quasi un decennio
I dati rilasciati da Riyadh alla Joint Organization Data Initiative, hanno mostrato come le raffinerie nazionali abbiano lavorato 2.224.000 barili giornalieri postando un incremento di 315.000 barili giornalieri rispetto ai 1.909.000 barili giornalieri di marzo.
In uno scenario a breve termine la traiettoria dei prezzi del greggio sembra dipendere totalmente dall’esito della proposta greca. Inoltre, l’eccesso delle scorte crea un sentimento ribassista nei confronti del mercato poiché la produzione interna degli Stati Uniti rimane in prossimità dei massimi dal 1970.
I trader osservano attentamente i livelli delle scorte mondiali di greggio. La crescita delle scorte di benzina degli Stati Uniti, aumentate di quasi 500.000 barili nella settimana terminata il 12 giugno e l’alto rendimento di greggio statunitense di circa 9,6 milioni di barili giornalieri, congiuntamente ad un surplus di 2 milioni di barili giornalieri da parte dei produttori OPEC, hanno contribuito ad incrementare le preoccupazioni riguardanti l’eccesso dell’offerta.
Gli analisti prevedono che le scorte di greggio commerciale degli Stati Uniti, nella scorsa settimana, siano passate da una media di 1,8 milioni di barili a 466 milioni di barili.
L’American Petroleum Institute, rilascerà i suoi dati sulle scorte statunitensi martedì alle 2030 GMT, mentre quelli del dipartimento dell’energia dell’Energy Information Administration verranno rilasciati mercoledì alle 1430 GMT.
Stando a quanto dichiarato da Daniel Ang, analista di Phillips Futures, mercati petroliferi mostrano anche una forte preoccupazione per la velocità con cui l’Iran potrebbe aumentare le esportazioni di greggio nel caso in cui venisse raggiunto un accordo sul programma nucleare tra Teheran e le sei potenze mondiali, accordo che potrebbe ridurre le sanzioni occidentali. Il possibile ritorno del greggio iraniano nel mercato globale incrementa le preoccupazioni riguardanti l’eccesso delle scorte. L’Iran e le principali sei potenze si stanno affrettando per raggiungere un accordo entro il 30 giugno, accordo che vedrebbe Teheran aprire il suo programma nucleare per placare le preoccupazioni sulla ricerca di armi atomiche in cambio di una revoca occidentale delle sanzioni economiche.
Il raggiungimento di un qualsiasi accordo potrebbe reintrodurre il greggio iraniano nel mercato mondiale, incrementando il surplus dell’offerta attuale che ha visto i prezzi del greggio precipitare vertiginosamente dagli oltre 100$ al barile registrati nel mese di giugno dello scorso anno.