Pubblicita'
Pubblicita'

Le Piccole e Medie Imprese trainano il Paese

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Jun 27, 2015, 01:58 GMT+00:00

Tra crisi, stagnazione dell'economia, credit crunch e indici di produzione tutt'altro che positivi, quello che fa sorridere il Bel Paese è proprio la sua

Le Piccole e Medie Imprese trainano il Paese
Le Piccole e Medie Imprese trainano il Paese

Tra crisi, stagnazione dell’economia, credit crunch e indici di produzione tutt’altro che positivi, quello che fa sorridere il Bel Paese è proprio la sua anima, storica, economica, tradizionale: l’insieme delle piccole e medie imprese.

Da sempre braccio armato della produttività italiana, settore cardine dell’economia tricolore, le PMI, nonostante la sofferenza non indifferente subita a causa della crisi, hanno trovato nell’Export un trampolino per risalire la china.
È vero che l’Export ha registrato un progresso di rilievo per diverse ragioni indipendenti dalla propria determinazione (come il deprezzamento dell’euro), ma è anche vero che è proprio questo il momento in cui un’eccellenza, come quella del Made in Italy, deve assolutamente sfruttare la o le situazioni contingenti.

Prendendo le mosse da un rapporto di Confartigianato, si evince come le suddette piccole e medie imprese stiano contribuendo in maniera massiva all’esportazione del Made in Italy oltre i confini nazionali. Nei primi tre mesi del 2015 l’analisi illustra valori che si aggirano sui 25,8 miliardi di euro, costituendo, solo il tessuto PMI, il 27,2% dell’intero settore Export manifatturiero, registrando un progresso del 4,1% su base trimestrale annua, risultando quindi un generale aumento del 3,1%.

Nel dettaglio, vola il settore alimentare, cresciuto del 5,9%, seguito dai mobili al +5,6% e dei prodotti in metallo (4,2%); viceversa il fardello più consistente è attribuibile all’importazione russa, per la quale si registra una flessione del 34,6%. Confartigianato ha calcolato che, senza tale calo di vendite, l’export complessivo delle micro e piccole imprese italiane avrebbe registrato un tasso di crescita del 5,4%, di 1,3 punti superiore al 4,1% effettivo. A livello numerico, si osserva come la caduta delle vendite sul mercato russo valga 4 punti di mancata crescita dell’export nei settori di MPI nelle Marche, 2,5 punti in Abruzzo, 2,1 punti in Emilia Romagna, 1,9 punti in Friuli Venezia Giulia, 1,5 punti in Umbria, 1,4 punti in Lombardia e 1,2 punti in Veneto.

Il quadro delineato è comunque positivo, anzi, il Bel Paese può continuare a sorridere se si considera che le vendite all’estero dei prodotti delle piccole imprese superano l’andamento complessivo delle esportazioni nazionali che, come già indicato, nel primo trimestre 2015 hanno vantato un progresso del 3,1%; numeri seguiti dalla consapevolezza che il valore su base annua (marzo 2014-marzo 2015) dei prodotti esportati dalle PMI sia 102,4 miliardi di euro, addirittura il 6,2% del PIL.

Ragionevole ottimismo senza sensazionalismi è espresso anche e soprattutto dal Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, il quale commenta così i risultati fotografati dal report: “Con questi numeri le piccole imprese si confermano ambasciatrici dell’alta qualità Made in Italy e componente fondamentale dell’economia italiana. Il sistema economico e produttivo italiano, ricco anche di micro e piccole imprese, è un modello adatto allo sviluppo che va sostenuto e accompagnato”.

Parole che non possono non essere condivise, anche alla luce dell’importanza del tessuto PMI in Italia, storico comparto che da sempre ha rappresentato il motore di un’economia e il raccordo tra questa e realtà locali, decentrate o dal target più ridotto ma sempre o quasi, efficiente.

Proprio relativamente alla dimensione dell’efficienza, è opportuno segnalare, beneficiando sempre dei dati forniti da Confartigianato, i risultati raggiunti dalle singole regioni, che vedono il Veneto in testa con una crescita del 7%, seguito molto da vicino dal Piemonte con un +6,7% e a chiudere il podio ci pensa l’Emilia-Romagna, il cui progresso si attesta sul 5,2%. Al quarto posto si colloca la Toscana con un +2,1% seguita dalla Lombardia (+0,3%).

E’ utile riportare i dati relativi alle realtà provinciali, il cui ranking per prodotti esportati ad opera di PMI è coerente con quello regionale, salvo la prima posizione, al cui apice è presente Napoli, la cui mole di esportazioni su base trimestrale annua 2014-2015 ha raggiunto un aumento del 14,1%; di seguito sono presenti Belluno (+13,2%), Treviso (+11,8%), Alessandria (11,6%), Pordenone (10,4%), Salerno (8,6%), Vicenza (8,2%), Modena (7,1%), Bolzano (6%), Como (5,3%), Perugia (5,2%), Torino (5,1%), Lecco e Venezia entrambe con un aumento del 4,4%.

In conclusione, il Bel Paese può dirsi soddisfatto di aver ottenuto riscontri più che positivi in mercati dall’indubbia disponibilità di capitali e dallo sviluppo continuo, come testimoniano i dati presenti nell’analisi, indicanti proprio la classifica dei paesi importatori: Corea del Sud (24,4%), Cina (+19,7%), Stati Uniti (+18,3%), Hong Kong (+11,5%), Regno Unito (+9,0%), Spagna (+8%), Svizzera (+7,8%), Polonia (+5,8%).

Tra le tante criticità presenti a livello economico-finanziario, è davvero importante una risposta concreta e veemente ad opera di realtà, le PMI, la cui tradizionale cultura del lavoro e del raggiungimento degli obiettivi prefissati, deve assurgere ad esempio della concretezza italiana, così che possa presto diventare un ulteriore modello da esportare.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

Pubblicita'