Nel corso delle ultime 24 ore i prezzi del metallo aurifero hanno continuato a consolidare intorno ai 1200$, come accade sin dall’inizio della settimana,
Nel corso delle ultime 24 ore i prezzi del metallo aurifero hanno continuato a consolidare intorno ai 1200$, come accade sin dall’inizio della settimana, in previsione dell’annuncio sui tassi d’interesse e delle dichiarazioni che verranno rese note più tardi, durante la sessione statunitense. L’innalzamento dei tassi d’interesse è stato già scontato dai mercati, visto che quasi tutti i componenti della Fed, inclusa la Yellen, ci hanno portato in quella direzione nel corso delle ultime settimane. Questa è una delle ragioni principali per cui abbiamo assistito a una correzione dei prezzi auriferi nelle due settimane appena trascorse, con i prezzi che sono scesi dai livelli superiori ai 1260$ fino a poco più dei 1200$, mentre scriviamo. La scorsa settimana, per un breve momento, si era verificato un ribasso al di sotto dei 1200$, ma dopo di ciò il prezzo si è stabilizzato.
Con il rialzo dei tassi già prezzato dai mercati, resta da vedere cos’altro può spronare ulteriormente i rialzisti del dollaro tanto da permettere che i prezzi dell’oro vengano spinti in ribasso fino a trasformarsi in una brusca caduta. Affinché questo possa accadere, sarebbero necessarie delle dichiarazioni aggressive da parte della Fed, nella propria relazione, che dovrebbe anche fornire una sorta di guida sulla previsione di un prossimo rialzo dei tassi. In questo caso, dovremmo vedere il dollaro rafforzarsi su tutta la linea, e ciò potrebbe spingere i prezzi del metallo prezioso a infrangere la soglia dei 1200$ per arrivare fino al supporto situato al livello dei 1180$ e, se tale mossa dovesse proseguire, potrebbe verificarsi un crollo dei prezzi nel breve periodo. Tuttavia, quello che sarà indicato nella relazione sarà oggetto di interpretazione e dato che i mercati tendono a fuorviare i trader, sarebbe meglio restare in disparte, in attesa delle reazioni, prima di piazzare un ordine in una direzione specifica.
Ieri, nella prima parte della giornata, i prezzi del petrolio hanno continuato a scendere, e la corsa ribassista ha cominciato a materializzarsi quando i mercati si sono resi conto che l’accordo sui tagli alla produzione stabilito dai vari produttori petroliferi non ha raggiunto gli effetti desiderati, per quanto concerne la produzione mondiale e i dati d’inventario sulle scorte. Tuttavia, nel corso della giornata, la situazione è sembrata migliorare dato che alcuni trader, soprattutto i maggiori, hanno avuto qualche anticipazione sui dati relativi alle scorte che saranno resi noti oggi, determinando così un balzo dei prezzi del combustibile, a indicare che l’aumento delle scorte potrebbe essersi fermato. Per gli acquirenti è un buon segnale ma non prevediamo che al momento possa essere sufficiente per spingere i prezzi di nuovo sopra i 50$. Soprattutto con le aspettative di un continuo incremento del dollaro, i prezzi del petrolio sono destinati a rimanere sotto pressione.
Ieri i prezzi dell’argento, come la propria controparte aurifera, hanno continuato a consolidare, anch’essi in attesa delle dichiarazioni del FOMC previste per oggi.
Colin First è stato coinvolto nel settore FX per 14 anni lavorando in varie vesti come trader, gestore di fondi, rivenditore e analista. Si è specializzato nello sviluppo di strategie di trading ed è appassionato di FX e servizi finanziari. Colin mantiene un blog in cui discute su diversi argomenti relativi al FX.