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Le Dichiarazioni di Draghi Spingono l’Euro in Ribasso

Da
James Hyerczyk
Aggiornato: Apr 16, 2015, 02:36 GMT+00:00

Mercoledì, in seguito alla decisione della Banca Centrale Europea di lasciare i tassi d'interesse invariati ai minimi storici, la coppia EUR/USD si muove

Le Dichiarazioni di Draghi Spingono l’Euro in Ribasso

Mercoledì, in seguito alla decisione della Banca Centrale Europea di lasciare i tassi d’interesse invariati ai minimi storici, la coppia EUR/USD si muove in ribasso. Il presidente della BCE Mario Draghi ha contribuito al ribasso della coppia forex confermando di voler continuare sulla rotta tracciata dal programma di stimolo.

Draghi ha anche aggiunto che il Quantitative Easing sta dando il suo contributo alla ripresa economica dell’eurozona e favorirà un aumento dell’inflazione, sembrando anche desideroso di vedere il piano di stimolo entrare a pieno regime. Le dichiarazioni hanno contribuito a spingere l’euro in ribasso contro il dollaro, potenzialmente spingendo nel breve termine la coppia forex verso un possibile test del minimo del 2015 a 1,0462. Le dichiarazioni da parte dei membri della Fed, favorevoli a un incremento dei tassi interesse, potrebbero contribuire a un rapido deprezzamento dell’euro.

Dal Regno Unito oggi non sono attesi rapporti economici importanti, ma questo non ha impedito alla coppia GBP/USD di muoversi in rialzo. I recenti dati economici negativi sull’economia USA hanno contribuito a sostenere il mercato, favorendo una lieve azione di copertura short. Il rialzo dovrebbe però essere frenato dalla divergenza fra le politiche monetarie della Fed e della Banca d’Inghilterra. In aggiunta a ciò, a causa dell’incertezza legata alle elezioni in GB, gli investitori non sembrano desiderosi di aprire posizioni long di grosse dimensioni sulla sterlina.

Una serie di rapporti ribassisti sull’economia USA hanno contribuito a limitare le perdite dell’euro sostenendo al contempo la sterlina britannica. Oggi il governo USA ha annunciato una flessione superiore alle previsioni della produzione industriale, pagando il prezzo del rafforzamento del dollaro e del calo del costo del petrolio.

Oggi l’indice Empire State del settore manifatturiero è sceso a 1,2, contro le previsioni dei trader che presagivano un 7,2. Il tasso di sfruttamento della capacità è leggermente sotto le aspettative a 78,4%, rispetto al 78,7% previsto. La produzione industriale è a -0,6%, ben al di sotto delle aspettative per una lettura di – 0,3%.

I dati economici negativi hanno comunque dato il via a un’ondata di vendite del dollaro USA, ma il biglietto verde è riuscito a rimanere sul terreno positivo, contribuendo a pesare sui prezzi dei future sull’oro con scadenza a giugno. In questo momento il solo indicatore che i trader dell’oro tengono sotto osservazione sembrerebbe essere l’andamento e la direzione del dollaro USA.

In vista del rapporto settimanale sulle scorte dell’Agenzia di Informazione sull’Energia USA, i future sul petrolio greggio con scadenza a giugno registrano un leggero rialzo; secondo le previsioni il rapporto indicherà un incremento di 3,5 milioni di barili. Nel caso in cui il rapporto dovesse indicare un incremento superiore alle aspettative potrebbe frenare i rialzi se non innescare un ondata di vendite. La pressione delle vendite, in ogni caso, dovrebbe avere vita breve, perché gli investitori guardano già al futuro e rivolgono l’attenzione al possibile calo della produzione USA.

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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