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Le Dichiarazioni Dell’Arabia Saudita Mandano I Trader Del Greggio Sulle Montagne Russe

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Nov 24, 2015, 15:52 UTC

Questa mattina il greggio WTI si muove in rialzo guadagnando 23 centesimi ed é negoziato a 41,98$ dopo la folle sessione di ieri. Il Brent posta un rialzo

Le Dichiarazioni Dell’Arabia Saudita Mandano I Trader Del Greggio Sulle Montagne Russe

Le Dichiarazioni Dell'Arabia Saudita Mandano I Trader Del Greggio Sulle Montagne Russe
Le Dichiarazioni Dell'Arabia Saudita Mandano I Trader Del Greggio Sulle Montagne Russe
Questa mattina il greggio WTI si muove in rialzo guadagnando 23 centesimi ed é negoziato a 41,98$ dopo la folle sessione di ieri. Il Brent posta un rialzo di 7 punti per attestarsi su quota 45,05$. Lunedì i prezzi del greggio sono stati scambiati su una nota mista. Le preoccupazioni riguardanti le scorte mondiali sono state compensate dall’impegno preso dall’Arabia Saudita volto a stabilizzare i prezzi del greggio. Il Brent ha postato un calo di 17 centesimi raggiungendo i 44,83$ mentre il greggio chiude in con un ribasso di 15 centesimi a 41,75$.

L’ottimismo mostrato da alcuni esportatori di greggio riguardo ad un possibile miglioramento del commercio é scemato nella sessione di ieri poiché i prezzi hanno registrato un ulteriore calo restituendo i fugaci guadagni riportati a seguito dell’impegno preso dal gabinetto saudita. L’Arabia Saudita, infatti, si é mostrata intenzionata a collaborare con gli altri produttori al fine di stabilizzare i prezzi del combustibile. In un simile scenario si riaffermano il dollaro statunitense e le preoccupazioni riguardanti un eccesso delle scorte mondiali. Detto questo, ci sembra opportuno segnalare come a seguito delle dichiarazioni saudite il mercato del greggio abbia postato un lieve rally.

Negli ultimi 12 mesi i prezzi del greggio si sono dimezzati poiché l’Opec ha deciso di mantenere invariati i suoi livelli di produzione per salvaguardare la quota di mercato costringendo così i produttori ad alto costo a ridurre la propria produzione. L’Arabia Saudita, si era già mostrata intenzionata a voler collaborare con gli altri produttori al fine di stabilizzare i prezzi del combustibile, tuttavia,  i commenti di ieri hanno preso piede poiché i prezzi dei future si attestavano in prossimità dei minimi degli ultimi due anni e mezzo.

Stando a quanto riportato la scorsa settimana dal Commodity Futures Trading Commission (CFTC) degli Stati Uniti, i principali fondi speculativi hanno aumentato le loro scommesse ribassiste sul greggio. Secondo i dati mostrati da Reuters, attualmente, gli speculatori detengono un maggior numero di posizioni e stanno scommettendo su un ribasso dei prezzi con un intensità che non si vedeva dal 2009.

Il gruppo di ricerca delle materie prime di Morgan Stanley ha dichiarato che si aspetta di vedere un aumento del mercato fisico verso la fine dell’anno, poiché i forti margini di raffinazione e i programmi di manutenzione dovrebbero rimanere in auge anche il mese prossimo.

Questa mattina i prezzi del greggio si muovono in rialzo in previsione della riunione chiave del cartello petrolifero dell’Opec prevista per i primi di dicembre e del rapporto sulle scorte i greggio commerciale degli Stati Uniti volto a valutare la domanda nel più grande consumatore mondiale di petrolio. E’ passato un anno da quando l’Arabia Saudita e l’Opec hanno dichiarato guerra ai produttori di scisto degli Stati Uniti e del Canada.

Stando a quanto riportato dagli analisti, l’impatto delle dichiarazioni rilasciate dal ministro del petrolio saudita che si é mostrato intenzionato a collaborare con gli altri produttori è stato annientato dall’assenza di segnali capaci di suggerire un possibile taglio della produzione al fine di ridurre il surplus delle scorte mondiali di greggio.

A tale proposito, ci sembra opportuno ricordare come nella riunione tenutasi a novembre del 2014, l’Arabia Saudita abbia avuto un ruolo chiave nella decisione presa dall’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio di salvaguardare la quota di mercato invece di ridurre la produzione al fine di supportare i prezzi. Ieri, il gabinetto saudita ha dichiarato di voler collaborare con l’Opec e con i paesi non appartenenti all’organizzazione al fine di raggiungere una stabilità del mercato. Le dichiarazioni sono state rilasciate pochi giorni prima della riunione Opec che potrebbe spingere il cartello a rivedere la sua politica. Domenica scorsa, il ministro del petrolio venezuelano ha dichiarato che l’Opec non può permettere una guerra dei prezzi e che deve agire il prima possibile per stabilizzare il mercato del greggio.

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