Giovedì la coppia EUR/USD rompe in ribasso in seguito alle dichiarazioni del presidente della BCE Mario Draghi, che annuncia l'arrivo di ulteriori misure
Alla riunione odierna, la BCE ha confermato il mantenimento dei tassi di interesse inalterati; nel corso della conferenza stampa, comunque, Draghi ha sostenuto la necessità di rivedere ancora una volta le misure di politica monetaria della Banca in occasione della prossima riunione che si terrà il 10 marzo.
Draghi ha fatto riferimento alla Cina e agli altri mercati emergenti, ma anche alla volatilità del mercato e al clima di incertezza geopolitica. La confusione generata dagli eventi recenti spingerà la BCE verso una revisione dell’attuale politica monetaria. Draghi ha anche confermato che i tassi di interesse “rimarranno per un periodo prolungato ai livelli attuali o anche più in basso”
In breve, Draghi intende dire che se la Cina continuerà a mandare in agitazione i mercati e se ripetere le greggio continuerà a cedere terreno, allora la BCE sarà costretta a modificare la propria linea di politica monetaria allo scopo di garantire stabilità all’economia dell’eurozona. Questo probabilmente si tradurrà in ulteriori misure di stimolo e nel conseguente effetto ribassista sulL’euro.
A inizio sessione la coppia GBP/USD si muove in netto ribasso dopo una mancata estensione del movimento rialzista vericatosi in seguito all’inversione tecnica di ieri. L’impennata del dollaro USA favorita del calo dell’euro e dal rafforzamento delle borse ha contribuito a tenere sotto pressione la sterlina.
Dopo aver raggiunto il massimo a quota 1,5239 l’11 dicembre, la sterlina britannica ha subito una imponente pressione di vendita, alimentata dai timori riguardo i tempi del referendum per determinare la permanenza o meno del regno unito all’interno dell’Unione Europea e dalla debolezza dell’economia. Il calo dei prezzi del petrolio ha rafforzato l’ipotesi di un’inflazione al consumo sotto la media, a significare che la Banca d’Inghilterra difficilmente aumenterà i tassi prima del 2017.
Giovedì, su Comex, i future sull’oro con scadenza a febbraio si muovono in ribasso in scia al rafforzamento del dollaro Usa. L’incapacità di superare il precedente massimo a $ 1113,10 rappresenta un altro segnale del rafforzamento della pressione di vendita. A indebolire ulteriormente il mercato dell’oro si aggiunge il buon andamento delle borse US. I trader long stanno effettuando le prese di beneficio, dato che il mercato azionario sembra aver raggiunto un minimo di breve termine.
Giovedì i future sul petrolio greggio con scadenza a marzo si muovono in rialzo in seguito alla pubblicazione dei dati governativi: aumentano le riserve di petrolio greggio, ma in misura inferiore rispetto alle precedenti previsioni, in un momento in cui aumenta la domanda di distillati.
Secondo i dati dell’agenzia di informazione sull’energia, le riserve di petrolio greggio commerciale della settimana conclusasi il 15 gennaio aumentano di circa 4 milioni di barili. Alcuni prevedevano un incremento di 2,8 milioni di barili, ma i dati sono inferiori a quelli riportati dall’istituto americano per il petrolio che indicavano un incremento di 4,6 milioni di barili.
Le riserve di benzina salgono di 4,6 milioni di barili, sopra gli 1,4 milioni previsti. Scendono invece le riserve di distillati (olio combustibile diesel), registrando una contrazione pari a 1 milione di barili contro un incremento pari 133.000 barili previsto dagli analisti.
Per quanto riguarda i dati economici, l’indice del settore manifatturiero Philly Fed scende del 3,5% contro un – 5,8 previsto – ad indicare un rallentamento del settore manifatturiero. Le richieste di sussidi disoccupazione settimanali salgono di 293.000 unità, oltre i 279.000 previsti.
James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.